lunedì 9 novembre 2020

[BLOGTOUR]: “ALICE, DOROTHY, WENDY - LE TRE FIGURE FEMMINILI”


Ciao a tutti miei cari lettori, sono tornata su questi schermi per parlarvi di una meravigliosa nuova uscita edita Oscar Vault: “Alice, Dorothy e Wendy”, tre personaggi che hanno affollato le nostre menti di bambini con le loro storie fantastiche e che non siamo mai riusciti davvero ad abbandonare. Ma perché queste tre figure femminili sono davvero così affascinanti? Riflettiamoci insieme, perché la risposta è davvero più semplice di ciò che pensiamo.

In un mondo di principesse, regine, fanciulle che hanno bisogno di essere salvate e sentono la necessità di trovare un principe azzurro, Alice, Dorothy e Wendy sono delle figure controcorrente, a tratti brillanti e completamente atipiche.


Il romanzo scritto da Lewis Caroll ha per protagonista una coraggiosa ragazzina bionda che si perde in un mondo fantastico - dopo essere caduta nella tana di un coniglio - e lì non incontra l’uomo della sua vita, ma una serie di personaggi meravigliosi e totalmente strambi.

Il gatto di Chesire grosso, matto, ma anche tanto arguto e furbo; il Cappellaio Matto con la sua perenne passione per l’ora del tè e le sue particolari “perle di saggezza” e ancora il Brucaliffo di poche parole, suscettibile e sempre attaccato al suo narghilè.

Alice con il suo vestitino azzurro pallido e il colletto bianco, incontra tutte queste figure particolari, a volte anche inquietanti, parla con loro, va incontro alle difficoltà e così si impone come una figura ribelle che sceglie da sola la strada da percorrere, compie degli errori e si corregge portandosi in salvo con le sue forze.

Il romanzo di Caroll è stato scritto in epoca vittoriana, periodo in cui le donne non avevano grandi possibilità di imporre la propria indipendenza e autonomia. Ecco perché Alice è un ragazza straordinaria, che si gode la vita, parla con la sua mente e affronta gli ostacoli che trova sul cammino con la sua intelligenza e caparbietà.


Un altro personaggio interessante è quello di Wendy Darling, la protagonista femminile del romanzo di JM Barrie. A questo punto devo dirvelo: io le persone che parlano di una sindrome di Wendy non le ho mai capite. Come si fa ad affermare che questa ragazza sia dipendente da Peter Pan e che si comporti da crocerossina?

Sì, Wendy si prende cura dei suoi fratelli sull’Isola che non c’è, ma questo perché - anche se durante il romanzo presenta un rifiuto verso la vita da adulta - nei fatti è l’unica a dimostrare un forte senso di responsabilità che la porta a vestire spesso i panni di “madre”, anche nei confronti dei Ragazzi Perduti.

Proprio lei, si rende subito conto che l’esperienza vissuta con Peter Pan l’ha cambiata, rendendola nei fatti una giovane donna, la quale è pronta a raccogliere i frutti della sua crescita e che finalmente non ha più paura della parola “adulta”.

Che poi alla fine, diciamoci la verità: noi donne siamo sempre un passo avanti agli uomini in fatto di maturità e Wendy ce lo ha mostrato fin dall’infanzia!



E Dorothy? All’inizio, rispetto alle altre due figure di cui ho già parlato in questo articolo, appare una ragazzina molto impaurita e debole, sicuramente ci sembra impossibile che possa affrontare il magico e bizzarro mondo di Oz con il solo aiuto del suo cagnolino Toto e di 3 strambi personaggi: l’uomo di latta, un leone codardo e uno spaventapasseri.

Invece, la vera forza di questa protagonista femminile è proprio la sua evoluzione: il pericolo costante, l’essere sballottata in un contesto completamente diverso dalla sua quotidianità, fa in modo che Dorothy trovi in sé la forza interiore per abbattere le difficoltà e tornare a casa con il suo cagnolino.

Dorothy diventa una donna forte, simbolo non solo della lotta contro il male - sconfigge la Strega cattiva dell’Ovest - ma di tutte coloro che si trovano in una situazione sfavorevole e affrontando il pericolo, riescono a migliorarla. 

Spero che queste riflessioni su Alice, Wendy e Dorothy vi abbiano ispirati o quanto meno incuriositi, ma soprattutto che vi spronino a rileggere le storie di queste tre ragazze, guardandole sotto una nuova luce, più ribelle, più atipica, più consapevolmente femminile.

Un abbraccio a tutti voi e a presto

La contessa rampante

mercoledì 18 marzo 2020

[Recensione]: "Il ritratto" di Ilaria Bernardini




Titolo: Il ritratto
Autore: Ilaria Bernardini
Casa editrice: Mondadori
Data di pubblicazione: 28 Gennaio 2020
Pagine: 369
Prezzo: 19,00 €

Sinossi

Valeria Costas, è una scrittrice amata in tutto il mondo, ha dedicato la sua vita ai libri e al suo grande amore Martìn Aclà. Mentre lei vive solo a Parigi, lui abita a Londra con moglie e figli. I due sono amanti da più di 25 anni e nessuno sa di loro. Quando Valeria scopre alla radio che Martìn ha avuto un ictus, il suo mondo crolla. Deve trovare un modo per vederlo e stare con lui, così escogita un piano: commissiona il proprio ritratto alla moglie di Martìn, Isla Lawndale, una famosa pittrice e grazie a questa bugia riesce a inserirsi in casa Aclà. 
Così Valeria e Isla si ritrovano una davanti all'altra, affascinate e intimorite l'una dell'altra. Giorno dopo giorno le due donne si studiano e cominciano a raccontarsi, creando un'intimità sempre più profonda. Isla capirà tutto? Valeria confesserà? Per scoprirlo dovrete leggere il ritratto.


Recensione

Leggo davvero tanti libri, una cinquantina all'anno più o meno. Durante la lettura mi capita di accedermi di rabbia, di detestare personaggi, di sorridere per delle frasi che forse direi anche io, ma difficilmente accade che mi emozioni. Davanti a un film sempre, a teatro pure, ma un libro per commuovermi deve davvero farmi soffrire, graffiarmi dentro e lasciarmi un ricordo importante.
Con "Il ritratto" di Ilaria Bernardini mi è successo proprio questo. 

La storia che racconta l'autrice è davvero realistica e appassionate, tanto da macinare pagine e pagine e non accorgervene neanche. Protagonista è Valeria Costas, una scrittrice famosa che è amante di un uomo da più di 25 anni. La parola amante è, però, riduttiva. Perché lei e Martìn si amano da sempre, anche se lui ha una moglie e tre figli. Un giorno la vita della donna è sconvolta da una terribile notizia che apprende alla radio: Martìn ha avuto un ictus, è costretto a letto e deve la sua vita a dei macchinari a cui è attaccato. Valeria deve trovare un modo per rivedere l'uomo che ama e così si aggrappa a un piano disperato: un ritratto commissionato alla celebre pittrice Isla Lawndale, moglie di Martìn.


"Cosa vuol dire amare? Come sopravviviamo alla nostra storia, al nostro dolore? È un racconto sul lasciare andare via tutto, la vita, il possesso, la gelosia, la giovinezza, il passato, il presente. Sulla resa e la sopravvivenza. Infine, sul lasciare andare anche il desiderio di sopravvivere e imparare a scomparire".


Valeria affida alle pagine dei libri che scrive i suoi pensieri e la sua stessa vita: l'amore per Martìn, quella terra greca a cui resta legato il ricordo di sua madre Theodora e della sorella Sybilla, il volto di un padre che non c'è mai stato e tanto altro. Perché non c'è solo Valeria, Martìn e Isla, ma un mondo di eventi e personaggi legati a queste tre figure principali di cui piano piano Ilaria Bernardini ritrae i volti e le storie personali, con stralci di racconti, momenti ed eventi significativi che il lettore raccoglie qua e là, ricostruendo l'intero puzzle narrativo del romanzo. 


"Non riesci a finire le cose dolorose?" aveva chiesto lei.
"E con la vita come fai?"
"Infatti soffro"aveva detto Martìn.


Valeria è l'amante, ma in poco tempo diventa l'amica dell'altra, la confidente di sua figlia, un volto familiare a cui ci si può appoggiare per rendere meno dolorosa la sofferenza. E questa non è finzione, non è approfittare del nemico. La Costas davvero si affeziona all'anima fragile di Isla e a quella ribelle dell'adolescente Antonia, forse per uno scherzo del destino o semplicemente perché anche lei ha bisogno di amore e consolazione. 
Tutto ciò accade non senza che la famosa scrittrice continui a porsi degli interrogativi, ma solo uno è quello a cui fanno perno tutti gli altri: ama Martìn talmente tanto da non lasciarlo andare? Ama Martìn talmente poco da non lasciare in pace la sua famiglia?


Tra bugie, sotterfugi, passioni e fughe si consuma il dramma di Valeria, una donna che si è sempre sentita sola, senza rendersi conto di essere stata proprio lei a volerlo. 


Ho cercato di non raccontarvi troppo di questo romanzo, perché voglio che lo scopriate da voi, mettendo insieme quei famosi pezzi del puzzle di cui vi ho parlato. 
Vi lascio con un consiglio: durante questa quarantena forzata regalatevi una storia meravigliosa e commuovente e non abbiate timore di far scorrere le lacrime e di emozionarmi, perché succederà ed in questo momento ne abbiamo davvero bisogno.


A presto, 
La vostra Contessa