Titolo: La corsara. Ritratto di Natalia Ginzburg
Autore: Sandra Petrignani
Editore: Neri
Pozza
Pagine: 458
Prezzo: 18€
La caratteristica di questo libro
che colpisce fin dalle prime pagine è che, pur trattandosi di una biografia,
Sandra Petrignani non racconta la vita di Natalia Ginzburg in maniera asettica
o distaccata: è palpabile il coinvolgimento e la stima dell’autrice per quest’ultima,
ma, allo stesso tempo, è palese la sua volontà di presentare la Ginzburg nella
maniera più veritiera possibile. A testimonianza di quest’ aspetto, c’è un
lavoro di reperimento delle fonti, che sta alla base di questa biografia, preciso,
accurato, titanico e, oserei dire, quasi al limite del maniacale, dal momento
che i particolari (di qualunque genere) abbondano ed, anzi, in alcuni frangenti,
a mio parere, appesantiscono il testo in maniera eccessiva; quando vengono
fornite troppe informazioni particolareggiate si rischia di perdere, per un
momento, il filo del discorso. Questa è la critica più consistente che posso rivolgere
ad una biografia, che, nel complesso, mi è piaciuta molto, sia perché la
protagonista è una figura complessa e poliedrica, sia per il contesto storico e
culturale che le ruota attorno. Inoltre, i numerosissimi riferimenti alle opere
della stessa Ginzburg e di molti suoi colleghi contemporanei rendono questo
libro una sorta di antologia, da cui reperire interessanti spunti di lettura.
Il libro è suddiviso in quattro macro-capitoli
che ripercorrono, secondo una sequenzialità cronologica, la vita della
protagonista.
La prima parte è dedicata alla
Natalia bambina prima, adolescente poi… sino al matrimonio e alla successiva
prematura perdita del primo marito: Leone
Ginzburg. Sì, perché il nome di battesimo della scrittrice è Natalia Levi, ebrea di famiglia,
palermitana di nascita, torinese d’ adozione, che, dopo la scomparsa del consorte,
deciderà di firmare le sue opere con il cognome dell’uomo che, primo fra tutti,
l’ha incoraggiata a scrivere. Queste sono le parole di Leone, in una delle sue
ultime lettere, dal carcere di Regina Coeli, dove è stato imprigionato, in
quanto strenuo oppositore del regime fascista:
“La mia aspirazione è che tu normalizzi, appena ti sia possibile, la
tua esistenza; che tu lavori e scriva e sia utile agli altri.” (Pag. 134)
Natalia è una bambina introversa
e schiva, che della sua fanciullezza manterrà, anche in età adulta, quella sua
imprescindibile necessità di raccontare sempre, come scrittore e come essere
umano, la verità. E’ circondata da numerosi intellettuali: da Cesare Pavese a Giulio Einaudi, Italo
calvino, Benedetto Croce, Alberto
Moravia, Carlo Levi. E’ stato appassionante leggere di questi grandi
scrittori e critici, perchè Sandra Petrignani li tratteggia nella loro
accezione più umana; ci mostra gli uomini nella loro quotidianità, non gli
autori. Ancor più interessante è lo spaccato sulla resistenza e sulla caduta
del regime fascista che l’autrice racconta attraverso le vicende di Natalia e
Leone Ginzburg: le fughe continue, dal momento che le leggi razziali sono
ancora in vigore e la cattura di Leone, antifascista e uomo simbolo della
resistenza, nonché la sua successiva morte. Davvero commovente, l’ultima
lettera che quest’ultimo scrive all’amata, consapevole della sua sorte:
“Ti amo con tutte le fibre dell’essere mio. Ti bacio ancora e ancora e
ancora. Sii coraggiosa. “ (pag. 134)
Il dolore per la perdita del
marito, guida e punto di riferimento per Natalia, sono il tratto predominante
della seconda parte. Tuttavia, essendo anche madre di tre bambini, la
scrittrice cerca di prendere in mano la sua vita: inizia così la sua
collaborazione con la casa editrice
Einaudi, nata sotto il regime di Mussolini, ma che solo dopo la caduta del fascismo,
riuscirà ad essere avviata senza impedimenti. C’è anche spazio per l’amicizia
controversa con Elsa Morante, per la
fulminea relazione amorosa con Salvatore
Quasimodo, per l’incontro con Ernest
Hemingway. Nella sua vita ci sarà, poi, un secondo matrimonio con Gabriele Baldini, uomo esuberante e
molto lontano, sia per attitudine che per interessi, dalla scrittrice. Con
quest’ultimo la Ginzburg affronterà la nascita di due figli sfortunati: la pima,
Susanna, affetta da encefalopatia,
resterà disabile a vita, il secondo Antonio
morirà ad appena un anno, a causa di una malformazione cardiaca. Un altro
evento traumatico per la scrittrice accade nell’agosto 1950, quando Cesare Pavese si toglierà la vita. Il
suicidio di quest’ultimo è raccontato in modo intenso dalla Petrignani attraverso
non solo le parole di Natalia, che era davvero molto legata allo scrittore, ma
anche per mezzo delle dichiarazioni dei numerosi testimoni dell’epoca:
“Temeva una nuova guerra più di tutti noi. E in lui la paura era più
grande che in noi: era in lui, la paura, il vortice dell’imprevisto e
dell’inconoscibile, che sembrava orrendo alla lucidità del suo pensiero; acque
buie, vorticose e venefiche sulle rive spoglie della sua vita.” (Pag.217)
La notorietà della Ginzburg, argomento
che trova ampio spazio nel terzo capitolo di questa biografia, è in crescita
già prima dell’uscita della sua opera più significativa (e aggiungerei, ancora
oggi, più nota): Lessico Famigliare,
anche se è con quest’ultima che raggiungerà l’apice del successo. Sandra
Petrignani riporta le parole di Italo
Calvino:
“Forse mai una scrittrice ha saputo essere così femminile -ragazza,
moglie, madre- in un senso così opposto a quello che s’intende di solito per
“letteratura femminile” cioè dell’abbandono lirico ed emotivo.” (Pag. 277)
Fondamentale è l’intervento di Cesare Garboli, abile interlocutore di Natalia, per la scrittura di
Lessico famigliare, dal momento che
fornisce alla scrittrice lo slancio necessario per iniziare e portare alla
conclusione l’opera che nel 1963 vince il Premio
Strega; nonostante il largo consenso del pubblico, dovrà affrontare una
critica feroce, proprio in virtù di quel pregiudizio che un libro di successo
commerciale porta spesso con sé. Pier
Paolo Pasolini, invece, fa da tramite tra lei ed il teatro. Ti ho sposato per allegria, la sua
prima commedia, ottiene un discreto successo, tanto da essere portata anche
all’estero, cosa che avvenne, per i suoi contemporanei, solo con Eduardo.
La quarta ed ultima sezione di questa biografia è dedicata, per
una cospicua parte, ad una nuova veste indossata da Natalia Ginzburg: quella di
parlamentare. Sarà indotta a prendere questa
decisione, nonostante non si reputi all’altezza del ruolo (così come confessa,
un giorno, ad Enrico Berlinguer),
perché
“Se la letteratura le
sembra ormai inadeguata a ricomporre anche il più piccolo degli specchi, forse
la politica è l’unico mezzo per fare davvero qualcosa per gli altri, per
riconoscere il prossimo e aiutarlo. […] E poi pensa che gli scrittori, come
tutti, abbiano il dovere dell’onestà e che la fedeltà a questo dovere possa
nobilitare il suo fare politico.” (Pag. 382-383). (Ad averceli, oggi,
parlamentari con questa forma mentis!).
Le sue battaglie politiche saranno rivolte soprattutto verso
la difesa di “un linguaggio politico chiaro, concreto, intellegibile a tutti”, a
sostegno dei carcerati e della casa come valore inestimabile; si batterà poi
per far approvare le legge contro le violenze sessuali e contro la legge per
l’aumento del prezzo del pane, considerato da Natalia simbolo intoccabile del
popolo; finanzierà, per concludere, l’associazione Italia-razzismo, in virtù,
soprattutto, di uno dei numerosi insegnamenti che aveva appreso da Leone:
“Essenziale era, ieri, non confondere i nazisti con l’intero
popolo tedesco, essendo colpevole di razzismo e non vera una simile
confusione.” (Pag. 416)
Faccio un “in bocca al lupo virtuale” a questo libro, per la
corsa al Premio Strega!
Colgo poi l’occasione per ringraziare di cuore Annamaria,
per avermi coinvolta in questa iniziativa, a cui ho aderito con entusiasmo e
passione e per avermi “accolta” nel suo blog!
Natalina.
16 MAGGIO: GIULSJUPS con “La ragazza con la leica” di Helena Janeczek.
18 MAGGIO: LA BIBLIOTECA DI STEFANIA con “Sangue giusto” di Francesca Melandri.
21 MAGGIO: MATTIA TORTELLI con “Da tuo terrazzo si vede casa mia” di Elvis Malaj.
23 MAGGIO: RECENSIONI LAMPO con “La corsara. Ritratto di Natalia Ginzburg” di Sandra Petrignani.
25 MAGGIO: RESPIRO DI LIBRI con “Anni luce” di Andrea Pomella.
28 MAGGIO: THE BOOK LAWYER con “Come un giovane uomo” di Carlo Carabba.
30 MAGGIO: ATTORCIGLIATA con “La madre di Eva” di Silvia Ferreri.
1 GIUGNO: GENTE DI TACCUINO con “Il figlio prediletto” di Angela Nanetti.
4 GIUGNO: L COME LIBRO con “Questa sera è già domani” di Lia Levi.
6 GIUGNO: LEGGO LIBRI con “Il gioco” di Carlo D’Amicis.
8 GIUGNO: LA CONTESSA RAMPANTE con “Resto qui” di Marco Balzano.
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