lunedì 7 maggio 2018

[Recensione]: "Tu l'hai detto" di Connie Palmen

Buon primo lunedì di maggio cari amici, oggi vado subito al dunque e vi parlo di una lettura che mi ha molto scossa tanto da non farmi dormire la scorsa notte quando, subito dopo averla terminata, mi sono messa a letto ed ho iniziato a riflettere sulle vite delle due persone che vi erano protagoniste. Ecco a voi la scheda.



Titolo: Tu l'hai detto
Autore: Connie Palmen
Casa editrice: Iperborea
Data di pubblicazione: 28 Marzo 2018
Pagine: 252
Prezzo: € 17,00

Trama

Ted Hughes e Sylvia Plath, "la coppia maledetta" della letteratura moderna, segnata dal suicidio di Sylvia a soli trent'anni nel 1963, ha ispirato ogni sorta di speculazioni e mitizzazioni sulla fragile martire e il suo brutale carnefice. In questo romanzo Connie Palmen dà voce a Ted Hughes e fa raccontare a lui - il poeta, il marito, l'uomo che non può smettere di interrogarsi sulle sue colpe ma che ha sempre mantenuto un religioso silenzio sulla moglie perduta - la sua verità.


Recensione



"Uno di noi era spacciato fin dall'inizio. Era o lei o io. Nella furia divoratrice chiamata amore, avevo trovato la mia pari."


Come ho scritto all'inizio di questo post, la notte durante la quale ho terminato questo romanzo, sono rimasta talmente turbata da non riuscire a chiudere occhio. Eppure conoscevo la storia di Sylvia Plath ed il suo tragico epilogo, proprio per questo credevo che "Tu l'hai detto" non mi potesse lasciare quel senso di inquietudine che sento ancora adesso, mentre ne scrivo la recensione. 

Il romanzo di Connie Palmen ha come scopo quello di ripercorrere le tappe del matrimonio della Plath con il poeta Ted Hughes. In tanti hanno speculato e scritto articoli e romanzi sulla storia di due poeti maledetti, ma "Tu l'hai detto" contiene una novità, infatti a fare da narratore alle vicende e Hughes che racconta della vita trascorsa accanto alla Plath, secondo il suo punto di vista. 

Il 25 febbraio del 1956, ci fu il primo incontro tra la Plath e Hughes, un incontro pieno di violenza amorosa, perché i due appena si videro, si vollero, si desiderarono e finirono con il fare l'amore in modo folle: lui le strappò con furia gli orecchini dai lobi e la fascia che portava tra i capelli, lei lo marchiò con una cicatrice, mordendogli una guancia. Il loro amore fu sempre così, pieno di disperazione, di parole urlate e di genio letterario. Ted tende a presentarsi come un marito premuroso e protettivo nei confronti di una moglie isterica, depressa ed incline al pianto. Una moglie che la famiglia - e soprattutto sua sorella Olwyn - mal sopportava, perché americana, perché sopra le righe e soprattutto instabile. 

Nonostante la nascita di due figli, Frieda e Nicholas, la Plath soffrì sempre di disturbi mentali la causa dei quali era da rintracciare, secondo suo marito, nella morte prematura del suo amato ed eroico padre e nella figura di Aurelia, la madre della poetessa americana, che lei vide sempre come una nemica, anche se soffriva tantissimo a saperla lontana da lei. 

La svolta nella relazione tra i due poeti avviene nel momento in cui fanno la conoscenza di Assia Wevill, amica comune della coppia, della quale Hughes si innamora così tanto da finire per rivelarlo a sua moglie.

"La trovai in lacrime sul letto, mi stesi accanto a lei, la presi tra le braccia e le confessai che mi ero innamorato, che da mesi mi mancava l'aria, che qualcosa in me stava morendo, stretto in un laccio, soffocato, dominato, infestato da ciò che i cuoricini dipinti per tutta la casa rappresentavano, qualcosa che non aveva più a che fare con il nostro amore ma con una sorta di sentimentalismo, inteso come scongiuro alle sue angosce, segni magici volti ad assicurare che tutto rimanesse come era e andasse come lei aveva stabilito, in modo da poter tenere il suo meraviglioso marito e gli adorabili all'interno di quelle soglia dipinti con i cuori."


Dopo aver ascoltato la prova del tradimento di suo marito, Sylvia finisce in un vortice di disperazione dal quale non si riprenderà più e che la porterà inevitabilmente verso il suicidio: l'11 gennaio 1963 prepara la colazione ai suoi figli, mette la testa all'interno del forno e muore uccisa dal gas.

Ted Hughes, sa di essere il motivo principale che ha spinto sua moglie a farla finita, sa di avere tante colpe, ma nonostante ciò si scaglia contro tutti quegli amici che lo hanno tradito, distorcendo le sue parole e accusandolo di aver avuto comportamenti violenti ed errati nei confronti della moglie. 
Alla fine del romanzo il lettore si pone una domanda: Ted Hughes è una vittima o un carnefice? Entrambi, dico io, sicuramente entrambi.
Di una cosa però sono certa, Hughes non smise mai di amare Sylvia e di ciò ne è la prova il suicidio della sua amante, Assia Wevill, che sei anni dopo la morte della Plath si uccise utilizzando la stessa modalità di quest'ultima, portando la sua testa e quella della figlia di 4 anni avuta con Ted, all'interno di un forno.
Hughes non l'aveva mai amata, perché lei non era all'altezza della geniale prima moglie e non lo sarebbe mai stata.


Giudizio



I romanzi che mi turbano tanto, mi lasciano sempre qualcosa su cui riflettere e per questo finisco per amarli e portarli nel cuore. Ecco perché attribuisco 5 penne a "Tu l'hai detto" di Connie Palmen e spero che tutti voi possiate e vogliate leggerlo.

A presto
La vostra Contessa



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