tag:blogger.com,1999:blog-84564387873334850752024-03-12T06:06:43.424+01:00La contessa rampanteI romanzi sono la mia vita, il mio rifugio dal grigiore del mondo, la mia solitudine, la mia consolazione.Annamaria Petriccionehttp://www.blogger.com/profile/16615046913851957129noreply@blogger.comBlogger139125tag:blogger.com,1999:blog-8456438787333485075.post-41500992284518424832023-02-28T19:00:00.001+01:002023-02-28T19:00:39.847+01:00Come mi sono scoperta lettrice: "Il barone rampante" di Italo Calvino<p> “Cosimo guardava il mondo dall’albero: ogni cosa vista da lassù, era diversa, e questo era già un divertimento. Il viale aveva tutta un’altra prospettiva e le aiuole, le ortensie, le camelie, il tavolino per prendere il caffè in giardino. Più in là le chiome degli alberi si infittivano e l’ortaglia degradava in piccoli campi a scala, sostenuti da muri di pietre; il dosso era scuro di oliveti e dietro, l’abitato d’Ombrosa sporgeva i suoi tetti di marrone sbiadito e ardesia, e ne spuntavano pennoni di bastimenti, là dove sotto c’era il porto. In fondo si stendeva il mare, alto d’orizzonte ed un lento veliero vi passava”.</p><p> </p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgV0Z0bYWHt4bWmsBXybeZlKyboPvxaWso6FAdTE6nRzfwXjPzm8pk11wyfXGePrc5dm82cyc7iI2nCBt73lMG_jE8EN30xkIf5UMfFjl2NaRX7MN5_N7r5zoTwh2Md4PuG42wVkXMMPusqIKW1u4aXUR0ANrvJsDaSD_wDRGFtlZ7MI1-YDcYUbQ/s1024/calvino.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="767" data-original-width="1024" height="303" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgV0Z0bYWHt4bWmsBXybeZlKyboPvxaWso6FAdTE6nRzfwXjPzm8pk11wyfXGePrc5dm82cyc7iI2nCBt73lMG_jE8EN30xkIf5UMfFjl2NaRX7MN5_N7r5zoTwh2Md4PuG42wVkXMMPusqIKW1u4aXUR0ANrvJsDaSD_wDRGFtlZ7MI1-YDcYUbQ/w404-h303/calvino.jpg" width="404" /></a></div><br /><p></p><p><br /></p><p>Mi sono scoperta lettrice relativamente tardi. Era l’estate dei miei diciassette anni, mi apprestavo a vivere il mio ultimo periodo da liceale e agognavo quella libertà che tutti i giovani non vedono l’ora di avere tra le mani, ma che hanno anche paura di sprecare. Fu in una giornata animata dai presagi più oscuri che, con gli occhi arrossati a causa di una cocente delusione d’amore la quale ancora procurava grandi scossoni al mio cuore, iniziai a leggere “Il barone rampante” di Italo Calvino. Lo avrei detestato, ne ero già certa. Perché la professoressa voleva a tutti costi farci trascorrere la nostra estate chini sui libri? Non ci bastavano già nove mesi di scuola? Non lo avrei mai terminato. </p><p>E invece, accadde qualcosa che non mi sarei minimamente aspettata. Seguendo la storia di Cosimo di Rondò, consumando le parole, masticando avidamente le righe nere sullo sfondo bianco in cui tutto può accadere, ma non è detto che accada, iniziai a percepire che dentro di me stava succedendo qualcosa: non c'erano dubbi che Calvino mi avesse conquistata, ma anche questo piccolo oggetto di carta, che bastava aprire perché ti raccontasse il suo mondo, non era niente male.</p><p>È stato quello il primo momento in cui ho capito che l’amore per i libri mi aveva scelta, aveva deciso di donarsi a me, con lo zampino di Italo Calvino che era entrato di soppiatto nella mia vita per non uscirne mai più.</p><p><br /></p><p>“Il barone rampante”, pubblicato per la prima volta nel 1957, parte da una considerazione importante: la realtà è diventata banale e noiosa, bisogna trovare il modo di evadere. E il barone Cosimo Piovasco di Rondò lo fa. In seguito a un piccolo litigio con il padre, decide di abbandonare la sua casa, i suoi familiari e la sua vita agiata per nascondersi tra i fitti rami degli alberi e trascorrere lì la sua intera esistenza. </p><p>Attraverso l’io narrante del fratello del protagonista, che rimane “ a terra” ammirato dalle sue inconsuete quanto meravigliose gesta, percorriamo la vita del Barone che si fonde con le più importanti vicende storiche della fine del XVIII secolo fino alla Restaurazione, tutto vissuto dall’alto passando da un albero all’altro senza mai scendere. </p><p>Ciò conduce l’autore a creare tutta una serie di divulgazioni in cui compaiono un Napoleone desideroso di proporsi come un novello Alessandro Magno, un Voltaire che s’intrattiene in una conversazione con la nobiltà parigina e via di seguito una schiera di anonime figure di massoni, gesuiti, esuli spagnoli, rivoluzionari giacobini, pirati, truppe francesi e via discorrendo.</p><p>Dietro la vivacità della narrazione troviamo, però, il cuore pulsante dell’opera: il tema del rapporto io – mondo esterno. Cosimo va a vivere sugli alberi, si isola, ma non rinuncia a essere partecipe delle disavventure e gioie dei “terrestri”. Il suo idealismo lo stimola a progetti utopistici in cui coinvolge il popolino di Ombrosa, il paesino immaginario della riviera ligure, in cui si svolgono i fatti. </p><p>In sintesi, l’autore offre una rappresentazione letteraria del dissidio tra libertà personale e necessità di un qualsiasi patto sociale con relative restrizioni e compromessi.</p><p>Un dissidio che lo porterà in piena crisi quando si scontrerà con il sentimento che più di tutti “move il sole e le altre stelle”: l’amore.</p><p><br /></p><p>“Si conobbero. Lui conobbe lei e se stesso, perché in verità non si era mai saputo. E lei conobbe lui e se stessa, perché pur essendosi saputa sempre, mai s’era potuta riconoscere così”.</p><p><br /></p><p>Cosimo scorge Viola per la prima volta sporgendosi dai rami di una magnolia verso il terreno dei D’Ondariva, i suoi vicini di casa. Lei è una bambina bionda sui 10 anni e lui incuriosito dalla sua immagine inizia ad ammirarla dall’alto, fin quando i due non iniziano un’amicizia fatta di giochi vivaci e battibecchi dispettosi dai quali poi sboccerà l’amore.</p><p>Viola è uno dei personaggi più interessanti di questo romanzo per la forte ambivalenza che presenta la sua personalità. È infantile, ma dimostra in diverse occasioni di essere dotata di un’importante profondità; è viziata e opportunista, ma è anche una donna indipendente che sa ciò che vuole. Così il lettore insieme allo stesso Cosimo è portato a nutrire sentimenti contrastanti per colei che sarà l’unico e vero amore del protagonista.</p><p>Un amore tortuoso e instabile reso tale dal carattere poco malleabile dei due personaggi e dalla gelosia esasperata che appartiene ad entrambi, dovuta soprattutto al fatto di non conoscere i loro reciproci passati. Litigi, incomprensioni e dolori portano Cosimo e Viola a dirsi addio, ma il ricordo di quel sentimento non abbandonerà mai il cuore del Barone. </p><p>“S'accorgeva che tante cose non gli importavano più, che senza Viola la vita non gli prendeva più sapore, che il suo pensiero correva sempre a lei. Più cercava, fuori dal turbine della presenza di Viola, di ripadroneggiare le passioni e i piaceri in una saggia economia dell'animo, più sentiva il vuoto da lei lasciato o la febbre d'attenderla”.</p><p><br /></p><p>In questo romanzo di formazione anche l’amore determina una scelta perché Cosimo, l’eroe della disobbedienza verso le norme che regolano la società, decide di voltare le spalle anche al sentimento più forte che abbia mai provato. E che la colpa sia sua o di Viola non importa, Cosimo sceglie di sua spontanea volontà di continuare a essere l’uomo che vive sugli alberi, di restare sospeso nel mondo e di essere fedele a quel disimpegno sociale che – nonostante provi a dimostrare il contrario – resterà sempre tale. </p><p>Ed ecco che il lettore riesce a immedesimarsi nel Barone, ecco che la me del passato e del presente leggendo e rileggendo le parole di Calvino e del suo protagonista concordano nel ritenere che questo romanzo sia l’inno della fragilità umana. Una fragilità che ci viene raccontata attraverso le amicizie, le esperienze, la cultura e l’amore che ogni uomo prova nella sua stessa vita, cose che gli riempiono l’esistenza e lo rendono completo, ma non per questo felice.</p><p>E allora Cosimo di Rondò è stato coraggioso o vigliacco? Determinato o ottuso? Non lo sapremo mai, neanche dopo aver letto l’ultima pagina, in cui Biagio ricorda suo fratello e il giardino in cui erano soliti giocare e dà sfogo a quella nostalgia ispirata dai ricordi e dai luoghi della sua infanzia.</p><p><br /></p><p>“Ora che lui non c’è mi pare che dovrei pensare a tante cose, la filosofia, la politica, la storia, seguo le gazzette, leggo i libri, mi ci rompo la testa, ma le cose che voleva dire lui non sono lì, è altro che lui intendeva, qualcosa che abbracciasse tutto, e non poteva dirla con parole ma solo vivendo come visse”.</p><p><br /></p><p>Una cosa, però, posso dirla. Il Barone rampante mi ha insegnato una cosa importante: capiterà sempre di restare intricati tra i rami e le spine della nostra esistenza, di sentirsi sospesi in un mondo tutto nostro mentre chi ci circonda porta avanti la sua vita con o senza di noi, ma fuggire da sé stessi e dalle proprie responsabilità non ci farà sentire meglio. Bisogna affrontare i nostri demoni e le nostre paure più profonde, restare con i piedi per terra, ma soprattutto avere il coraggio di accettarsi e di amarsi per quello che si è.</p><p>E se lo avesse fatto anche Cosimo, quale piega inaspettata avrebbe preso la sua vita?</p><p>Forse avrebbe avuto il coraggio di cambiare la sua storia, di scenderle dall’albero, di scegliere la vita, l’amore e non soffrire più.</p><p>Forse, oppure no.</p><p><br /></p><p><br /></p><p><br /></p><p><br /></p>Annamaria Petriccionehttp://www.blogger.com/profile/16615046913851957129noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8456438787333485075.post-14904179658779887362022-07-29T12:21:00.000+02:002022-07-29T12:21:00.500+02:00[Recensione]: “La luna argento” di Lorenzo Sassoli De Bianchi <p><span style="color: #741b47;"><b> <span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 14px; text-align: justify;">“Non era la luna nera di Lilith, quella della notte e dei morti, né la piccola luna crescente, la minuscola vergine bambina degli inizi. Non era neppure la luna fluttuante delle maree che si trasforma con il tempo: l’argento rappresentava il sommo chiarore della luna piena,il suo punto di massima elevazione”.</span></b></span></p>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhikOtu1lGUCfJc61Zg9bZYn4K8AW9HKzSZYDTkln2_yu12PpGKy7Pyj8nsRINXJW6rkqj9U6lH89tdpzm_Bg3IQ98tL7qfmf5pj8-GIYdvocuTF6TY-HAUDG3ANKBbFiQwr9MWkZHWP6ApR5rTW5qZJpWSOOwNyKG-oyp2mJk2s4RmxhPfQPIIUw/s1173/328F976B-998F-4AF7-8C9B-B58964764116.jpeg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1173" data-original-width="892" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhikOtu1lGUCfJc61Zg9bZYn4K8AW9HKzSZYDTkln2_yu12PpGKy7Pyj8nsRINXJW6rkqj9U6lH89tdpzm_Bg3IQ98tL7qfmf5pj8-GIYdvocuTF6TY-HAUDG3ANKBbFiQwr9MWkZHWP6ApR5rTW5qZJpWSOOwNyKG-oyp2mJk2s4RmxhPfQPIIUw/s320/328F976B-998F-4AF7-8C9B-B58964764116.jpeg" width="243" /></a></div><br /><p style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 14px; font-stretch: normal; line-height: normal; margin: 0px; min-height: 16.1px; text-align: justify;"><br /></p>
<p style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 14px; font-stretch: normal; line-height: normal; margin: 0px; min-height: 16.1px; text-align: justify;"><br /></p>
<p style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 14px; font-stretch: normal; line-height: normal; margin: 0px; min-height: 16.1px; text-align: justify;"><br /></p>
<p style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 14px; font-stretch: normal; line-height: normal; margin: 0px; text-align: justify;">Mentre leggevo il nuovo romanzo di Lorenzo Sassoli De Bianchi, “La luna argento”, ho pensato a mia nonna, a tutte le volte che mi ha detto di sentirsi sola, a quei giorni in cui mi ha raccontato la storia della sua vita davanti a un caffè e a tutti quei momenti in cui la sua età l’ha spinta a credere di essere ormai inutile. Così, mentre mi addentravo nella storia di Leone Caetani, ho deciso di recarmi da lei, leggerle qualche pagina e raccontargli questa vicenda, che ha finito per colpirla molto.</p>
<p style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 14px; font-stretch: normal; line-height: normal; margin: 0px; min-height: 16.1px; text-align: justify;"><br /></p>
<p style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 14px; font-stretch: normal; line-height: normal; margin: 0px 0px 3px;">Dopo la "La luna rossa" e "La luna bianca", Lorenzo Sassoli De Bianchi, torna in libreria con "La luna argento".</p>
<p style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 14px; font-stretch: normal; line-height: normal; margin: 0px 0px 3px; min-height: 16.1px;"><br /></p>
<p style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 14px; font-stretch: normal; line-height: normal; margin: 0px 0px 3px;">Il protagonista di questo romanzo è Leone Caetani, un poeta ormai dimenticato, che viene ricoverato al Santa Tea, un ospizio per anziani artisti e proprio qui assiste a un evento tragico: l’omicidio di Federico Brembani. </p>
<p style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 14px; font-stretch: normal; line-height: normal; margin: 0px 0px 3px; min-height: 16.1px;"><br /></p>
<p style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 14px; font-stretch: normal; line-height: normal; margin: 0px 0px 3px;">La polizia e il commissario Guidi iniziano a indagare, non solo sulla scomparsa di Brembani, ma sulle tante morti che sconvolgono giorno dopo giorno il Santa Tea, come Lepori avvelenato con i detersivi e Cocchi soffocato dal suo stesso cuscino.</p>
<p style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 14px; font-stretch: normal; line-height: normal; margin: 0px 0px 3px;">Possibile che nessuno conosca l’assassino? C’è davvero un assassino o si tratta di una serie di suicidi? E se esistesse un novello Caronte che dona la libertà della morte agli anziani, rispetto alla prigionia di un’esistenza vissuta da emarginati e in piena solitudine?</p>
<p style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 14px; font-stretch: normal; line-height: normal; margin: 0px 0px 3px; min-height: 16.1px;"><br /></p>
<p style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 14px; font-stretch: normal; line-height: normal; margin: 0px 0px 3px;">Saranno questa storia e i suoi misteri a dare nuova linfa vitale a Leone, la cui vita prenderà una piega inaspettata e carica di significato. </p>
<p style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 14px; font-stretch: normal; line-height: normal; margin: 0px 0px 3px; min-height: 16.1px;"><br /></p>
<p style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 14px; font-stretch: normal; line-height: normal; margin: 0px;">Tramite una vicenda colorata e incalzante, Lorenzo Sassoli De Bianchi affronta un tema importante, quello della condizione degli anziani, troppo spesso lasciati soli e dimenticati, che ancora hanno tanto da dare alla società e alle persone che gli stanno attorno.</p>
<p style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 14px; font-stretch: normal; line-height: normal; margin: 0px; min-height: 16.1px;"><br /></p>
<p style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 14px; font-stretch: normal; line-height: normal; margin: 0px;">Non posso che consigliare la lettura de’ “La luna argento” e raccomandarvi di recuperare i romanzi dello stesso autore, che tanto fanno riflettere e lasciano sempre al lettore un importante messaggio morale.</p>
<p style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 14px; font-stretch: normal; line-height: normal; margin: 0px; min-height: 16.1px;"><br /></p>
<p style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 14px; font-stretch: normal; line-height: normal; margin: 0px;">A presto,</p>
<p style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 14px; font-stretch: normal; line-height: normal; margin: 0px;">La vostra contessa.</p>
<p style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 14px; font-stretch: normal; line-height: normal; margin: 0px; min-height: 16.1px;"><br /></p>Annamaria Petriccionehttp://www.blogger.com/profile/16615046913851957129noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8456438787333485075.post-24775830950359034292022-02-17T22:52:00.002+01:002022-02-17T22:59:03.307+01:00[Recensione]: "Sempre tornare" di Daniele Mencarelli<p> </p><p><br /></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEhFOJUO0dt7E43AJY7s_SQHIvknzCa-Fp_bgAIOSn5sCFfTSi1zwPkgugIbh7exFUvy07_YCVjJXgxkGPxyXr1MBDHnk0_9gyvuAC6hDyelwKIsf6lWhUB8hwJ1pLDTJsxPQWKN4axvf1HbgiMA1JpABLAsKb7AYhMha-5R-kacHER6T2LGWvvcMQ=s2048" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1366" data-original-width="2048" height="289" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEhFOJUO0dt7E43AJY7s_SQHIvknzCa-Fp_bgAIOSn5sCFfTSi1zwPkgugIbh7exFUvy07_YCVjJXgxkGPxyXr1MBDHnk0_9gyvuAC6hDyelwKIsf6lWhUB8hwJ1pLDTJsxPQWKN4axvf1HbgiMA1JpABLAsKb7AYhMha-5R-kacHER6T2LGWvvcMQ=w400-h289" width="400" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="color: #990000; font-size: x-large;"><b>Titolo: </b><i>"Sempre tornare"</i></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="color: #990000; font-size: x-large;"><b>Autore: </b><i>Daniele Mencarelli</i></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="color: #990000; font-size: x-large;"><b>Casa editrice: </b><i>Mondadori</i></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="color: #990000; font-size: x-large;"><b>Pagine: </b><i>323</i></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="color: #990000; font-size: x-large;"><b>Prezzo: </b><i>19,00 </i></span><span face="arial, sans-serif" style="background-color: white; text-align: left;"><span style="color: #990000; font-size: x-large;">€</span></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="color: #990000; font-size: medium;"><b><i>"Come sono arrivato qui?</i></b></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="color: #990000; font-size: medium;"><b><i>Non intendo il luogo, il momento, ma qui sulla terra, generato da mia madre e mio padre". Mi dovrei far bastare questo: sono figlio dei miei genitori. Figlio di questo pianeta. Ma perché non mi basta? Perché mi ritrovo sempre a scavare dentro le cose, le persone?</i></b></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="color: #990000; font-size: medium;"><b><i>Lo faccio perché voglio capire. Perché una volta capito tutto, avrò la cura a questo dolore che porto da sempre. Alla nostalgia che mi parla una lingua che non capisco. Io non lo voglio più vivere questo dolore. Non voglio più vivermi dentro. La leggerezza. Vorrei essere leggero".</i></b></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="color: #990000; font-size: medium;"><b><i><br /></i></b></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span style="font-size: medium;">Questa volta non ce l'ho fatta, a pagina 66 di "Sempre tornare" mi sono scese delle copiose lacrime che sono cadute sulle parole "dolore" e "leggerezza", le quali si sono bagnate e ingrandite come succede con la carta stampata. Sono diventate grandi e grosse, un peso che Daniele, il protagonista del romanzo, deve portare sempre con sé e che non può lasciar andare facilmente, come invece fa con la sua valigia verde pisello, che abbandonerà durante un viaggio lungo due settimane</span><span style="font-size: large;">. </span><span style="font-size: medium;">Ma andiamo con ordine.</span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span style="font-size: medium;">Dico che questa volta non ce l'ho fatta a trattenere le lacrime, perché con Daniele Mencarelli è sempre difficile farlo. Già con "Tutto chiede salvezza" ero riuscita a irrompere in un pianto liberatorio solo dopo aver girato l'ultima pagina, perché con lui è tutto poesia, sentimento, intensità, anche i suoi ringraziamenti finali, in cui avevo trovato sentimenti di infinita dolcezza e speranza. Però, con questo suo ultimo lavoro, mi sono sentita subito affine, Daniele e la sua storia mi hanno letto dentro, presa per mano e condotta verso il dolore - proprio e degli altri- e la conoscenza più profonda di sé.</span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><br /></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span style="font-size: medium;">Siamo nell'agosto del 1991 - una vera coincidenza il fatto che si tratti proprio del mese e dell'anno in cui è nata la sottoscritta - e il diciassettenne Daniele, dopo una brutta serata trascorsa in compagnia di amici, decide di proseguire le sue vacanze da solo: partendo da Misano Adriatico avrà due settimane di tempo per raggiungere i Castelli romani e tornare a casa.</span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><br /></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><br /></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="color: #990000; font-size: medium;"><b><i>"Noi . Viviamo dentro vite inscatolate, quando fuori, in mano alla libertà, ci è concesso questo. Fare di ogni giorno una festa di incontri, di luoghi mai visti, di sconosciuti con cui ti metti a tavola come lo facessi da sempre".</i></b></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="color: #990000; font-size: medium;"><b><i><br /></i></b></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span style="color: #990000; font-size: medium;"><b><i><br /></i></b></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><br /></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span style="font-size: medium;">Daniele non ha soldi né documenti con sé e per questo dovrà vivere della generosità altrui. Il ragazzo macina chilometri su chilometri a piedi, dorme all'aria aperta, soffre il freddo, la sete e la fame, ma vive anche momenti irripetibili insieme a persone incontrate per caso, le quali gli offriranno non solo ospitalità, ma condivideranno con lui anche un pezzo della loro storia. È così che si scontrerà con la tristezza di Emma per la perdita di sua madre, la depressione di Manlio per la sua vita in solitudine, la rude arrendevolezza di Veleno per la perdita di sua moglie e il dolore che tutti i volti incontrati portano con sé e che Daniele fa proprio. </span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span style="font-size: medium;">Perché il nostro protagonista al dolore non si sa sottrarre, lo conosce bene e se lo porta sempre dietro come un amuleto. Voltargli le spalle non avrebbe senso, perché è porsi tanti interrogativi, riconoscersi negli altri, empatizzare con le loro disgrazie che serve a Daniele per sentirsi vivo e accettarsi per quello che è: uno che scava nelle cose in profondità, anche a costo di farsi male. </span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><br /></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span style="font-size: medium;">Non so dirvi se facendo autostop tra le meraviglie della nostra Italia, il protagonista del romanzo avrà trovato le risposte che cercava, ma io me lo immagino una volta arrivato alla meta, guardarsi indietro e dire a sé stesso "Bravo Daniele, tutto quello che hai incontrato, tutte le storie che hai ascoltato ora faranno sempre parte di te, fanne buon uso".</span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span style="font-size: medium;">Come io farò davvero buon uso delle parole di Daniele Mencarelli e del meraviglioso viaggio che mi ha fatto intraprendere, pregno di sentimenti autentici e tanta poesia.</span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><br /></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span style="font-size: medium;">Spero che la recensione possa convincervi a leggere "Sempre tornare", perché ne vale davvero la pena.</span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><br /></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span style="font-size: medium;">A presto, </span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span style="font-size: medium;">la vostra Contessa.</span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><br /></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><br /></span></div>Annamaria Petriccionehttp://www.blogger.com/profile/16615046913851957129noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8456438787333485075.post-56213089761454398462021-11-16T09:57:00.003+01:002021-11-16T09:57:57.399+01:00Recensione: La luna bianca di Lorenzo Sassoli De Bianchi<p> <span style="-webkit-text-stroke-color: rgb(0, 0, 0); -webkit-text-stroke-width: initial; font-family: "Times New Roman"; font-size: 14px; text-align: justify;">Titolo: La luna bianca</span></p>
<p style="-webkit-text-stroke-color: rgb(0, 0, 0); -webkit-text-stroke-width: initial; font-family: "Times New Roman"; font-size: 14px; font-stretch: normal; line-height: normal; margin: 0px; text-align: justify;">Autore: Lorenzo Sassoli De Bianchi</p>
<p style="-webkit-text-stroke-color: rgb(0, 0, 0); -webkit-text-stroke-width: initial; font-family: "Times New Roman"; font-size: 14px; font-stretch: normal; line-height: normal; margin: 0px; text-align: justify;">Casa editrice: Sperling&Kupfer</p>
<p style="-webkit-text-stroke-color: rgb(0, 0, 0); -webkit-text-stroke-width: initial; font-family: "Times New Roman"; font-size: 14px; font-stretch: normal; line-height: normal; margin: 0px; text-align: justify;">Pagine: 217</p>
<p style="-webkit-text-stroke-color: rgb(0, 0, 0); -webkit-text-stroke-width: initial; font-family: "Times New Roman"; font-size: 14px; font-stretch: normal; line-height: normal; margin: 0px; text-align: justify;">Prezzo: 16,90 euro</p>
<p style="-webkit-text-stroke-color: rgb(0, 0, 0); -webkit-text-stroke-width: initial; font-family: "Times New Roman"; font-size: 14px; font-stretch: normal; line-height: normal; margin: 0px; min-height: 16.1px; text-align: justify;"><br /></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEilppPepSFNWOvJ3jvsektJXEdbZglj0ZVhhhwKFXY63DlO9MOJGygJCtiwdvzHGRCGns6Q2OabfRBJ18KNBvLLGXVcV2T4fmbm4b8KMcpvW0P0p9bl6LJPONRVSbgc6x6IVu8mcvFX/s2048/2168117E-4EAC-4DF6-9931-99BDB8119F96.jpeg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1541" data-original-width="2048" height="241" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEilppPepSFNWOvJ3jvsektJXEdbZglj0ZVhhhwKFXY63DlO9MOJGygJCtiwdvzHGRCGns6Q2OabfRBJ18KNBvLLGXVcV2T4fmbm4b8KMcpvW0P0p9bl6LJPONRVSbgc6x6IVu8mcvFX/s320/2168117E-4EAC-4DF6-9931-99BDB8119F96.jpeg" width="320" /></a></div><br /><p style="-webkit-text-stroke-color: rgb(0, 0, 0); -webkit-text-stroke-width: initial; font-family: "Times New Roman"; font-size: 14px; font-stretch: normal; line-height: normal; margin: 0px; min-height: 16.1px; text-align: justify;"><br /></p>
<p style="-webkit-text-stroke-color: rgb(0, 0, 0); -webkit-text-stroke-width: initial; font-family: "Times New Roman"; font-size: 14px; font-stretch: normal; line-height: normal; margin: 0px; min-height: 16.1px; text-align: justify;"><br /></p>
<p style="-webkit-text-stroke-color: rgb(0, 0, 0); -webkit-text-stroke-width: initial; font-family: "Times New Roman"; font-size: 14px; font-stretch: normal; line-height: normal; margin: 0px; text-align: justify;">“Se di notte non riesci a dormire è perché sei nei sogni di qualcun altro”, mia mamma continua a ripetermelo da metà della mia vita, fin dal primo momento in cui ho scoperto di aver ereditato da mio padre il gene dell’insonnia.</p>
<p style="-webkit-text-stroke-color: rgb(0, 0, 0); -webkit-text-stroke-width: initial; font-family: "Times New Roman"; font-size: 14px; font-stretch: normal; line-height: normal; margin: 0px; text-align: justify;">Sarebbe davvero molto bello legare questo fastidiosissimo disturbo a qualcosa di magico e romantico, ma io non sono mai riuscita a vederci nessun lato positivo nell’addormentarmi con difficoltà e svegliarmi il giorno dopo con le sembianze di uno zoombie. </p>
<p style="-webkit-text-stroke-color: rgb(0, 0, 0); -webkit-text-stroke-width: initial; font-family: "Times New Roman"; font-size: 14px; font-stretch: normal; line-height: normal; margin: 0px; min-height: 16.1px; text-align: justify;"><br /></p>
<p style="-webkit-text-stroke-color: rgb(0, 0, 0); -webkit-text-stroke-width: initial; font-family: "Times New Roman"; font-size: 14px; font-stretch: normal; line-height: normal; margin: 0px; text-align: justify;">Con questa premessa potrete capire presto, perché la vicenda raccontata dal neurologo e imprenditore Lorenzo Sassoli de Bianchi, mi abbia appassionata tanto.</p>
<p style="-webkit-text-stroke-color: rgb(0, 0, 0); -webkit-text-stroke-width: initial; font-family: "Times New Roman"; font-size: 14px; font-stretch: normal; line-height: normal; margin: 0px; min-height: 16.1px; text-align: justify;"><br /></p>
<p style="-webkit-text-stroke-color: rgb(0, 0, 0); -webkit-text-stroke-width: initial; font-family: "Times New Roman"; font-size: 14px; font-stretch: normal; line-height: normal; margin: 0px; text-align: justify;">Protagonisti del romanzo sono Arturo e Corallo, due fratelli davvero sui generis, che uniscono le loro forze e capacità, per poter scoprire una cura alla sindrome della luna bianca: una malattia mortale che ha contagiato tutta la città e che ha come sintomi l’impossibilità di dormire, l’euforia, la mancanza di lucidità e la perdita di memoria. </p>
<p style="-webkit-text-stroke-color: rgb(0, 0, 0); -webkit-text-stroke-width: initial; font-family: "Times New Roman"; font-size: 14px; font-stretch: normal; line-height: normal; margin: 0px; min-height: 16.1px; text-align: justify;"><br /></p>
<p style="-webkit-text-stroke-color: rgb(0, 0, 0); -webkit-text-stroke-width: initial; font-family: "Times New Roman"; font-size: 14px; font-stretch: normal; line-height: normal; margin: 0px; text-align: justify;">In seguito alla morte della loro zia Rebecca, i due fratelli si interrogano sulle cause e le conseguenze della luna bianca e iniziano a collaborare con la neurologa Luisa Garesi, prestando i loro cervelli alla scienza e alla ricerca disperata di una soluzione che possa interrompere l’epidemia di insonnia.</p>
<p style="-webkit-text-stroke-color: rgb(0, 0, 0); -webkit-text-stroke-width: initial; font-family: "Times New Roman"; font-size: 14px; font-stretch: normal; line-height: normal; margin: 0px; min-height: 16.1px; text-align: justify;"><br /></p>
<p style="-webkit-text-stroke-color: rgb(0, 0, 0); -webkit-text-stroke-width: initial; font-family: "Times New Roman"; font-size: 14px; font-stretch: normal; line-height: normal; margin: 0px; text-align: justify;">La cosa che mi ha molto incuriosita, è il modo in cui l’autore si soffermi non solo sugli aspetti negativi della malattia - veglia continua e micidiale -, ma anche su quelli positivi come la creatività, l’aver a disposizione più tempo per svolgere tutti gli impegni e le attività della vita e infinita vitalità.</p>
<p style="-webkit-text-stroke-color: rgb(0, 0, 0); -webkit-text-stroke-width: initial; font-family: "Times New Roman"; font-size: 14px; font-stretch: normal; line-height: normal; margin: 0px; min-height: 16.1px; text-align: justify;"><br /></p>
<p style="-webkit-text-stroke-color: rgb(0, 0, 0); -webkit-text-stroke-width: initial; font-family: "Times New Roman"; font-size: 14px; font-stretch: normal; line-height: normal; margin: 0px; text-align: justify;">Questo è ciò che succede a Corallo, quando viene contagiato dalla luna bianca. Diventa instancabile, si dedica costantemente alla costruzione di un sottomarino con il quale ritiene di poter raggiungere la defunta moglie, scrive poesie e ascolta Bach, perché afferma che la musica lo aiuta a convivere con l’insonnia. </p>
<p style="-webkit-text-stroke-color: rgb(0, 0, 0); -webkit-text-stroke-width: initial; font-family: "Times New Roman"; font-size: 14px; font-stretch: normal; line-height: normal; margin: 0px; text-align: justify;">Nel frattempo, però, la professoressa Garesi, Arturo, sua figlia Carolina e si suoi nipoti, lo vedono spegnersi e sanno perfettamente quale destino lo attenderà.</p>
<p style="-webkit-text-stroke-color: rgb(0, 0, 0); -webkit-text-stroke-width: initial; font-family: "Times New Roman"; font-size: 14px; font-stretch: normal; line-height: normal; margin: 0px; min-height: 16.1px; text-align: justify;"><br /></p>
<p style="-webkit-text-stroke-color: rgb(0, 0, 0); -webkit-text-stroke-width: initial; font-family: "Times New Roman"; font-size: 14px; font-stretch: normal; line-height: normal; margin: 0px; text-align: justify;">In un’atmosfera mistica e quasi irreale, in cui fantasia e realtà si incontrano e si scontrano fino a diventare un tutt’uno, abbracciando la letteratura di Marquez, le pagine di Kafka, le parole di Joyce e un pizzico d’arte, si consuma il romanzo di De Bianchi, fatto di buoni sentimenti, emozioni vivaci e di un emozionante lieto fine.</p><div><br /></div>Annamaria Petriccionehttp://www.blogger.com/profile/16615046913851957129noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8456438787333485075.post-38393500268883091242021-03-13T11:49:00.001+01:002021-03-13T11:49:14.212+01:00[Recensione]: “L’arte di restare a galla” di Valentina Ferrari<h2 style="text-align: center;"><span style="font-size: medium;"><span style="color: #660000;"> “</span><span style="color: #990000;"><span style="text-align: left;">Oggi ho compiuto trent’anni e se qualcuno mi chiedesse se era proprio così che avrei immaginato la vita a trent’anni la mia risposta sarebbe chiara, senza esitazioni: assolutamente no.”</span></span></span></h2><div><span style="font-size: medium;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgw_boiI3S0vfCjBNw-CAdwb_e_frq4NS-bo-1UXipij5HZPOc3rHSkSi0KU0wZxAYzx9t4JOgBmhjhv_bxbV8qe0LgNkphyphenhyphenpbB09hYuuF0CFRIoUBwULrHMW_4Ec4CjGf6ShVYCT8Z/s1312/A8E02548-1AA8-4CB4-BBF5-A9E6A3218AFC.jpeg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1312" data-original-width="800" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgw_boiI3S0vfCjBNw-CAdwb_e_frq4NS-bo-1UXipij5HZPOc3rHSkSi0KU0wZxAYzx9t4JOgBmhjhv_bxbV8qe0LgNkphyphenhyphenpbB09hYuuF0CFRIoUBwULrHMW_4Ec4CjGf6ShVYCT8Z/s320/A8E02548-1AA8-4CB4-BBF5-A9E6A3218AFC.jpeg" /></a></div><br /><span style="color: #990000;"><br /></span></span></div><div><span style="font-size: medium;"><span style="color: #990000;"><br /></span></span></div><div style="text-align: justify;">Essere dei trentenni nella società attuale non è di certo semplice. La pressione a cui siamo sottoposti dal futuro che i nostri genitori desiderano per noi, dalle frecciatine che la zia acida a Natale ci riversa addosso; dagli amici con un lavoro, una casa e prole al seguito, di certo non ci consentono di vivere la nostra vita in maniera libera, lontana dai luoghi comuni e all’altezza dei nostri sogni.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Sì, perché a trent’anni sei ormai un adulto a tutti gli effetti e secondo una mentalità retrograda, ma ancora ben radicata nella mente dei ben pensanti, se non hai un lavoro fisso, un marito e hai messo in cantiere almeno un figlio, puoi ritenerti un fallito.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">A raccontarci in modo brillante, ironico e frizzante, il calvario di noi trentenni è Valentina Ferrari, con il suo romanzo “L’arte di restare a galla”.</div><div style="text-align: justify;">La protagonista è Amelia, una ragazza dai lunghi capelli biondi, studiosa e intelligente, ma abbastanza sfortunata. Vive nella cantina dei suoi e per conquistarsi un minimo di indipendenza svolge tre lavori: scrive per una rivista di hipster; porta a spasso il cane della signora Masi e fa la cameriera in un pub. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Il suo ragazzo, Andrea, divide ancora il tetto con i genitori e insegue un unico sogno: quello di vivere delle sue poesie. Dopo una lunga relazione non sente ancora la necessità di prendersi le sue responsabilità, di pensare a costruire un futuro con Amelia. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Intanto, la nostra protagonista, tra un attacco di panico e una crisi di pianto, incontra sulla sua strada tutte le difficoltà che noi giovani adulti ci troviamo ad affrontare: colloqui di lavoro fallimentari - soprattutto se sei donna, perché prima o poi desidererai avere un figlio e la maternità per molti datori di lavoro non è per niente contemplata - turbamenti sentimentali legati alla ricerca di quella stabilità che tanto agognamo e quel timore di non farcela, che ci fa restare svegli la notte e ci tormenta tutto il giorno.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Quello che ho apprezzato tantissimo di questo romanzo, è proprio il messaggio finale che vuole lasciarci l’autrice, che è reso esplicito dalla presa di coscienza di Amelia. </div><div style="text-align: justify;">Non importa quali obiettivi pensavi di raggiungere al compimento dei 30 anni, perché la vita è quello che ti capita tra un progetto e l’altro. Se Amelia avesse realizzato la sua idea di vita perfetta da donna sposata e madre, probabilmente non avrebbe mai incontrato Alberto, Milvia, Lidia e Viola, i suoi simpatici amici attempati che parlano in romanesco e le regalano sorrisi anche nelle giornate più difficili; non si sarebbe riscoperta una donna multitasking alle prese con ben tre lavori diversi e, infine, non avrebbe conosciuto Federico, il principe azzurro delle fiabe. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Perché la vita non finisce a 30 anni, inizia semplicemente una fase più matura e consapevole, ma non per questo meno bella. </div>Annamaria Petriccionehttp://www.blogger.com/profile/16615046913851957129noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8456438787333485075.post-91579566457367329922020-11-09T10:48:00.001+01:002020-11-09T10:48:54.783+01:00[BLOGTOUR]: “ALICE, DOROTHY, WENDY - LE TRE FIGURE FEMMINILI”<p><br /></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjijXokmFQkcjn58ZXrKJSp0eP11GeIt4rA3SManKC4yt9VnwCewCSrJvnUF5PK9KuR4g6hrPV9nWSyHKMhQMMC_Fr8yS8GYP5eSXVb9btTqoNMdYDH3MnOwAl0F5eJXoMBENw75l4u/s1442/15D0A5D8-721D-4C51-9356-6ED1BDB5076F.jpeg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1442" data-original-width="1000" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjijXokmFQkcjn58ZXrKJSp0eP11GeIt4rA3SManKC4yt9VnwCewCSrJvnUF5PK9KuR4g6hrPV9nWSyHKMhQMMC_Fr8yS8GYP5eSXVb9btTqoNMdYDH3MnOwAl0F5eJXoMBENw75l4u/s320/15D0A5D8-721D-4C51-9356-6ED1BDB5076F.jpeg" /></a></div><p>Ciao a tutti miei cari lettori, sono tornata su questi schermi per parlarvi di una meravigliosa nuova uscita edita Oscar Vault: “Alice, Dorothy e Wendy”, tre personaggi che hanno affollato le nostre menti di bambini con le loro storie fantastiche e che non siamo mai riusciti davvero ad abbandonare. Ma perché queste tre figure femminili sono davvero così affascinanti? Riflettiamoci insieme, perché la risposta è davvero più semplice di ciò che pensiamo.</p><p>In un mondo di principesse, regine, fanciulle che hanno bisogno di essere salvate e sentono la necessità di trovare un principe azzurro, Alice, Dorothy e Wendy sono delle figure controcorrente, a tratti brillanti e completamente atipiche.</p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhZ7r5ZLvry-h4NFVHBV0dsxPHX-U4NAzv_toCO_Rc-_ADnOyTkiJ5H6gwtBqjqTQ4pj9q-5QluGnfoVY5GHNtIUYMZeWET2dDve7Q43WiQ-gF2zS2VmAGQrh9jhxq3i_419nqhU4Wk/s340/267973EB-DDA0-47D6-AED7-EA9F2D89EF9F.jpeg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="340" data-original-width="230" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhZ7r5ZLvry-h4NFVHBV0dsxPHX-U4NAzv_toCO_Rc-_ADnOyTkiJ5H6gwtBqjqTQ4pj9q-5QluGnfoVY5GHNtIUYMZeWET2dDve7Q43WiQ-gF2zS2VmAGQrh9jhxq3i_419nqhU4Wk/s320/267973EB-DDA0-47D6-AED7-EA9F2D89EF9F.jpeg" /></a></div><p><br /></p><p>Il romanzo scritto da Lewis Caroll ha per protagonista una coraggiosa ragazzina bionda che si perde in un mondo fantastico - dopo essere caduta nella tana di un coniglio - e lì non incontra l’uomo della sua vita, ma una serie di personaggi meravigliosi e totalmente strambi.</p><p>Il gatto di Chesire grosso, matto, ma anche tanto arguto e furbo; il Cappellaio Matto con la sua perenne passione per l’ora del tè e le sue particolari “perle di saggezza” e ancora il Brucaliffo di poche parole, suscettibile e sempre attaccato al suo narghilè.</p><p>Alice con il suo vestitino azzurro pallido e il colletto bianco, incontra tutte queste figure particolari, a volte anche inquietanti, parla con loro, va incontro alle difficoltà e così si impone come una figura ribelle che sceglie da sola la strada da percorrere, compie degli errori e si corregge portandosi in salvo con le sue forze.</p><p>Il romanzo di Caroll è stato scritto in epoca vittoriana, periodo in cui le donne non avevano grandi possibilità di imporre la propria indipendenza e autonomia. Ecco perché Alice è un ragazza straordinaria, che si gode la vita, parla con la sua mente e affronta gli ostacoli che trova sul cammino con la sua intelligenza e caparbietà.</p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj8jsJKZkXOLJ5Dkp_z9H4o8jDxGQQSOdBQwur1mjwzU_Y1lTEy5jRiBww08WfCaZD2jSNU3mc8PYm96DHksosZ85IiukyeQtFo7W5SS739gfs0geCTdzkKhfZ6UNOSfkb8T98Ohfeg/s1200/F8969131-37A8-4E78-85A5-013F13567A9B.jpeg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="894" data-original-width="1200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj8jsJKZkXOLJ5Dkp_z9H4o8jDxGQQSOdBQwur1mjwzU_Y1lTEy5jRiBww08WfCaZD2jSNU3mc8PYm96DHksosZ85IiukyeQtFo7W5SS739gfs0geCTdzkKhfZ6UNOSfkb8T98Ohfeg/s320/F8969131-37A8-4E78-85A5-013F13567A9B.jpeg" width="320" /></a></div><p><br /></p><p>Un altro personaggio interessante è quello di Wendy Darling, la protagonista femminile del romanzo di JM Barrie. A questo punto devo dirvelo: io le persone che parlano di una sindrome di Wendy non le ho mai capite. Come si fa ad affermare che questa ragazza sia dipendente da Peter Pan e che si comporti da crocerossina?</p><p>Sì, Wendy si prende cura dei suoi fratelli sull’Isola che non c’è, ma questo perché - anche se durante il romanzo presenta un rifiuto verso la vita da adulta - nei fatti è l’unica a dimostrare un forte senso di responsabilità che la porta a vestire spesso i panni di “madre”, anche nei confronti dei Ragazzi Perduti.</p><p>Proprio lei, si rende subito conto che l’esperienza vissuta con Peter Pan l’ha cambiata, rendendola nei fatti una giovane donna, la quale è pronta a raccogliere i frutti della sua crescita e che finalmente non ha più paura della parola “adulta”.</p><p>Che poi alla fine, diciamoci la verità: noi donne siamo sempre un passo avanti agli uomini in fatto di maturità e Wendy ce lo ha mostrato fin dall’infanzia!</p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg0vJUTFfZ30gsc5XarCYJ2SwTVstChhsyhsj3DGIXxkCJNVuJ741Qu3FQXfy1UXb5gldGiLc4gKtQS59WJEWhIi4seh7ACGBpPFUKHWqeRIbUYM9zP9-xCmLmfTzOuPJUto0jV-T-w/s1600/8DCB3CFB-93F1-4946-B301-9559C2814189.jpeg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1262" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg0vJUTFfZ30gsc5XarCYJ2SwTVstChhsyhsj3DGIXxkCJNVuJ741Qu3FQXfy1UXb5gldGiLc4gKtQS59WJEWhIi4seh7ACGBpPFUKHWqeRIbUYM9zP9-xCmLmfTzOuPJUto0jV-T-w/s320/8DCB3CFB-93F1-4946-B301-9559C2814189.jpeg" /></a></div><br /><p><br /></p><p>E Dorothy? All’inizio, rispetto alle altre due figure di cui ho già parlato in questo articolo, appare una ragazzina molto impaurita e debole, sicuramente ci sembra impossibile che possa affrontare il magico e bizzarro mondo di Oz con il solo aiuto del suo cagnolino Toto e di 3 strambi personaggi: l’uomo di latta, un leone codardo e uno spaventapasseri.</p><p>Invece, la vera forza di questa protagonista femminile è proprio la sua evoluzione: il pericolo costante, l’essere sballottata in un contesto completamente diverso dalla sua quotidianità, fa in modo che Dorothy trovi in sé la forza interiore per abbattere le difficoltà e tornare a casa con il suo cagnolino.</p><p>Dorothy diventa una donna forte, simbolo non solo della lotta contro il male - sconfigge la Strega cattiva dell’Ovest - ma di tutte coloro che si trovano in una situazione sfavorevole e affrontando il pericolo, riescono a migliorarla. </p><p>Spero che queste riflessioni su Alice, Wendy e Dorothy vi abbiano ispirati o quanto meno incuriositi, ma soprattutto che vi spronino a rileggere le storie di queste tre ragazze, guardandole sotto una nuova luce, più ribelle, più atipica, più consapevolmente femminile.</p><p>Un abbraccio a tutti voi e a presto</p><p>La contessa rampante</p>Annamaria Petriccionehttp://www.blogger.com/profile/16615046913851957129noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8456438787333485075.post-4171496536188109162020-03-18T12:28:00.000+01:002020-03-18T12:28:59.444+01:00[Recensione]: "Il ritratto" di Ilaria Bernardini<div style="text-align: center;">
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg_Q4L33WnKpS9iaDs046oE8KqQy-_kr22Q963d9SjP8hiKiqRGZ0QPfGeSWa1iz-Xsy5-obhH2Hw_vPOp222gSc-Q5eVeyoEg30IfdH8aHRR52RDWELzvXlXyfhNPzEqIYJZi9iukD/s1600/8A8ABBF4-13B4-4915-8534-4E49D1C68137.jpeg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1180" data-original-width="768" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg_Q4L33WnKpS9iaDs046oE8KqQy-_kr22Q963d9SjP8hiKiqRGZ0QPfGeSWa1iz-Xsy5-obhH2Hw_vPOp222gSc-Q5eVeyoEg30IfdH8aHRR52RDWELzvXlXyfhNPzEqIYJZi9iukD/s320/8A8ABBF4-13B4-4915-8534-4E49D1C68137.jpeg" width="208" /></a></div>
<br /></div>
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<br /></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #660000; font-size: large;"><b>Titolo: </b><i>Il ritratto</i></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #660000; font-size: large;"><b>Autore: </b><i>Ilaria Bernardini</i></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #660000; font-size: large;"><b>Casa editrice: </b>Mondadori</span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #660000; font-size: large;"><b>Data di pubblicazione: </b><i>28 Gennaio 2020</i></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #660000; font-size: large;"><b>Pagine: </b><i>369</i></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #660000; font-size: large;"><b>Prezzo: </b><i>19,00 €</i></span></div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #660000; font-size: large;"><b>Sinossi</b></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #660000; font-size: large;"><b><br /></b></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #660000;">Valeria Costas, è una scrittrice amata in tutto il mondo, ha dedicato la sua vita ai libri e al suo grande amore Martìn Aclà. Mentre lei vive solo a Parigi, lui abita a Londra con moglie e figli. I due sono amanti da più di 25 anni e nessuno sa di loro. Quando Valeria scopre alla radio che Martìn ha avuto un ictus, il suo mondo crolla. Deve trovare un modo per vederlo e stare con lui, così escogita un piano: commissiona il proprio ritratto alla moglie di Martìn, Isla Lawndale, una famosa pittrice e grazie a questa bugia riesce a inserirsi in casa Aclà. </span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #660000;">Così Valeria e Isla si ritrovano una davanti all'altra, affascinate e intimorite l'una dell'altra. Giorno dopo giorno le due donne si studiano e cominciano a raccontarsi, creando un'intimità sempre più profonda. Isla capirà tutto? Valeria confesserà? Per scoprirlo dovrete leggere il ritratto.</span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #660000;"><br /></span></div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEizy1rRCV-p8oMf9rQ8N4HDNWN9y47u94j8oUKf17CJOnQ1TUyW5t7B4G_sj31DzsZCgsTvMR4CgvJSFZfVuhCfjueynGHNGWq92hz9ylLnc6eJ7dQ6fXL14i77Zy795H0nWaCWGIjG/s1600/1026561B-05F2-4034-9474-128BA3D117A2.jpeg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1258" data-original-width="1600" height="313" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEizy1rRCV-p8oMf9rQ8N4HDNWN9y47u94j8oUKf17CJOnQ1TUyW5t7B4G_sj31DzsZCgsTvMR4CgvJSFZfVuhCfjueynGHNGWq92hz9ylLnc6eJ7dQ6fXL14i77Zy795H0nWaCWGIjG/s400/1026561B-05F2-4034-9474-128BA3D117A2.jpeg" width="400" /></a></div>
<span style="color: #660000;"><br /></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #660000; font-size: large;"><b>Recensione</b></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #660000; font-size: large;"><b><br /></b></span></div>
<div style="text-align: justify;">
Leggo davvero tanti libri, una cinquantina all'anno più o meno. Durante la lettura mi capita di accedermi di rabbia, di detestare personaggi, di sorridere per delle frasi che forse direi anche io, ma difficilmente accade che mi emozioni. Davanti a un film sempre, a teatro pure, ma un libro per commuovermi deve davvero farmi soffrire, graffiarmi dentro e lasciarmi un ricordo importante.</div>
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Con "Il ritratto" di Ilaria Bernardini mi è successo proprio questo. </div>
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<br /></div>
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La storia che racconta l'autrice è davvero realistica e appassionate, tanto da macinare pagine e pagine e non accorgervene neanche. Protagonista è Valeria Costas, una scrittrice famosa che è amante di un uomo da più di 25 anni. La parola amante è, però, riduttiva. Perché lei e Martìn si amano da sempre, anche se lui ha una moglie e tre figli. Un giorno la vita della donna è sconvolta da una terribile notizia che apprende alla radio: Martìn ha avuto un ictus, è costretto a letto e deve la sua vita a dei macchinari a cui è attaccato. Valeria deve trovare un modo per rivedere l'uomo che ama e così si aggrappa a un piano disperato: un ritratto commissionato alla celebre pittrice Isla Lawndale, moglie di Martìn.</div>
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<br /></div>
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<span style="color: #990000;"><br /></span></div>
<div style="text-align: center;">
<b><i><span style="color: #990000;">"Cosa vuol dire amare? Come sopravviviamo alla nostra storia, al nostro dolore? È un racconto sul lasciare andare via tutto, la vita, il possesso, la gelosia, la giovinezza, il passato, il presente. Sulla resa e la sopravvivenza. Infine, sul lasciare andare anche il desiderio di sopravvivere e imparare a scomparire".</span></i></b></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #660000;"><b><i><br /></i></b></span></div>
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<br /></div>
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Valeria affida alle pagine dei libri che scrive i suoi pensieri e la sua stessa vita: l'amore per Martìn, quella terra greca a cui resta legato il ricordo di sua madre Theodora e della sorella Sybilla, il volto di un padre che non c'è mai stato e tanto altro. Perché non c'è solo Valeria, Martìn e Isla, ma un mondo di eventi e personaggi legati a queste tre figure principali di cui piano piano Ilaria Bernardini ritrae i volti e le storie personali, con stralci di racconti, momenti ed eventi significativi che il lettore raccoglie qua e là, ricostruendo l'intero puzzle narrativo del romanzo. </div>
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<br /></div>
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<br /></div>
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<b><i><span style="color: #990000;">"Non riesci a finire le cose dolorose?" aveva chiesto lei.</span></i></b></div>
<div style="text-align: center;">
<b><i><span style="color: #990000;">"E con la vita come fai?"</span></i></b></div>
<div style="text-align: center;">
<b><i><span style="color: #990000;">"Infatti soffro"aveva detto Martìn.</span></i></b></div>
<div style="text-align: center;">
<b><i><span style="color: #990000;"><br /></span></i></b></div>
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<b><i><span style="color: #990000;"><br /></span></i></b></div>
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Valeria è l'amante, ma in poco tempo diventa l'amica dell'altra, la confidente di sua figlia, un volto familiare a cui ci si può appoggiare per rendere meno dolorosa la sofferenza. E questa non è finzione, non è approfittare del nemico. La Costas davvero si affeziona all'anima fragile di Isla e a quella ribelle dell'adolescente Antonia, forse per uno scherzo del destino o semplicemente perché anche lei ha bisogno di amore e consolazione. </div>
<div style="text-align: justify;">
Tutto ciò accade non senza che la famosa scrittrice continui a porsi degli interrogativi, ma solo uno è quello a cui fanno perno tutti gli altri: ama Martìn talmente tanto da non lasciarlo andare? Ama Martìn talmente poco da non lasciare in pace la sua famiglia?</div>
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<br /></div>
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<br /></div>
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Tra bugie, sotterfugi, passioni e fughe si consuma il dramma di Valeria, una donna che si è sempre sentita sola, senza rendersi conto di essere stata proprio lei a volerlo. </div>
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<br /></div>
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<br /></div>
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Ho cercato di non raccontarvi troppo di questo romanzo, perché voglio che lo scopriate da voi, mettendo insieme quei famosi pezzi del puzzle di cui vi ho parlato. </div>
<div style="text-align: justify;">
Vi lascio con un consiglio: durante questa quarantena forzata regalatevi una storia meravigliosa e commuovente e non abbiate timore di far scorrere le lacrime e di emozionarmi, perché succederà ed in questo momento ne abbiamo davvero bisogno.</div>
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<br /></div>
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<br /></div>
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A presto, </div>
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La vostra Contessa</div>
<div style="text-align: justify;">
<b><i><span style="color: #990000;"><br /></span></i></b></div>
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<b><i><span style="color: #990000;"><br /></span></i></b></div>
<div style="text-align: center;">
<b><i><span style="color: #990000;"><br /></span></i></b></div>
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<b><i><span style="color: #990000;"><br /></span></i></b></div>
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<b><i><span style="color: #990000;"><br /></span></i></b></div>
Annamaria Petriccionehttp://www.blogger.com/profile/16615046913851957129noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-8456438787333485075.post-49873906613121173832019-10-16T11:28:00.000+02:002019-10-16T11:29:28.958+02:00[Recenione]: "Un anno felice" di Chiara Francini<div style="text-align: center;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhFyEvOu8N62W13y5EpugcWNkJHoXrFtDYiTIFUtCtn8AydfLhcZsQgemGDk5B8Si-ySuK0Rdywb7Ri524JHWjI-k4xwgOPdlMius-U4wbXPcAbULijCi2as_9_2FUrDyIks3AbhPBe/s1600/chiara+Francini+2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="639" data-original-width="960" height="266" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhFyEvOu8N62W13y5EpugcWNkJHoXrFtDYiTIFUtCtn8AydfLhcZsQgemGDk5B8Si-ySuK0Rdywb7Ri524JHWjI-k4xwgOPdlMius-U4wbXPcAbULijCi2as_9_2FUrDyIks3AbhPBe/s400/chiara+Francini+2.jpg" width="400" /></a></div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #990000; font-size: large;"><b>Titolo: </b><i>Un anno felice</i></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #990000; font-size: large;"><b>Autore: </b><i>Chiara Francini</i></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #990000; font-size: large;"><b>Editore: </b><i>Rizzoli</i></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #990000; font-size: large;"><b>Pagine: </b><i>343</i></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #990000; font-size: large;"><b>Data di pubblicazione: </b><i>25 Giugno 2019</i></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #990000; font-size: large;"><b>Prezzo: </b><i>€ 18,00</i></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #990000; font-size: large;"><i><br /></i></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #990000; font-size: large;"><i><br /></i></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #990000; font-size: large;"><b>Recensione</b></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #990000; font-size: large;"><b><br /></b></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #990000; font-size: large;"><b><br /></b></span></div>
<div style="text-align: justify;">
Melania e Beatrice, due nomi che non appartengono alla stessa persona, due nomi affibbiati alla protagonista di "Un anno felice" da sua madre Susy, la quale sperava che omaggiare due grandi donne della letteratura potesse essere di buon auspicio per la figlia. Beatrice, la donna angelo amata da Dante, sublime ed eterea. Melania, un'anima pia e devota che rimanda al celebre personaggio di Via col vento. Melania Beatrice, però, è colta, buffa, allegra, sopra le righe e goffa, ma soprattutto lei non si è mai sentita una Melania, piuttosto la sua antitesi: la caparbia e forte Rossella.</div>
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<br /></div>
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<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Melania vive a Firenze con la sua amica di sempre Franca, con la quale ha stretto un patto lecito e infrangibile da ragazze fuori corso, come loro amano definirsi: dormire nello stesso letto fino a quando una delle due non troverà l'amore.</div>
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<br /></div>
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Nell'incantevole cornice del capoluogo toscano, la protagonista di "Un anno felice", durante una tranquilla e abitudinaria merenda - rigorosamente a base di schiacciata - presso il locale dei suoi amici Giorgio e Gino, fa la conoscenza di Axel. Quest'ultimo è un uomo molto affascinante che per Melania incarna - almeno fisicamente - l'uomo ideale, quel principe azzurro a cui non ha mai smesso di credere. </div>
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<br /></div>
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Moro, occhi quasi a mandorla, pelle olivastra e un nome che rimanda al grande amore della regina Maria Antonietta: Hans Axel Fersen. </div>
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<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Melania se ne innamora perdutamente, ma contro ogni previsione - vista la sua descrizione fisica - Axel è svedese e la donna sa che se vuole coronare il suo sogno d'amore dovrà seguirlo nella sua patria.</div>
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<br /></div>
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<br /></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #660000;"><b><i>"L'amore capita come le grazie. Si impara quando ti piomba addosso. È lui stesso che ci insegna lacerandoci e premiandoci di continuo. È un istinto. Solo che non capiamo quando inizia il premio e quando la tortura. Ed è lì che bisogna imparare, imparare a salvarsi. E a riderci su".</i></b></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #660000;"><b><i><br /></i></b></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #660000;"><b><i><br /></i></b></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #660000;"><b><i><br /></i></b></span></div>
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La felicità, però, ha un prezzo. Abbandonare la propria stabilità, perdere gli equilibri e riorganizzare la propria vita. È questo il destino a cui va incontro Melania, una nuova realtà tutta da affrontare fatta di parenti scomodi, della freddezza e del rigore svedesi. Tutto ciò che nell'esistenza di Melania non c'è mai stato. Tuttavia, nonostante le difficoltà, questa meravigliosa donna fiorentina si dimostra combattiva e pronta a tutto pur di continuare a vivere la sua fiaba d'amore. </div>
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Infatti, anche in Svezia, riesce a portare avanti il suo lavoro di editor, a trovare una stimolante occupazione e a circondarsi di meravigliosi amici.</div>
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L'interrogativo che continua, però, a imporsi nella mente del lettore è: gli sforzi di Melania verranno ricompensati? Sarà abbastanza?</div>
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<br /></div>
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Per scoprirlo dovete leggere "Un anno felice", il terzo sorprendente romanzo di Chiara Francini, che con questa sua nuova storia riesce a spiazzare totalmente i lettori.</div>
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Un inizio che sembra essere l'incipit di una vera e propria fiaba che farebbe presupporre un facile, veloce e stucchevole lieto fine, invece, si rivela essere tutt'altro. </div>
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Un finale totalmente inaspettato che evoca quello che è il vero e proprio tema centrale di questo libro: il lato oscuro dell'amore. Quello che ci affanniamo a rincorrere e a nutrire senza accorgersi di quanto sia sbagliato e di quanto ci possa rendere infelici.</div>
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<br /></div>
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<br /></div>
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Ringrazio Chiara Francini, non solo per la bellezza di questa storia, ma soprattutto per la sua intelligenza, gentilezza e disponibilità.</div>
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<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Leggete tutti "Un anno felice" e poi fatemi sapere cosa ne pensate!</div>
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<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg98L8SMU8Yqdslrk9yx0x_WAJ6Csc_Hx-nN3bZMLB2e0riQTZDiHEj0VrJEeyr1DHSFceENVG-LIEYRh9jlWcQYoFzIO-FIs7gvE_siTNEsbMvID5siAZQH6OnjJGvuZEmMsYFzN5m/s1600/chiara+francini.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="352" data-original-width="480" height="292" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg98L8SMU8Yqdslrk9yx0x_WAJ6Csc_Hx-nN3bZMLB2e0riQTZDiHEj0VrJEeyr1DHSFceENVG-LIEYRh9jlWcQYoFzIO-FIs7gvE_siTNEsbMvID5siAZQH6OnjJGvuZEmMsYFzN5m/s400/chiara+francini.jpg" width="400" /></a></div>
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<div style="text-align: justify;">
A presto</div>
<div style="text-align: justify;">
la vostra Contessa</div>
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<br /></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #990000; font-size: large;"><b><br /></b></span></div>
Annamaria Petriccionehttp://www.blogger.com/profile/16615046913851957129noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8456438787333485075.post-33772743607332701992019-09-20T14:41:00.000+02:002019-09-20T14:41:50.332+02:00[Recensione]: "La polveriera" di Stefano Petrocchi<br />
<br />
<br />
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #990000;"><b>Il premio Strega è da sempre un formidabile contenitore di storie, perlopiù a sfondo giallo. Beninteso, non il giallo oro che lo zafferano dona all'omonimo liquore. Se c'è una tonalità appropriata, è piuttosto quella sulfurea delle gelide macchinazioni. Maria Bellonci scriveva di possedere ben chiara "la percezione di aver architettato una polveriera".</b></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #990000;"><b><br /></b></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjhA8byAvwOQFMhSF5gfMwwNwMun_r9l2zzjIey37yVlI8D6WbOJV_evnU8uywIzbfDHYMawel0zacxxwJsWrvjey6-n-f16O6wUC0RxBaFu62TU5drm1lUwTckR0ZH5uxC3-1Zbvrf/s1600/la+polveriera.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="960" data-original-width="719" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjhA8byAvwOQFMhSF5gfMwwNwMun_r9l2zzjIey37yVlI8D6WbOJV_evnU8uywIzbfDHYMawel0zacxxwJsWrvjey6-n-f16O6wUC0RxBaFu62TU5drm1lUwTckR0ZH5uxC3-1Zbvrf/s320/la+polveriera.jpg" width="239" /></a></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #990000;"><b><br /></b></span></div>
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<span style="color: #990000;"><b><br /></b></span></div>
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Il Premio Strega è da sempre croce e delizia degli autori nostrani, sia di quelli già affermati che di coloro che sono agli esordi. L'unico riconoscimento italiano capace di triplicare - e anche più - il numero delle vendite del romanzo vincitore; l'unico evento che spinge il nostro paese a parlare di letteratura per mesi e mesi - fin dalla proclamazione della dozzina finalista - l'unico premio che con le sue polemiche, clamorosi ritiri, meravigliosi romanzi e inaspettate sconfitte, continua ad affascinare gli italiani anche dopo 72 anni.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Chi di voi non è mai stato curioso di conoscere tutti i retroscena che si celano dietro a questo celebre Premio?</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Penso tutti, io per prima. </div>
<div style="text-align: justify;">
Quest'anno ho fatto tantissime ricerche sul web per raccogliere indiscrezioni e segreti del Premio Strega, cercando di orientarmi tra clamorose bufale e fonti autorevoli.</div>
<div style="text-align: justify;">
Questo fino a quando non mi sono imbattuta in un vero e proprio scrigno che contiene tutte le curiosità sul premio Strega, anche le più piccole e inimmaginabili: "La polveriera"di Stefano Petrocchi.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Stefano Petrocchi è l'attuale direttore della fondazione Bellonci, colui che ha lavorato a stretto contatto con Anna Maria Rimoaldi, amica ed erede di Maria Bellonci.</div>
<div style="text-align: justify;">
A Petrocchi nel '99 venne assegnata una borsa di studio per collaborare all'inventario dell'immenso carteggio Bellonci, mentre nel 2000 si trovò a lavorare nella segreteria del Premio e quindi a collaborare con il Capo, l'appellativo che l'autore utilizza per riferirsi alla Rimoaldi.</div>
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<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhgbNQVwRomnwz6T0-H3AXotg3mx7O7S_fe5YAZFIx5Kmt-J3trFy-akzEA_gtSBeHQAqw_aAruOD9nQjz7fWSs1otgJTQth8mH9tXB2YjOhcEgSsc8AQtMSpqxfDFNo8x9SBCQS5pd/s1600/petrocchi.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="400" data-original-width="265" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhgbNQVwRomnwz6T0-H3AXotg3mx7O7S_fe5YAZFIx5Kmt-J3trFy-akzEA_gtSBeHQAqw_aAruOD9nQjz7fWSs1otgJTQth8mH9tXB2YjOhcEgSsc8AQtMSpqxfDFNo8x9SBCQS5pd/s320/petrocchi.jpg" width="212" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span style="font-size: x-small;"><i>Stefano Petrocchi </i></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
La personalità forte e particolare di quest'ultima, viene descritta perfettamente dai ricordi della vita vissuta con lei che Petrocchi mette nero su bianco: il Capo non apportava riforme allo Strega perché non la riteneva una "sua creatura"; era solita modificare i nomi delle persone a cui si affezionava e utilizzava l'aforisma "chi vince male lo Strega, mal gliene incoglie" riferendosi a quei romanzi che a suo parere non avrebbero dovuto vincere il Premio e che invece lo vinsero (leggete il libro per scoprire il nome di uno di questi ultimi).</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjex3VGtqtyUZMRc1XAEQwlTrzTtLuqADGfXbznFF_JkZmgq3b2v2cgFBIWETI-TkwX42Mp_gWjwQWh0XPkmLjaOxuAU9pRp5NIJsOH8TYrxG0NA8DnL7keGzxHITHZUqW4FGrrkQIZ/s1600/Rimoaldi.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="230" data-original-width="300" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjex3VGtqtyUZMRc1XAEQwlTrzTtLuqADGfXbznFF_JkZmgq3b2v2cgFBIWETI-TkwX42Mp_gWjwQWh0XPkmLjaOxuAU9pRp5NIJsOH8TYrxG0NA8DnL7keGzxHITHZUqW4FGrrkQIZ/s1600/Rimoaldi.jpg" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: x-small;"><i>Anna Maria Rimoaldi</i></span></div>
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<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Oltre al ricordo della Rimoaldi, "La polveriera" contiene della preziose curiosità sul premio Strega. </div>
<div style="text-align: justify;">
Ad esempio, lo sapevate che Dacia Maraini nell'edizione del 2000 dovette annunciare la sconfitta di suo padre Fosco che quell'anno arrivò secondo con il suo romanzo "Case, amori, universi" edito Mondadori?</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
E che "Le lezioni americane" di Calvino stavano per essere candidate postume nel 1988?</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Non voglio dirvi di più, altrimenti vi privo della bellezza di leggere e scoprire degli altri incredibili retroscena dello Strega presenti in questo libro.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Ma, devo aggiungere un altro motivo per cui vi consiglio caldamente questo romanzo. Nelle pagine finali de' "La polveriera" trovate delle schede che vanno dal 1947 - anno di inaugurazione del Premio - al 2014. In ognuna di esse sono riportati: il titolo e l'autore del romanzo vincitore; il premio vinto in denaro; il numero dei votanti, la dozzina finalista, la prima votazione - quella in cui si elegge la dozzina - e la seconda votazione, quella in cui viene eletto il vincitore. </div>
<div style="text-align: justify;">
Queste pagine sono davvero preziose, prima di tutto perché potrete sempre avere a portata di mano una sorta di archivio storico dello Strega e poi in quanto vi permettono di scoprire dei titoli ormai quasi sconosciuti che vale la pena recuperare.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Probabilmente vi ho detto anche troppo, ma ci tengo davvero a consigliarvi questo romanzo che nelle librerie di un lettore italiano e di un appassionato del Premio Strega, non può davvero mancare.</div>
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<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Buone letture,</div>
<div style="text-align: justify;">
a presto</div>
<div style="text-align: justify;">
la vostra Contessa</div>
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<br /></div>
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<br /></div>
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<br /></div>
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<br /></div>
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<br /></div>
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<br /></div>
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<br /></div>
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<br /></div>
Annamaria Petriccionehttp://www.blogger.com/profile/16615046913851957129noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8456438787333485075.post-31757446553723390122019-07-30T10:19:00.000+02:002019-07-30T10:20:27.342+02:00[Blog tour]: Il commensale invisibile - Il commensale di Gabriela Ybarra<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj1kZEDMydKI4p9AmLVCwuW6aSohpC9F0KjrKlt1M_3Zk0VPAR_gWOiHTFzogv8A4ljPicthf7yZY3m2GEy9oocTnRQ7YDnLvVGfYdRTR1Tfdr0JO_wFqLaZPIztJduCDTtCm3GUUep/s1600/blog+tour.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="960" data-original-width="960" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj1kZEDMydKI4p9AmLVCwuW6aSohpC9F0KjrKlt1M_3Zk0VPAR_gWOiHTFzogv8A4ljPicthf7yZY3m2GEy9oocTnRQ7YDnLvVGfYdRTR1Tfdr0JO_wFqLaZPIztJduCDTtCm3GUUep/s320/blog+tour.jpg" width="320" /></a></div>
<div>
<br /></div>
<i></i><br />
<div>
<i><i><br /></i></i></div>
<i>
"Tutte le famiglie felici si somigliano, ogni famiglia infelice è infelice a suo modo".</i><br />
<div>
<i><br /></i></div>
<div style="text-align: justify;">
Questo afferma Tolstoj nell'incipit di "Anna Karenina", una frase che ho trovato adatta a introdurre questa seconda tappa del blog tour de'"Il commensale". Oggi, infatti, parliamo del tragico evento che ha segnato in modo indelebile l'esistenza di Gabriela Ybarra e della sua famiglia: il rapimento e l'uccisione di suo nonno Javier da parte dell'ETA.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #660000;"><b><i>"Si racconta che nella mia famiglia si sieda sempre un commensale in più a ogni pasto. È invisibile, ma c'è. Ha il suo piatto, il suo bicchiere e le sue posate. Di tanto in tanto appare, proiettando la sua ombra sul tavolo e facendo svanire qualcuno dei presenti.</i></b></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #660000;"><b><i>Il primo a svanire fu mio nonno paterno.</i></b></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #660000;"><b><i><br /></i></b></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #660000;"><b><i><br /></i></b></span></div>
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<span style="color: #660000;"><b><i><br /></i></b></span></div>
<div style="text-align: justify;">
Gabriela scopre ciò che è accaduto a suo nonno solo durante gli anni della scuola, quando i suoi amici - tra cui la nipote del medico legale che ha esaminato il corpo di Javier - gliene parlano. A questo punto la ragazza inizia a documentarsi e lo fa cercando informazioni in internet e solo in seguito alla malattia della madre decide di dar vita a un lavoro di ricerca che la porterà alla stesura de' "Il commensale".</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Proviamo a tornare indietro e facciamo chiarezza sull'accaduto. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
È la mattina del 20 maggio 1977, quando gli uomini dell'ETA fanno irruzione nell'abitazione di Neguri, ammanettano i fratelli Ybarra e rapiscono il capofamiglia Javier. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
La cosa che più lascia sorpreso il lettore è la calma e la serenità con cui l'uomo affronta il suo destino. Esce dalla doccia e si veste con la mitragliatrice puntata addosso e per tutto il tempo della prigionia scrive ai figli parole d'affetto, li esorta a non preoccuparsi per lui e ripone sempre una fervida speranza nella fede.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Ma cos'é l'ETA e perché Javier Ybarra era uno dei suoi bersagli?</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
L'ETA era un'organizzazione terroristica armata scioltasi nel 2018, che aveva come scopo quello di proclamare l'indipendenza del popolo basco. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi1gGpuIgrQGufefHBqLK0JNArPuWE5KERJ3Sklf9GQgO-ckCVsAb5ZbJ9YZWyqydkdtBXlBFSwldpuGkWxgzm8lyPFiUu05RXugl5-O5aM5aifRUWLkQqmanKtevyk2QooE9ywP6h7/s1600/javier+ybarra.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="386" data-original-width="313" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi1gGpuIgrQGufefHBqLK0JNArPuWE5KERJ3Sklf9GQgO-ckCVsAb5ZbJ9YZWyqydkdtBXlBFSwldpuGkWxgzm8lyPFiUu05RXugl5-O5aM5aifRUWLkQqmanKtevyk2QooE9ywP6h7/s320/javier+ybarra.jpg" width="259" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: center;">
<i>Javier Ybarra</i></div>
<div style="text-align: center;">
<i><br /></i></div>
<div style="text-align: center;">
<i><br /></i></div>
<div style="text-align: justify;">
Javier Ybarra fu sindaco di Bilbao, presidente del distretto di Vizcaya e del Tribunale dei Minori. Insomma, ricoprì diverse cariche politiche e fu uno degli obiettivi dell'Eta perché considerato il referente intellettuale di Neguri e, in lui il gruppo terroristico riconosceva il potere spagnolo.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
L'autrice, nella prima parte del suo romanzo ci parla del rapimento del nonno corredando il suo testo con le fotografie dell'epoca - come quella del padre ammanettato - le lettere scritte da Javier e, soprattutto, stralci di giornale che riportano le varie tappe che vanno dalla sparizione al ritrovamento del corpo di Ybarra. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Ciò, però, di cui il lettore deve tenere conto è che si tratta pur sempre di un romanzo in cui, come afferma Gabriela nell'introduzione alla sua opera, è riportata una libera ricostruzione della storia della sua famiglia. </div>
<div style="text-align: justify;">
Ai documenti dell'epoca sono state apportate delle piccole modifiche e spesso l'immaginazione ha preso il posto della realtà. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Ma ciò non sminuisce il lavoro di questa giovane autrice, che con il suo "Il commensale" è stata nominata per il Man Booker Prize, anzi ne eleva il valore. Perché raccontare l'infelicità di una famiglia, sconvolta da un lutto così grande che si riversa nella storia di un'intera nazione, non deve essere stato affatto semplice. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Ci si potrebbe chiedere, come ha trovato il coraggio di farlo? Come ha deciso di mettere nero su bianco la sua storia familiare?</div>
<div style="text-align: justify;">
Ve lo racconta<span style="color: #660000; font-weight: bold;"> <a href="https://anatomiadiunindipendenza.wordpress.com/">Emanuela</a> </span>nella terza tappa del blog tour de' "Il commensale" che sarà online il 6 agosto.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Trovate la prima tappa sul blog di <b style="color: #660000;"><a href="https://nessuncancellonessunaserratura.wordpress.com/">Carmen</a> </b>e l'ultima che uscirà il 13 agosto da <b><span style="color: #660000;"><a href="https://nellaforestadisherwood.wordpress.com/">Federica</a></span></b></div>
<div style="text-align: justify;">
<b><br /></b></div>
<div style="text-align: justify;">
Intanto, vi consiglio caldamente la lettura de' "Il commensale", un libro che vi farà riflettere sul valore della vita umana, della morte e della famiglia, affrontando tematiche care a ciascuno di noi attraverso una scrittura delicata, elegante e, in molti casi, commovente.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh-H0aU9TfBgs5waGhMA62RAWOtCaxyajZ6itm-kFw7dVx_493r-2exOgrBMwETHc-b73vPyiHrDtzpVrSPqy_EfxFU3a42ZdFggcocPwC8DVclYRqXCLzG14usXlJwAOWNDd-vdKVw/s1600/il+commensale.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="640" data-original-width="960" height="266" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh-H0aU9TfBgs5waGhMA62RAWOtCaxyajZ6itm-kFw7dVx_493r-2exOgrBMwETHc-b73vPyiHrDtzpVrSPqy_EfxFU3a42ZdFggcocPwC8DVclYRqXCLzG14usXlJwAOWNDd-vdKVw/s400/il+commensale.jpg" width="400" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
A presto, </div>
<div style="text-align: justify;">
la vostra Contessa</div>
<div style="text-align: justify;">
<b><br /></b></div>
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<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
Annamaria Petriccionehttp://www.blogger.com/profile/16615046913851957129noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8456438787333485075.post-13796138822888405802019-06-10T14:12:00.000+02:002019-06-10T14:13:40.592+02:00[Recensione]: "Finalmente ti scrivo" di Carmen Llera Moravia<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: center;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhLOeOn2i-1tNfVjsKjfjexyZaqh8w5TexK8yfe6TiiPQcaz7FArNtPgdFIMepcgf3AHcRcNZ7DzHg1l8UNC8OM0-KC5h7q_X5q1b-51S4kgpZLduB9tcY8ghw7aPHE6CtBwooOYS8u/s1600/finalmente+ti.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="692" data-original-width="960" height="287" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhLOeOn2i-1tNfVjsKjfjexyZaqh8w5TexK8yfe6TiiPQcaz7FArNtPgdFIMepcgf3AHcRcNZ7DzHg1l8UNC8OM0-KC5h7q_X5q1b-51S4kgpZLduB9tcY8ghw7aPHE6CtBwooOYS8u/s400/finalmente+ti.jpg" width="400" /></a></div>
<br /></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #990000; font-size: large;"><b><i>"All'ora del telegiornale rientravo e mi sdraiavo accanto a te nel grande letto. </i></b></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #990000; font-size: large;"><b><i>Mi accarezzavi</i></b></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #990000; font-size: large;"><b><i>ero tua moglie e volevi darmi piacere</i></b></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #990000; font-size: large;"><b><i>Mi commuoveva la tua capacità di amarmi com'ero</i></b></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #990000; font-size: large;"><b><i>scomoda</i></b></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #990000; font-size: large;"><b><i>profondamente scomoda</i></b></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #990000; font-size: large;"><b><i>fino alla fine</i></b></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #990000; font-size: large;"><b><i>ostinatamente".</i></b></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #990000; font-size: large;"><b><i><br /></i></b></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #990000; font-size: large;"><b><i><br /></i></b></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #990000; font-size: large;"><b>Titolo: </b><i>Finalmente ti scrivo</i></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #990000; font-size: large;"><b>Autore: </b><i>Carmen Llera Moravia</i></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #990000; font-size: large;"><b>Casa editrice: </b><i>Bompiani</i></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #990000; font-size: large;"><b>Data di pubblicazione: </b><i>8 maggio 2019</i></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #990000; font-size: large;"><b>Pagine: </b><i>81</i></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #990000; font-size: large;"><b>Prezzo:</b><i><b> </b>€ 10,00</i></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #990000; font-size: large;"><i><br /></i></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #990000; font-size: large;"><i><br /></i></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #990000; font-size: large;"><b>Recensione</b></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #990000; font-size: large;"><b><br /></b></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhOLHG9XDscXeKEi99UJ6usDy31KcE2mFCrZCcJILhwdKzbZvKaTNJwnk_5yumaZI3y57mLgjAErh45zIk5M77XCTE7HXazMtYr7vnVYLn3HCNJP98TDN6BtmL9XPpqI73E-PCFxtFd/s1600/finalmente+ti+scrivo.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="277" data-original-width="182" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhOLHG9XDscXeKEi99UJ6usDy31KcE2mFCrZCcJILhwdKzbZvKaTNJwnk_5yumaZI3y57mLgjAErh45zIk5M77XCTE7HXazMtYr7vnVYLn3HCNJP98TDN6BtmL9XPpqI73E-PCFxtFd/s1600/finalmente+ti+scrivo.jpg" /></a></div>
<span style="color: #990000; font-size: large;"><b><br /></b></span></div>
<div style="text-align: justify;">
Carmen Llera in Moravia è una scrittrice spagnola naturalizzata italiana. È stata la seconda moglie di Moravia - dopo Elsa Morante e Dacia Maraini che fu sua compagna per diversi anni- dal 1986 al 1990, anno della morte di Alberto. I due si conobbero quando Carmen aveva solo 27 anni ed era una studentessa impegnata nella stesura della sua seconda tesi di laurea. Alberto e la Llera avevano 46 anni di differenza e ciò contribuì a etichettare la loro unione come uno "scandalo", e a far circolare l'immagine di Carmen quale approfittatrice che mirava solo a diventare vedova del celebre scrittore.<br />
La donna non si curò mai di queste accuse, ma pensò a godersi il suo amore con Moravia, fatto di passione, angoscia e anche tante scappatelle che Alberto le perdonava sempre.<br />
<br />
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #990000;"><b><i>"Dopo quel 27 di settembre non sono mai più tornata al cimitero</i></b></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #990000;"><b><i>niente pietre o fiori</i></b></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #990000;"><b><i>nulla</i></b></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #990000;"><b><i>non credo che tu sia lì o da qualche altra parte</i></b></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #990000;"><b><i>Riprendo le tue lettere</i></b></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #990000;"><b><i>troverò la forza di prenderle e di risponderti?"</i></b></span></div>
<br />
In "Finalmente ti scrivo", davanti a centinaia di lettere che lo scrittore romano le aveva scritto quasi sempre lasciandogliele sotto la porta della sua camera da letto, la Llera prende il coraggio a quattro mani e decide di rispondergli aprendo il suo cuore e raccogliendo tutti i sentimenti contrastanti che prova e ha provato in modo da metterli nero su bianco.<br />
<br />
Ne esce fuori un collage narrativo davvero interessante. Le parole di lei si mescolano alle citazioni delle lettere scritte da Alberto per sua moglie e così il lettore si trova immerso in questo amore non convenzionale, dove tutto ad un tratto sembra essere naufragato e l'attimo dopo è ancora lì, sempre più vivo e destinato a durare anche dopo la morte dello scrittore.<br />
<br />
<br />
In queste poche pagine scritte dalla Llera troviamo il racconto della vita quotidiana vissuta con Alberto. Spesso lui usciva dopo le 11 e le faceva trovare un pacchetto sul tavolo all'ora di colazione con dei profumi sempre diversi. Era sempre molto affettuoso con lei, ma provava molta angoscia per gli anni che passavano e non tollerava la sua vecchiaia. Ripeteva spesso a Carmen che lei si sarebbe risposata dopo la sua morte, ma lei non lo fece o almeno non lo ha ancora fatto e non hai intenzione di farlo da quanto racconta in "Finalmente ti scrivo". La Llera dal canto suo, è sempre stata una donna inquieta, che con le sue continue fughe infliggeva continui dolori in Alberto che si struggeva di gelosia, voleva sempre averla vicino a lui e le perdonava qualsiasi cosa.<br />
<br />
Alberto strinse anche un rapporto molto particolare con Hector, il figlio di Carmen. Quest'ultimo parlava un'altra lingua e non riusciva a relazionarsi con un uomo che poteva essere suo nonno, così lo scrittore iniziò a parlargli in inglese, perché entrambi lo conoscevano ma si trattava di un idioma che non apparteneva a nessuno dei due. Così Hector imparò a conoscere meglio quel vecchio signore e Moravia ebbe sempre per lui una considerazione sincera e umana, nonostante le difficoltà incontrate nello stringere un rapporto con quel bambino a lui estraneo.<br />
<br />
E poi c'è Alberto che la spinge a diventare una scrittrice, Alberto che le ricordava continuamente il suo amore per lei, e sempre lui che dopo ogni litigio aspettava che lei si accoccolasse accanto a lui davanti al televisore per accarezzarla, darle piacere e fare la pace.<br />
<br />
A rendere ancora più interessante "Finalmente ti scrivo" sono le lettere di Moravia a Carmen che aprono e chiudono questa breve opera. Le ho trovate cariche di sentimento, ma alla maniera moraviana. Lui doveva struggersi, soffrire, e solo in questo modo poteva raccontare l'amore che provava per l'altra. Così fece per Elsa e così continuò a fare per Carmen.<br />
<br />
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #660000;"><b><i>"Cara Carmen, tutto sarebbe semplice se io non ti amassi. Siccome ti amo e l'amore è già di per se stesso complicato, tutto è invece orribilmente complesso e angoscioso".</i></b></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #660000;"><b><i><br /></i></b></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjMhGtXOEV5f_-V04_M1A3zgJNNeKstUH3eD0krONpNpE96xllQXD1Xd2OYeP-ZOaubpKcGqFE6HYxFRdkcM7x9agKHkHzAffTpEv-Yu7x507eo1aCokrW5SgOTmuhwbRbrqBqbEu8l/s1600/albi+e+carmen.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="320" data-original-width="640" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjMhGtXOEV5f_-V04_M1A3zgJNNeKstUH3eD0krONpNpE96xllQXD1Xd2OYeP-ZOaubpKcGqFE6HYxFRdkcM7x9agKHkHzAffTpEv-Yu7x507eo1aCokrW5SgOTmuhwbRbrqBqbEu8l/s400/albi+e+carmen.jpg" width="400" /></a></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #660000;"><b><i><br /></i></b></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #660000;"><b><i><br /></i></b></span></div>
<div style="text-align: justify;">
Concludo la mia recensione con questa lettera di Alberto a Carmen che è il manifesto del rapporto di questi due coniugi, che si sono amati nonostante la differenza d'età, di lingua e dei pensieri malevoli della gente. Leggendo quest'opera ognuna si farà la sua idea su questa coppia, ma quello che è certo è che le parole spese da Moravia per questa donna sono di una bellezza inaudita e spero davvero di poter convincere qualcuno di voi a leggerle.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
A presto</div>
<div style="text-align: justify;">
la vostra Contessa.</div>
</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
Annamaria Petriccionehttp://www.blogger.com/profile/16615046913851957129noreply@blogger.com25tag:blogger.com,1999:blog-8456438787333485075.post-22381848226046921362019-06-05T15:15:00.001+02:002019-06-05T15:15:51.244+02:00[Nel nome della Strega]: "Nero ananas" di Valerio Aiolli<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #660000; font-size: large;"><b><i>"Sente l'odore della città ferita appena sceso dall'auto blu, nonostante abbia ancora un po' di febbre, la tosse e il naso chiuso. È un odore di dicembre. di nebbia, di fiati. Di persiane serrate, di bandiere listate a lutto. Di silenzio. Di mandorle amare. Di polvere, di sangue".</i></b></span><br />
<span style="color: #660000; font-size: large;"><b><i><br /></i></b></span></div>
<div style="text-align: center;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhajhGxUc69yWy6aEhghhR6-OfjZsnpuSvfgVUvl5mY3wbSzBcHEXW8_sUTAZCixq57skLgTcD191vHpM4Ez59Qqd0jH4y6yws3_vIUudaCWCsajaaAHQ4XPKrwO6MZNovqdNYLDE5n/s1600/nero+ananas2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="648" data-original-width="960" height="270" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhajhGxUc69yWy6aEhghhR6-OfjZsnpuSvfgVUvl5mY3wbSzBcHEXW8_sUTAZCixq57skLgTcD191vHpM4Ez59Qqd0jH4y6yws3_vIUudaCWCsajaaAHQ4XPKrwO6MZNovqdNYLDE5n/s400/nero+ananas2.jpg" width="400" /></a></div>
<span style="color: #660000; font-size: large;"><b><i><br /></i></b></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #660000; font-size: large;"><b><i><br /></i></b></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #660000; font-size: large;"><b>Titolo: </b><i>Nero ananas</i></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #660000; font-size: large;"><b>Autore: </b><i>Valerio Aiolli</i></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #660000; font-size: large;"><b>Data di pubblicazione: </b><i>Febbraio 2019</i></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #660000; font-size: large;"><b>Editore:</b><i> Voland</i></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #660000; font-size: large;"><b>Pagine:</b><i> 346</i></span></div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #660000; font-size: large;"><b>Trama</b></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #660000; font-size: large;"><b><br /></b></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #660000; font-size: large;">Tutto inizia col botto. Il botto del 12 dicembre 1969, Piazza Fontana. Gli estremisti di destra, invisibili, si incontrano, commentano, ricordano, tramano. Un anarchico si trascina di città in città, di nazione in nazione, di sconfitta in sconfitta, in attesa del momento del riscatto. Un politico così devoto da essere soprannominato il Pio, comincia la sua lenta ma inesorabile scalata al potere. Poi ci sono i servizio segreti che provano a capire, sapere, influenzare. E c'è un ragazzino, che quel giorno ha visto sparire sua sorella e farà di tutto per riuscire a ritrovarla. Quattro di destini intrecciati, di fughe, ritorni, di amore e di odio. Quattro anni incandescenti della storia d'Italia, dal 1969 al 1973, raccontati con precisione e sorprendente capacità evocativa.</span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #660000; font-size: large;"><br /></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #660000; font-size: large;"><b>Valerio Aiolli</b></span><br />
<span style="color: #660000; font-size: large;"><b><br /></b></span>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg5uT1uatpa3ymx9NG2K3qTWfWjxMcclVpg3YUz7S7d7ZvsU4zOWXUe1IwcKFivxkCD2AqZqWGev42pTIVpkDIYjwonftnNMdmUUXlnNu-RmIAKZE61RfgTvlFHLynktKTutoi_FePy/s1600/valerio+aiolli.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="800" data-original-width="966" height="265" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg5uT1uatpa3ymx9NG2K3qTWfWjxMcclVpg3YUz7S7d7ZvsU4zOWXUe1IwcKFivxkCD2AqZqWGev42pTIVpkDIYjwonftnNMdmUUXlnNu-RmIAKZE61RfgTvlFHLynktKTutoi_FePy/s320/valerio+aiolli.jpg" width="320" /></a></div>
<span style="color: #660000; font-size: large;"><b><br /></b></span>
<div style="text-align: justify;">
È nato a Firenze nel 1961 e tutt'ora vive nel capoluogo toscano. Ha esordito nel 1995 con la raccolta di racconti "Male ai piedi". Il suo primo romanzo "Io e mio fratello"(1999) è stato tradotto in Germania e in Ungheria. Ad esso sono seguiti "Luce profonda" (2001); "A rotta di collo" (2002); "Fuori tempo" (2004); "Ali di sabbia" (2007); "Il sonnambulo" (2014); "Il carteggio Bellosguardo" (2017). Per Voland ha pubblicato "Lo stesso vento" (2016) e "Nero Ananas" finalista al Premio Strega 2019.</div>
</div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #660000; font-size: large;"><i><br /></i></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #660000; font-size: large;"><b>Recensione</b></span><br />
<span style="color: #660000; font-size: large;"><b><br /></b></span></div>
<div style="text-align: center;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjd0qi5A9Zpu9-v-5KtUK1Rm2D1-7blDVImrotBNrKXEbE8GI-_ZRCo4jdJoNJBDGf2onfyQRROUM_0-DxVGg2hfrphVV_qhUf-CGH2ZRYTEizBzP8a2VX8-X0zt9QAnkYYPmMEUtza/s1600/nero+ananas.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="360" data-original-width="256" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjd0qi5A9Zpu9-v-5KtUK1Rm2D1-7blDVImrotBNrKXEbE8GI-_ZRCo4jdJoNJBDGf2onfyQRROUM_0-DxVGg2hfrphVV_qhUf-CGH2ZRYTEizBzP8a2VX8-X0zt9QAnkYYPmMEUtza/s320/nero+ananas.jpg" width="227" /></a></div>
<span style="color: #660000; font-size: large;"><b><br /></b></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #660000; font-size: large;"><b><br /></b></span></div>
<div style="text-align: justify;">
"Nero ananas" non vuole raccontare una storia, ma la Storia quella con la S maiuscola, quella dei terribili anni di piombo.</div>
<div style="text-align: justify;">
L'opera di Valerio Aiolli raccoglie una delle pagine più buie della nostra Italia, quella che si svolge tra il 1969 e il 1973 e lo fa attraverso i suoi protagonisti, carnefici e vittime.</div>
<div style="text-align: justify;">
La struttura del romanzo è davvero complessa e sicuramente impegnativa per l'autore che l'ha ideata, e che allo stesso tempo è riuscito nell'impresa di renderla davvero comprensibile, in modo che i lettori potessero districarsi facilmente tra i vari personaggi. </div>
<div style="text-align: justify;">
Aiolli, infatti, utilizza alcune diversificazioni narrative e stilistiche per rendere facilmente riconoscibili nei vari capitoli gli individui che via via si succedono lasciando posto l'uno all'altro per raccontare la propria storia individuale all'interno di una Storia collettiva. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
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<br /></div>
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Il Pio è il primo personaggio che incontriamo. Facciamo la sua conoscenza subito dopo la strage di Piazza Fontana, quando la tragedia si respira ancora nell'aria, così come il caos e l'incertezza. Il Pio è un uomo che si è fatto da solo e il lettore si trova ad assistere a tutta la sua ascesa politica: nel '64 è segretario della Democrazia Cristiana, due anni dopo è eletto capo dei socialdemocratici, poi Ministro degli affari esteri, dell'Interno, dell'agricoltura e dal 1968 al 1974 ricopre la carica di Presidente del Consiglio. L'autore ci parla di lui attraverso un narratore esterno e sempre utilizzando il tempo presente, così che il lettore possa riconoscere subito le pagine a lui dedicate. Risulta poi facile entrare in empatia con quest'uomo che, nonostante gli importanti ruoli che andrà via via a ricoprire, mostra le sue grandi debolezze, il suo bisogno d'affetto e le sue incertezze, che lo porteranno poi anche a lasciare il suo incarico di Presidente del Consiglio.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Troviamo poi il Dottore, il Samurai, Falstaff e tutti esponenti dell'Ordine nuovo, il gruppo politico di estrema destra responsabile dei tanti attentati terroristici degli anni di piombo. In seguito, incappiamo in Vincent autore della Strage di Peteano e infine nel Triestino, colui a cui il narratore si rivolge utilizzando la seconda persona, con il tu.</div>
<div style="text-align: justify;">
Aiolli non si limita solo a parlare degli atti orribili di cui questi carnefici si sono macchiati, ma riesce a rendere anche nero su bianco un importante scavo psicologico di questi ultimi. </div>
<div style="text-align: justify;">
Chi si è pentito degli orrendi crimini commessi, chi non ha mai avuto un rimorso, chi è stato spinto da motivi individualisti e chi lo ha fatto per un "bene comune". L'autore non giustifica e neanche giudica l'operato dei suoi personaggi, ma fa in modo che essi si mostrino per quel che sono: uomini, prima che carnefici, con le loro famiglie, i loro hobby e le loro debolezze. Aiolli affibbia a tutti questi individui un soprannome, ma si tratta di personaggi davvero esistiti ed alcuni ancora viventi: Delfo Zorzi, Vincenzo Vinciguerra, Gianfranco Bertoli e tanti altri. Ma l'autore non utilizza questo espediente per prudenza o per tutelarsi in qualche modo, ma solo per una ragione che spiega fin dall'introduzione alla sua opera: "Nonostante si faccia riferimento a eventi accaduti e a persone esistenti o esistite, tali eventi assumono valore di realtà solo in quanto appartenenti a questo romanzo. Che, come tutti i romanzi, è un'opera di finzione". Il romanzo parla della nostra Storia italiana, ma è pur sempre un romanzo e tale deve restare.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
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<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
La parte più bella ed emotivamente coinvolgente di "Nero ananas" è a mio parere quella raccontata da un io che descrive il suo passato. Si tratta di un ragazzino senza nome che vive un'infanzia e adolescenza completamente sconvolta dalla scomparsa di sua sorella, la quale ha lasciato la sua casa per via di forti dissensi politici con il padre. Il rapporto sorella-fratello non sarà, però, mai interrotto. Lettere, incontri fortuiti, ricordi misti a nostalgia terranno sempre saldo questo legame, ma ad un certo punto anche esso sarà destinato a interrompersi per sempre. Potremmo quasi dire di trovarci davanti a un romanzo di formazione all'interno di un romanzo storico, perché il ragazzino in questione vive tutte le fasi tipiche di un normale adolescente - i primi dolori, le cotte, le bugie dette ai genitore per evadere ecc. - che si incastrano perfettamente con la nostra storia comune: la strage di Piazza Fontana, gli atti di terrorismo delle Olimpiadi del '72, i moti di Reggio Calabria, la Strage della Questura di Milano ecc.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
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<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Voi penserete: cosa hanno in comune tutti questi sanguinosi eventi storici con la storia familiare di un normale ragazzino?</div>
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<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Tanto, vi rispondo io. Perché, quelli che all'inizio vi sembreranno pezzi di puzzle che difficilmente possono incastrarsi l'uno con l'altro, troveranno la giusta collocazione nella storia di Nero Ananas e finiranno per essere tutti pedine di uno stesso gioco, quello della nostra Storia. </div>
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<br /></div>
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<br /></div>
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La parte che più ho apprezzato di questo romanzo è quella finale, dove i capitoli diventano più brevi, ma anche più fitti. Mentre in precedenza ogni personaggio aveva il suo spazio e restava "rinchiuso" nelle linee del capitolo che gli veniva dedicato, verso la conclusione Aiolli finisce per metterne uno dietro l'altro, assegnando una riga ciascuno, perché la vicenda del ragazzino diventa anche quella del Pio, del Triestino, e delle povere vittime a cui l'autore dedica alcuni epitaffi.</div>
<div style="text-align: justify;">
Sì, perché bisogna ricordare anche loro. Quelle persone innocenti che avevano figli, mariti e un lavoro onesto e che sono morte per un brutto scherzo del destino: si trovavano al posto sbagliato al momento sbagliato. L'autore vorrebbe raccontare le vite di queste povere vittime, mettersi nei loro panni, magari anche capire cosa hanno pensato prima di morire o almeno chi hanno lasciato, ma si limita a comunicarci i loro nomi e cognomi e a spiegarci perché si trovavano proprio lì, presso la Questura di Milano il 17 Maggio 1973, quando il Triestino sganciò Ananas, la bomba che pose fine alle vite di persone innocenti.</div>
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<br /></div>
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<br /></div>
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Credo di avervi già raccontato abbastanza di "Nero Ananas", posso soltanto aggiungere che è stata una lettura intensa a cui mi sono dedicata anima e corpo. Leggevo, facevo ricerche, scoprivo nomi che tra i libri di scuola non avevo mai trovato e allora li studiavo su enciclopedie, siti internet e alcuni manuali che utilizzo da quando svolgo il mestiere d'insegnante. Insomma, è un romanzo che mi ha insegnato tanto e che mi ha fatto comprendere ancora di più quanto la Storia sia la nostra memoria. </div>
<div style="text-align: justify;">
Pagine buie come queste non andrebbero mai dimenticate, pagine buie come queste dovrebbero evitare di farci compiere di nuovo gli stessi errori del passato.</div>
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<br /></div>
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<br /></div>
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<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
A presto </div>
<div style="text-align: justify;">
la vostra Contessa.</div>
Annamaria Petriccionehttp://www.blogger.com/profile/16615046913851957129noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8456438787333485075.post-15301012792132202562019-05-31T12:55:00.000+02:002019-05-31T12:55:41.172+02:00Intervista a Desy Icardi autrice de' "L'annusatrice di libri"<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh_qlkYUOuoL8f1vbLmeV2lIGj3HkXfTcWMxRi_T-MvlrAb1hD53YW3A8qkmb-HM72oI8HvifXVMSVGh2jBWZU3s8s2r1oXDMmKckBKJHj87Nu8BUYdc1IbcpBdbklOQvaRG0JnwaF1/s1600/icardi+2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="635" data-original-width="960" height="263" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh_qlkYUOuoL8f1vbLmeV2lIGj3HkXfTcWMxRi_T-MvlrAb1hD53YW3A8qkmb-HM72oI8HvifXVMSVGh2jBWZU3s8s2r1oXDMmKckBKJHj87Nu8BUYdc1IbcpBdbklOQvaRG0JnwaF1/s400/icardi+2.jpg" width="400" /></a></div>
<br /></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #660000; font-size: large;"><b><i>"Adelina promise e si diresse verso casa, domandandosi se una vita senza libri avesse davvero motivo di essere vissuta"</i></b></span></div>
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<span style="color: #660000; font-size: large;"><b><i><br /></i></b></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #660000; font-size: large;"><b><i><br /></i></b></span></div>
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Cari lettori, qualche mese fa vi ho parlato di un libro che ho davvero apprezzato tantissimo, una favola che è un vero e proprio inno d'amore per la lettura. Il suo titolo è "L'annusatrice di libri" scritto da Desy Icardi. Se volete saperne di più trovate <span style="color: #660000; font-weight: bold;"><a href="https://lacontessarampante.blogspot.com/2019/02/recensione-lannusatrice-di-libridi-desy.html">QUI</a> </span>la mia recensione.</div>
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<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Tutta questa introduzione per dirvi che durante l'ultima edizione del Salone del libro di Torino, io, Federica e Carmen abbiamo avuto il piacere di fare scambiare due chiacchiere proprio con Desy Icardi, a proposito del suo libro e del suo lavoro. Così, ne è venuta fuori un'intervista molto interessante di cui vi riporto uno stralcio. </div>
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<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Prima, però, conosciamo meglio l'autrice.</div>
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<br /></div>
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<br /></div>
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<br /></div>
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<span style="color: #660000; font-size: large;"><b>Desy Icardi</b></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #660000; font-size: large;"><b><br /></b></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj9xOCoHuy_H5Y95o-pQJuM83TsHC5vtctJex_Myp2ryZl9asO2V1zc8IV801Ip0hMOWezj6rbvgHtL6q0I88NOyPXpb6eWibcFJZba9ygV3CTOToYEzZpCy2tpfkA6ra9q3dHHNh76/s1600/desy.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="532" data-original-width="764" height="222" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj9xOCoHuy_H5Y95o-pQJuM83TsHC5vtctJex_Myp2ryZl9asO2V1zc8IV801Ip0hMOWezj6rbvgHtL6q0I88NOyPXpb6eWibcFJZba9ygV3CTOToYEzZpCy2tpfkA6ra9q3dHHNh76/s320/desy.jpg" width="320" /></a></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #660000; font-size: large;"><b><br /></b></span></div>
<div style="text-align: justify;">
Nasce e vive a Torino dove lavora come formatrice aziendale, scrittrice, cabarettista copy writer .</div>
<div style="text-align: justify;">
Nel 2004 si laurea al DAMS di Torino in teatro d'animazione, mentre dal 2006 calca i palchi dei cabaret con lo pseudonimo di La Desy. È autrice di testi teatrali in prevalenza comici e ha firmato anche alcune regie.</div>
<div style="text-align: justify;">
Nel 2013 ha fondato <i>Patataridens</i>, il primo blog italiano dedicato alla comicità al femminile.</div>
<div style="text-align: justify;">
Nel 2019 ha pubblicato con Fazi editore "L'annusatrice di libri".</div>
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<br /></div>
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<br /></div>
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<br /></div>
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<br /></div>
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<span style="color: #660000; font-size: large;"><b>Intervista</b></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #660000; font-size: large;"><b><br /></b></span></div>
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<span style="color: #660000;"><b>Il tuo romanzo è un vero e proprio inno alla lettura. Hai deciso di indirizzarlo verso un pubblico giovanile per avvicinarlo al mondo dei libri oppure no?</b></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #660000;"><b><br /></b></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #660000;"><i>In realtà no, non sono così filantropa. Devo dire che ho scritto ciò che avevo bisogno di leggere.</i></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #660000;"><i>Pensiamo un po' al teatro, lì ci trovi sempre l'attore autocompiaciuto di sé. Beh, io sono una lettrice compiaciuta di sé. Anzi, sono prima di tutto una lettrice che scrive e non una scrittrice che legge e proprio per questo mi piaceva l'idea di celebrare la scrittura. Non avevo intenti di fare proseliti, se poi è successo meglio ancora. Non avevo alcuna spinta filantropica, anzi se l'avessi avuta sarebbe stato peggio. Il romanzo sarebbe diventato più stucchevole e demagogico.</i></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #660000;"><i><br /></i></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #660000;"><i><br /></i></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #660000;"><b>Per la serie domande scomode: tra la tua carriera da attrice e quella da scrittrice se dovessi scegliere di portare avanti solo una a quale rinunceresti?</b></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #660000;"><b><br /></b></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #660000;"><i>È facile risponderti perché quella d'attrice già non c'è più come carriera, quindi sarebbe facile risponderti che sceglierei la strada della scrittura. La sensazione di recitare davanti a tante persone specie quando fai cabaret e senti le risate del tuo pubblico, è davvero impagabile. Questa stessa emozione non me la danno i libri, ovviamente. Però, per me anche nel campo cabarettistico la scrittura è sempre stata importante. Se non scrivessi testi non avrei niente da dire sul palco, quindi diciamo che amo la combinazione tra queste mie due carriere e passioni.</i></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #660000;"><i><br /></i></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #660000;"><i><br /></i></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #660000;"><b>Che profumo ha il tuo libro preferito?</b></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #660000;"><b><br /></b></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #660000;"><i>Prima di tutto bisognerebbe capire qual è il mio libro preferito, cosa non facile da capire. Credo "Le notti bianche" di Dostoevskij e quindi l'odore salmastro del fiume. Questo romanzo l'ho letto mille volte e poi c'è un attore bravissimo su you</i></span><i style="color: #660000;">tube che lo legge e lo avrà riascoltato tantissime volte.</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #660000;"><b><br /></b></span></div>
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhvQ3OAsEIPtqoAi_2zLNX5ALXeW2v1_YsQcl9X8Nup5IQbFqOCVUt1CDXnAYRjLgpkARipWJxlN6aRufhlzG3eXGZ0sirK3jJhPTJEZ7k6iOZwovVkIdqGQhTrvqG-tFlOPiGlWXE0/s1600/icardi+3.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="575" data-original-width="1024" height="223" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhvQ3OAsEIPtqoAi_2zLNX5ALXeW2v1_YsQcl9X8Nup5IQbFqOCVUt1CDXnAYRjLgpkARipWJxlN6aRufhlzG3eXGZ0sirK3jJhPTJEZ7k6iOZwovVkIdqGQhTrvqG-tFlOPiGlWXE0/s400/icardi+3.jpg" width="400" /></a></div>
<span style="color: #660000;"><b><br /></b></span></div>
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<span style="color: #660000;"><i><br /></i></span></div>
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Potete leggere le altre parti dell'intervista sul blog di <span style="color: #660000; font-weight: bold;"><a href="https://nessuncancellonessunaserratura.wordpress.com/">Carmen</a> </span>e <b><span style="color: #660000;"><a href="https://nellaforestadisherwood.wordpress.com/">Federica</a></span></b><br />
<b><br /></b>
A presto<br />
la vostra Contessa</div>
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<br /></div>
Annamaria Petriccionehttp://www.blogger.com/profile/16615046913851957129noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8456438787333485075.post-76396904238037358922019-05-28T14:42:00.000+02:002019-05-28T14:43:45.346+02:00[Recensione]: "Settembre 1972" di Imre Oravecz<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #660000;"><b><i>"...come chi allunga la mano verso qualcosa al quale non può più arrivare, ma comunque allunga la mano perché non può fare altro, ti baciai, con tale veemenza che dalle tue labbra scaturì il sangue, e il suo sapore salato si mischiò nella mia bocca al dolce sapore del bacio, e dopo di allora per tanto tempo, anche dopo anni lo sentii, e lo sento ancora adesso, quando ormai anche il sapore dolce è scomparso, e ormai non sento altro di te".</i></b></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #660000;"><b><i><br /></i></b></span></div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi4GVCn9RJj-wUZsYJaRCa7G2eWqxqmRo6LeyHg7hQCEcF3nt1UVMKWnutW5SWOepXtGj8ftlYi08NXgo37a9FaQdi-cVISWemarepKxSSG6ai-FhNtmnavghBxCsbobzUt-eDUXji9/s1600/imre+2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="612" data-original-width="960" height="255" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi4GVCn9RJj-wUZsYJaRCa7G2eWqxqmRo6LeyHg7hQCEcF3nt1UVMKWnutW5SWOepXtGj8ftlYi08NXgo37a9FaQdi-cVISWemarepKxSSG6ai-FhNtmnavghBxCsbobzUt-eDUXji9/s400/imre+2.jpg" width="400" /></a></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #660000;"><b><i><br /></i></b></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #660000;"><b><i><br /></i></b></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #660000;"><b><i><br /></i></b></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #660000; font-size: large;"><b>Titolo:</b> <i>Settembre 1972</i></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #660000; font-size: large;"><b>Autore: </b><i>Imre Oravecz</i></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #660000; font-size: large;"><b>Casa editrice: </b><i>Edizioni Anfora</i></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #660000; font-size: large;"><b>Data di pubblicazione: </b><i>16 giugno 2019</i></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #660000; font-size: large;"><b>Pagine: </b>132</span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #660000; font-size: large;"><b>Prezzo: </b>€ 15,50</span></div>
<div style="text-align: center;">
<b style="color: #660000; font-size: x-large;"><br /></b></div>
<div style="text-align: center;">
<b style="color: #660000; font-size: x-large;"><br /></b></div>
<div style="text-align: center;">
<b style="color: #660000; font-size: x-large;">Imre Oravecz</b></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #660000; font-size: large;"><b><br /></b></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi57sOlJY44hwFRprYQiamKPxxvv4vdOVivbIp2KDuGJDLSkzT81pDdew7Oi8kGCRFnuP25Fci_2aWIRkuDgTKKkUqclJq2eHkge9sKFW2X7AWBw5r82P2y55ohRbBhaQH0INqiYaqq/s1600/imre.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="400" data-original-width="600" height="213" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi57sOlJY44hwFRprYQiamKPxxvv4vdOVivbIp2KDuGJDLSkzT81pDdew7Oi8kGCRFnuP25Fci_2aWIRkuDgTKKkUqclJq2eHkge9sKFW2X7AWBw5r82P2y55ohRbBhaQH0INqiYaqq/s320/imre.jpg" width="320" /></a></div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<div style="text-align: center;">
Nasce nel 1943 a Szajla in Ungheria. È un poeta, scrittore e traduttore. Nel 1962 pubblica le sue prime poesie sulla famosa rivista letteraria "Aföld", mentre il suo primo libro solo nel 1972.</div>
<div style="text-align: center;">
Nel 1989 il governo comunista gli offre il prestigioso Premio Attila Jòzsef che lui rifiuta e poco dopo decide di partire per gli Stati Uniti. Ritorna in patria nel 1990 dove diventa consigliere presso la presidenza dei ministri del primo governo eletto democraticamente. Ha lavorato come redattore per diversi giornali e come docente universitario dell'Università Cattolica di Budapest. È uno dei più acclamati scrittori ungheresi ed ha ricevuto diversi riconoscimenti come il Premio Prima e il Premio Kossuth.</div>
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<br /></div>
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<br /></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #660000; font-size: large;"><b>Recensione</b></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #660000; font-size: large;"><b><br /></b></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhakmy6sXC9UydHGdTEtYettFdC857_rVIrylV0OAlrI-PaOeGwVlwi0c8yacuWbexICc5QWcrIKuSXJpJxJOYFL_IBb3LiVqkH_jKZC21WERDDvtmWiv3IdRFGvPhm0dQ-Cej-gasI/s1600/imre+3.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="960" data-original-width="719" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhakmy6sXC9UydHGdTEtYettFdC857_rVIrylV0OAlrI-PaOeGwVlwi0c8yacuWbexICc5QWcrIKuSXJpJxJOYFL_IBb3LiVqkH_jKZC21WERDDvtmWiv3IdRFGvPhm0dQ-Cej-gasI/s320/imre+3.jpg" width="239" /></a></div>
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<span style="color: #660000; font-size: large;"><b><br /></b></span></div>
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<br /></div>
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"Settembre 1972" è un'opera molto particolare, tanto che già darle una definizione diventa difficile. In essa, infatti, sono contenute 99 istantanee in cui prosa e poesia si mescolano e si incastrano tra loro, creando un prosimetro molto armonioso ed evocativo.</div>
<div style="text-align: justify;">
Ad essere protagonista di questo romanzo dalla particolare forma narrativa è una coppia semplice, che il lettore impara a conoscere seguendo il corso della loro storia d'amore dal suo prologo al suo epilogo.</div>
<div style="text-align: justify;">
A raccontarcela è lo stesso narratore che, in prima persona attraverso i suoi ricordi più intimi, ripercorre le gioie, i dolori, le gelosie, il senso d'abbandono e tutti gli altri sentimenti che questa relazione ha scaturito in lui. </div>
<div style="text-align: justify;">
Quando ci si lascia l'amore è finito davvero? Si può continuare a sperare che una persona torni da noi anche se razionalmente già si sa che è impossibile ciò si realizzi? Il tempo cura realmente tutte le ferite e mette una toppa alle mancanze?</div>
<div style="text-align: justify;">
Questi sono i tanti interrogativi che "Settembre 1972" tira fuori dall'animo dei lettori più inquieti, sentimentali e irrazionalmente emotivi, ma una risposta universalmente valida non c'è. Però, una cosa è certa: tutti si rispecchieranno nella figura del narratore, perché tutti nella loro vita hanno provato ciò che prova lui e che descrive con onestà sentimentale senza mai risparmiarsi o tacere le sue emozioni, neanche quando è depresso o sente che sta sprofondando nel baratro più profondo della nostalgia. </div>
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<br /></div>
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<br /></div>
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<br /></div>
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<span style="color: #660000;"><b><i>"... durante la passeggiata chiacchierammo di tante cose, che ormai nemmeno ricordo, e passammo per strade di ogni sorta i cui nomi sono conservati ormai solo sulle carte, ed eri limpida e indifesa, e mi piacevi sempre di più, e non volevo più procacciarmi una donna, né te, né altre, ma volevo solo stare con te, diventare simile a te, che eri riuscita a farmi dimenticare che tu eri donna e io uomo..."</i></b></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #660000; font-size: large;"><br /></span></div>
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È da qui che prende avvio la storia d'amore narrata da Oravecz. Un uomo e una donna si incontrano, si innamorano, si sposano e dalla loro unione nasce un figlio. Tutto normale, quasi banale fino a qui, ma dietro l'angolo c'è la crisi: la monotonia, l'attrazione per la novità, la gelosia sono solo alcuni dei motivi che portano Lei ad allontanarsi da Lui.</div>
<div style="text-align: justify;">
E così, utilizzando una tavolozza piena di sentimenti misti e spesso contrastanti, il protagonista-narratore racconta con degli istantanei flussi di coscienza i moti del suo animo, non mettendo mai il punto tra un'emozione e l'altra, ma ponendolo solo alla fine di quel monologo interiore, talmente intimo e profondo da logorare e commuovere qualsiasi lettore.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
La cosa interessante è che, nonostante il forte sentimento provato per questa Lei che lo ha abbandonato e tradito, Lui non la descrive mai come una donna angelo stilnovista, ma mette nero su bianco tutti i suoi difetti fisici e caratteriali, e non cerca di occultare le azioni spiacevoli di cui si è macchiata come i suoi tradimenti.</div>
<div style="text-align: justify;">
Perché nonostante abbia perso la sua giovinezza, abbia cambiato diversi mariti, non si sia mai presa cura di loro figlio, lui la ama di un amore che non riesce a cancellare. E anche se il tempo passa, gli uccelli continuano a volare nel cielo plumbeo, tante donne si susseguono nel suo letto, Lui continua a sperare di rivederla, di leggere lettere scritte da lei, di poterla possedere ancora un volta e soprattutto che Lei si accorga di amarlo ancora. </div>
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<br /></div>
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<br /></div>
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<span style="color: #660000;"><b><i>"Non mi ami più ma vedo che cerchi di sopportarmi, anche se non stai con me, almeno vivi nelle mie vicinanze, anche se non ti interessa la mia occupazione, almeno mi esorti a lavorare, anche se non chiedi di farne parte, almeno lasci che sogni un futuro comune, anche se non hai bisogno di quel che ricevi da me, almeno non lo rifiuti, anche se non mi doni niente [...] anche se non hai fiducia che un giorno andrà tutto a posto, almeno non uccidi in me la speranza, e credimi, io sono grato del tuo sforzo, e apprezzo a dovere ciò che fai per me, perché so che non è facile amare se si è amati, come non era facile nemmeno per me quando ancora mi amavi e io non ti amavo ancora".</i></b></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #660000;"><b><i><br /></i></b></span></div>
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<br /></div>
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Vi lascio con uno stralcio della mia istantanea preferita che, a mio parere, più rappresenta la disperazione provata dal narratore che cerca qualsiasi appiglio per rincorrere quella felicità che purtroppo sa già non esistere più. </div>
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<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Assegno 4 penne a "Settembre 1972" e spero davvero voi accettiate il mio spassionato consiglio e decidiate di leggerlo.</div>
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<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgsoWDLz1I-YrX9WOkcjIdCP-H5Tprf3UvBsnaLG5gjUOt81Rs1SWUNni3qC6s4AtxvYVQNXV5uIucVTuRTYt8O2jdczdH_f3e621qgmFLHlKKV8IDJOaOUbVNrZdjJe5t64Z5NpGbQ/s1600/4+su+5.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="200" data-original-width="400" height="160" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgsoWDLz1I-YrX9WOkcjIdCP-H5Tprf3UvBsnaLG5gjUOt81Rs1SWUNni3qC6s4AtxvYVQNXV5uIucVTuRTYt8O2jdczdH_f3e621qgmFLHlKKV8IDJOaOUbVNrZdjJe5t64Z5NpGbQ/s320/4+su+5.png" width="320" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
A presto </div>
<div style="text-align: justify;">
la vostra Contessa</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #660000; font-size: large;"><br /></span></div>
Annamaria Petriccionehttp://www.blogger.com/profile/16615046913851957129noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8456438787333485075.post-27560504960952294262019-05-27T12:46:00.003+02:002019-05-27T12:48:40.441+02:00[Nel nome della Strega]: mr tannus recensice "M. Il figlio del secolo" di Antonio Scurati<br />
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-right: 27.0pt; mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto; text-align: justify;">
<span style="color: #202124; font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 12.0pt;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgSSs1mAeklxeDiRAlVckRXxgq4V84j9erIudGZGIkBWspx_wQiupCPusYCiv8twQ_T-g63BGNK3tLiXHtb7KTBWYltCQWlA4FIX_076IMYcT43jWPWIZrXwSHlni4NgbFzPWLO3_2r/s1600/m1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="960" data-original-width="767" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgSSs1mAeklxeDiRAlVckRXxgq4V84j9erIudGZGIkBWspx_wQiupCPusYCiv8twQ_T-g63BGNK3tLiXHtb7KTBWYltCQWlA4FIX_076IMYcT43jWPWIZrXwSHlni4NgbFzPWLO3_2r/s400/m1.jpg" width="318" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-right: 27.0pt; mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto; text-align: justify;">
<span style="color: #202124; font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 12.0pt;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-right: 27.0pt; mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto; text-align: justify;">
<span style="color: #202124; font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 12.0pt;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-right: 27.0pt; mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto; text-align: justify;">
<span style="color: #202124; font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 12.0pt;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-right: 27.0pt; mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto; text-align: justify;">
<span style="color: #202124; font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 12.0pt;">M come Mussolini. Il
suo solo nome rievoca il periodo più oscuro della nostra storia moderna. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-right: 27.0pt; mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto; text-align: justify;">
<span style="color: #202124; font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 12.0pt;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-right: 27.0pt; mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto; text-align: justify;">
<span style="color: #202124; font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 12.0pt;">Ho iniziato “M. Il
figlio del secolo” di Antonio Scurati a inizio aprile. Ho voluto leggerlo con
calma, alternandolo ad altre letture. Ho cercato di concentrarmi per recepire
più informazioni possibili e saldare maggiormente i miei ideali. Perché sapevo
che avrei trovato molto al suo interno.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-right: 27.0pt; mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto; text-align: justify;">
<span style="color: #202124; font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 12.0pt;">“<i style="mso-bidi-font-style: normal;">I fascisti sono violenti tutte le volte che è necessario esserlo.
Punto. Non c’è altro da aggiungere. Loro sfasciano, distruggono, incendiano
tutte le volte che sono costretti a farlo. Ecco tutto</i>.”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-right: 27.0pt; mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto; text-align: justify;">
<span style="color: #202124; font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 12.0pt;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-right: 27.0pt; mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto; text-align: justify;">
<span style="color: #202124; font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 12.0pt;">Questo è il primo
volume di una trilogia, che <i style="mso-bidi-font-style: normal;">presto
diventerà anche una serie tv,</i> in cui sono narrati le vicende che vanno dal
1919 al 1924 - <i style="mso-bidi-font-style: normal;">oltre un piccolo pezzo sul
1925</i> – cioè, dalla fondazione dei Fasci Italiani di Combattimento, fino
all’ascesa al potere di Mussolini e il brutale omicidio di Matteotti.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-right: 27.0pt; mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto; text-align: justify;">
<span style="color: #202124; font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 12.0pt;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-right: 27.0pt; mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto; text-align: justify;">
<span style="color: #202124; font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 12.0pt;">I capitoli sono molto
brevi e spesso sono accompagnati da pagine in cui vengono riportati stralci di
giornali, lettere, telegrammi e comunicati autentici dell’epoca. La brevità dei
capitoli dovrebbe facilitare la lettura, ma un lettore non amante della storia
o poco conoscitore del periodo storico, potrebbe trovare un po’ di difficoltà e
perdersi nel labirinto di nomi e fatti.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-right: 27.0pt; mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto; text-align: justify;">
<span style="color: #202124; font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 12.0pt;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-right: 27.0pt; mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto; text-align: justify;">
<span style="color: #202124; font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 12.0pt;">“M. Il figlio del
secolo” ci permette di conoscere a fondo la figura di Mussolini e delle persone
che gli giravano intorno, i suoi amici, anche quelli socialisti, D’Annunzio (<i style="mso-bidi-font-style: normal;">l’impresa di Fiume</i>), le sue donne,
Rachele la moglie e Margherita Sarfatti che si rivelerà essere tra le figure
più influenti della sua vita.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-right: 27.0pt; mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto; text-align: justify;">
<span style="color: #202124; font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 12.0pt;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-right: 27.0pt; mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto; text-align: justify;">
<span style="color: #202124; font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 12.0pt;">È stato molto
interessante conoscere più nei dettagli Benito Mussolini, soprattutto entrare
nel suo quotidiano e nella sua vita privata. Vita costellata da numerose donne,
figli non riconosciuti, un ego spropositato, una forte inclinazione alla
violenza.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-right: 27.0pt; mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-right: 27.0pt; mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto; text-align: justify;">
<span style="color: #202124; font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 12.0pt;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEikljGNiZxfDB_mE5h-DyvTac0duRm7whs2X_4C9COIBkO1ulE2mMnzexpI09CSE_QA5-XsjwaMTKVnAMNan9me9LHHyfnkTpyvP35GACRR9H7LqxIFQKnipeUAjma3pzT7mHAvnIyK/s1600/m2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="960" data-original-width="767" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEikljGNiZxfDB_mE5h-DyvTac0duRm7whs2X_4C9COIBkO1ulE2mMnzexpI09CSE_QA5-XsjwaMTKVnAMNan9me9LHHyfnkTpyvP35GACRR9H7LqxIFQKnipeUAjma3pzT7mHAvnIyK/s400/m2.jpg" width="318" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-right: 27.0pt; mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto; text-align: justify;">
<span style="color: #202124; font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 12.0pt;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-right: 27.0pt; mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto; text-align: justify;">
<span style="color: #202124; font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 12.0pt;">Questo è stato
definito il primo romanzo sul fascismo ed effettivamente ha alcuni tratti
caratteristici del romanzo, anche se l’enormità dei dati storici e la poca
empatia nei confronti dei personaggi, non hanno permesso la fluidità della
narrazione, rendendolo quindi più similare a un manuale storico.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-right: 27.0pt; mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-right: 27.0pt; mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-right: 27.0pt; mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto; text-align: justify;">
<span style="color: #202124; font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 12.0pt;">Antonio Scurati
delinea i personaggi senza indicare chi sia il buono e chi il cattivo, non
sferra attacchi diretti contro il fascismo (<i style="mso-bidi-font-style: normal;">nonostante
lui sia fortemente antifascista</i>), ma lascia al lettore la scelta.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-right: 27.0pt; mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto; text-align: justify;">
<span style="color: #202124; font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 12.0pt;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-right: 27.0pt; mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto; text-align: justify;">
<span style="color: #202124; font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 12.0pt;">Nonostante le note e
già segnalate inesattezze storiche, dietro quest’opera c’è un grandissimo
lavoro, ma soprattutto una grande necessità di raccontare il fascismo affinché
i fatti siano da monito per l’oggi e per il domani. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-right: 27.0pt; mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-right: 27.0pt; mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto; text-align: justify;">
<span style="color: #202124; font-family: "arial" , "sans-serif"; font-size: 12.0pt;"><o:p>Gaetano Lamberti</o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-right: 27.0pt; mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto; text-align: justify;">
<br /></div>
<br />Annamaria Petriccionehttp://www.blogger.com/profile/16615046913851957129noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8456438787333485075.post-76458724687387180632019-05-23T12:55:00.001+02:002019-05-27T12:39:08.822+02:00Recensione de' "Il guardiano della collina dei ciliegi" e intervista all'autore Franco Faggiani<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #660000;"><i>"...amavo i colori delle notti d'inverno. Il nero e il blu del cielo, il rosso dei fuochi, il candore delle praterie sotto la luna, l'oro tremolante delle lampade accese sotto i porticati vuoti, il luccichio della nera ossidiana che ricopriva i pavimenti dei templi, l'argento fugace dei bagliori di tempesta che hanno origine dal cuore delle nuvole. Dell'inverno amavo anche gli odori freddi e pulsanti dei boschi fradici, del muschio e delle muffe dei luoghi abbandonati".</i></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #660000;"><i><br /></i></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #660000;"><i><br /></i></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #660000; font-size: large;"><b>Titolo: </b><i>Il guardiano della collina dei ciliegi</i></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #660000; font-size: large;"><b>Autore: </b><i>Franco Faggiani</i></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #660000; font-size: large;"><b>Data di pubblicazione: </b><i>2 Maggio 2019</i></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #660000; font-size: large;"><b>Casa editrice: </b><i>Fazi editore</i></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #660000; font-size: large;"><b>Pagine: </b><i>230</i></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #660000; font-size: large;"><b>Prezzo: </b><i>€ 16,00</i></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #660000; font-size: large;"><i><br /></i></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #660000; font-size: large;"><b>Trama</b></span></div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #660000; font-size: large;">Questo romanzo è ispirato a una storia vera. Ripercorre, infatti, le vicende di Shizo Kanakuri, il maratoneta olimpico che dopo una serie di vicissitudini e incredibili avventure, ottenne il tempo eccezionale di gara di 54 anni, 8 mesi, 6 giorni, 5 ore, 32 minuti e 20 secondi. </span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #660000; font-size: large;">Per scoprire come sia giunto a ciò, non vi resta che leggere "Il guardiano della collina dei ciliegi".</span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #660000; font-size: large;"><br /></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #660000; font-size: large;"><br /></span></div>
<div style="text-align: center;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhknhctrTxsbwS_Y2tSDviQYuC-EXaY0L5Wzz0ugrt-o4LxmYzqDrr7nFFEOfc9GLwmhy6MjqwueqUs-YVu5RRCsoOrZl4oot_YOcqCT8bnli3tzRmy-PjF8is0m8VfVaNfs-NlmC8z/s1600/faggiani+2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="567" data-original-width="960" height="236" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhknhctrTxsbwS_Y2tSDviQYuC-EXaY0L5Wzz0ugrt-o4LxmYzqDrr7nFFEOfc9GLwmhy6MjqwueqUs-YVu5RRCsoOrZl4oot_YOcqCT8bnli3tzRmy-PjF8is0m8VfVaNfs-NlmC8z/s400/faggiani+2.jpg" width="400" /></a></div>
<span style="color: #660000; font-size: large;"><br /></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #660000; font-size: large;"><b>Recensione</b></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #660000; font-size: large;"><b><br /></b></span></div>
<div style="text-align: justify;">
Shizo Kanakuri è un giovane ragazzo nato a Tamara. nel Sud del Giappone. Egli sa di essere privilegiato perché sua madre è una commerciante di tessuti e spezie, che grazie al suo lavoro riesce a dargli una formazione privata e a farlo studiare all'Università di Tokyo. Qui Shizo grazie al sostegno e agli allenamenti di Jigoro Kano, futuro fondatore del judo, riesce a partecipare alle Olimpiadi svedesi del 1912. Così si imbarca, e dopo un viaggio tortuoso e interminabile arriva a Stoccolma. Shizo non sa ancora, però, che i suoi sogni e le sue speranze più grandi stanno per essere disattese e che presto si trasformeranno in un incubo lungo una vita.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Non mi soffermo di più sulla trama perché dovete scoprirla da soli, ma ci tengo a parlarvi di ciò che mi ha colpito di più di questo romanzo: la natura, o meglio la fusione tra uomo e natura. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #660000;"><b><i>"Correvo perché solo così mi sentivo realmente libero, unico, leggero, in sintonia completa con il creato. Correvo con lo scatto di un colibrì, anche se mi sarebbe piaciuto avere la leggerezza di una farfalla. Solo per non sentire il rumore dei miei passi veloci sulle pietre o quello ritmico dall'aria in uscita dai polmoni. Solo per poter credere di aver raggiunto la perfezione".</i></b></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #660000;"><b><i><br /></i></b></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #660000;"><b><i><br /></i></b></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #660000;"><b><i><br /></i></b></span></div>
<div style="text-align: justify;">
Shizo diventa un atleta in modo inconsapevole, perché fin da quando è bambino lui corre tra i fitti boschi, lungo i fiumi che attraversano il suo paese, e per quelle vicine terre selvagge che offrono sempre qualcosa di cui cibarsi - radici, funghi e bacche - e un rifugio dove riposarsi.</div>
<div style="text-align: justify;">
Ecco come il protagonista di questo romanzo si trasforma in un olimpionico senza neanche averlo mai sognato. La sua forza sta tutta nella natura, in quell'incantevole paesaggio giapponese di cui Faggiani sa rendere tutte le sfumature, le albe, i tramonti, i profumi di pesco e quelli delle muffe. Così, che davanti a queste descrizioni così reali e particolareggiate, il lettore non può che restare senza fiato e agognare il tanto lontano, ma affascinante Giappone. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
A ciò si unisce la particolarità delle vicissitudini di Shizo Kanakuri, atleta davvero esistito la cui vita è costellata da ombre e misteri. Faggiani cerca di ricostruirla dandogli valore e rendendola davvero interessante. A mio avviso, la storia del protagonista de' "Il guardiano della collina dei ciliegi" può essere divisa in tre parti. La prima molto più lenta e descrittiva, la seconda dal ritmo incalzante e incentrata su una svolta sorprendente e la terza in cui Shizo si ricongiunge con la natura e ritrova la propria identità.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Realtà e immaginazione si fondono in un'unica storia in cui il lettore si lascia incantare dallo stile evocativo e lineare di Franco Faggiani e dall'esistenza di Kanakuri fatta di brillanti risalite e duri inabissamenti, tutti vissuti in una meravigliosa cornice naturalistica, perché spesso è grazie alla natura che l'uomo riesce a salvarsi. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Ma chi è l'autore de' "Il guardiano della collina dei ciliegi"? Andiamo a conoscerlo meglio.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #660000; font-size: large;"><b>Franco Faggiani</b></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #660000; font-size: large;"><b><br /></b></span></div>
<div style="text-align: justify;">
Franco Faggiani vive a Milano e fa il giornalista. Ha lavorato come reporter nelle aree più calde del mondo, ha scritto manuali sportive, guide, biografie, ma da sempre alterna alla scrittura lunghe e solitarie esplorazioni in montagna. Per Fazi editore ha già pubblicato nel 2008 il romanzo "La manutenzione dei sensi", tradotto in Olanda e vincitore di diversi premi - Wondy, Parco Maiella, Città delle Fiaccole e via discorrendo - e ha ottenuto un grande successo di critica e di pubblico.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
In occasione dell'ultima edizione del Salone del libro di Torino, Franco Faggiani ha presentato il suo ultimo romanzo "Il guardiano della collina dei ciliegi", così io e le mie colleghe Carmen e Federica, abbiamo avuto la possibilità di rivolgergli qualche domanda. Ne è uscita fuori un'intervista davvero molto divertente e interessante, di cui vi riporto uno stralcio. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #660000;"><b>Come mai hai deciso di rendere protagonista della tua storia Shizo Kanakuri?</b></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #660000;"><b><br /></b></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #660000;"><i>È stata una casualità. Sai io faccio il giornalista sportivo da quando avevo 19 anni e qualche tempo fa una rivista sportiva mi chiese di scrivere un articolo sulle maratone olimpiche, mondo che io non conoscevo per niente. Quindi, un po' per obbligo e un po' perché ero e sono rimasto un giornalista serio, mi sono documentato su questo argomento scovando notizie e informazioni in profondità. Insomma, non mi sono fermato ai primi tre atleti finiti sul podio, ma li ho passati in rassegna tutti dal primo classificato all'ultimo. Leggendo la classifica della maratona olimpica di Stoccolma ho visto che accanto al nome di Shizo Kanakuri anziché il tempo cronometrico o la parola Ritirato, c'era un punto di domanda. Così incuriosito da questa stranezza ho ricercato altre fonti e ho scoperto che il tempo cronometrico di quell'atleta c'era ed era quello di 54 anni, 8 mesi, 6 giorni, 5 ore, 32 minuti e 20 secondi. Da lì ho iniziato a fare diverse ricerche per scoprire cos'era realmente accaduto, ma purtroppo non si conosce molto della vita di Kanakuri e della sua esperienza olimpionica. </i></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #660000;"><i>Quindi l'inizio e la fine del romanzo riportano fatti realmente accaduti, mentre tutta la parte centrale è frutto della mia immaginazione. Io so che lui è tornato sulla sua isola dove ha fatto il maestro elementare ed ha partecipato ad altre due olimpiadi. In una è arrivato quindicesimo, mentre dalla seconda si è addirittura ritirato e poi da lì è sparito dal panorama sportivo giapponese. </i></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #660000;"><i><br /></i></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #660000;"><i><br /></i></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #660000;"><b>Tutto il lavoro di ricerca che hai dovuto affrontare e la stessa stesura del romanzo, quanto tempo sono durati?</b></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #660000;"><b><br /></b></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #660000;"><i>In realtà non tantissimo. Sai bisogna andare a ricercare sempre le fonti giuste. Oggi, rispetto al passato, ci sono molti mezzi per informarsi e questo fa sì che ci si trovi davanti a mille fonti e molte di esse sono scadenti o almeno superficiali. Ciò rende più difficile orientarsi e spesso porta via anche tanto tempo prezioso. Fortunatamente ho una cugina che vive a Stoccolma ed è sposata con colui che ha ispirato il personaggio di Kouyou presente nel romanzo. Grazie a loro due, nel giro di qualche ora sono riuscito a venire in possesso di tutti i pdf dei giornali svedesi del 1912. Una fonte più autorevole ed esatta dei giornali dell'epoca non esiste. Questi ultimi erano composti massimo da 4 o 5 pagine, di fotografie ce n'erano pochissime, le cronache erano prevalentemente legate all'incontro tra l'ambasciatori, consoli e tutte le figure autorevoli e ufficiali presenti alle Olimpiadi di quell'anno, mentre della gara c'era ben poco. Ma da lì ho iniziato a costruire tutta la storia che volevo raccontare.</i></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #660000;"><i>Neanche la stesura del romanzo è durata tanto, circa 3 mesi ad essere precisi. Io ho una capacità che molti mi invidiano: scrivo ovunque. Anche qui, adesso, in mezzo a tutto il caos del Salone, potrei scrivere altre 10000 battute del mio libro nuovo. La stessa cosa mi accade quando vado a tenere lezioni per scuole, dove mi porto sempre il computer perché nell'intervallo scrivo. E questo mi dà un grande vantaggio, perché racimolando qualche ora un giorno e qualche minuto un altro riesco a terminare un romanzo anche in poco tempo. Inoltre, utilizzo una tecnica un po' hemingwayana, di interrompere sul più bello, quando arrivo all'apice della storia che sto scrivendo e so che potrei continuare a scriverla per delle ore, io mi fermo lì. Così il giorno dopo quando la riprendo ho già le idee chiare e non devo star a pensare troppo a come riempire le pagine.</i></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #660000;"><i><br /></i></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #660000;"><i><br /></i></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhMITJ1LWLCilZ4NrYA3HGH0EbXr6lKE3FG2lMBOWQqBsEBBJsb79P8i8A2YmcmCbSVVlv662likK9VlFKP8idLJKNdGIpbekCQxoozBTP5PdWQMCToBQmbAt4fskfiQDoU3yePULJf/s1600/faggiani+1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="708" data-original-width="960" height="295" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhMITJ1LWLCilZ4NrYA3HGH0EbXr6lKE3FG2lMBOWQqBsEBBJsb79P8i8A2YmcmCbSVVlv662likK9VlFKP8idLJKNdGIpbekCQxoozBTP5PdWQMCToBQmbAt4fskfiQDoU3yePULJf/s400/faggiani+1.jpg" width="400" /></a></div>
<span style="color: #660000;"><i><br /></i></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #660000;"><i><br /></i></span></div>
<div style="text-align: justify;">
Per leggere il resto dell'intervista mi rimando ai blog delle mie colleghe<span style="color: #660000; font-weight: bold;"> <a href="https://nellaforestadisherwood.wordpress.com/">Federica</a> </span>e<span style="color: #660000;"><b> <a href="https://nessuncancellonessunaserratura.wordpress.com/">Carmen</a></b></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Intanto vi consiglio assolutamente la lettura di questo romanzo a cui ho assegnato ben 4 penne.<br />
<br />
<br />
A presto,<br />
la vostra Contessa</div>
Annamaria Petriccionehttp://www.blogger.com/profile/16615046913851957129noreply@blogger.com11tag:blogger.com,1999:blog-8456438787333485075.post-16426476070034160762019-05-22T14:05:00.001+02:002019-05-22T14:07:50.314+02:00[Nel nome della Strega]: Readingram recensisce "Il risolutore" di Pier Paolo Giannubilo<br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Il Risolutore.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
486 pagine di biografia sul pronipote di Alessandro Manzoni,
sul nipote di Piero Manzoni: su Gian Ruggero Manzoni.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Nascere con questo cognome, non è sicuramente facile:
riuscirà ad esserne all'altezza?<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
E' una domanda che Gian Ruggero si fa e forse una risposta
l'avrà anche trovata.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Gian Ruggero nasce a Lugo di Romagna, viene preso di mira
dai compagni per i suoi chili di troppo, cresce, segue le lezioni di Umberto
Eco, conosce Tondelli e inizia il loro sodalizio.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Tutto abbastanza bene fino a quando, nei tumulti degli anni
‘70, viene arrestato per detenzione illecita di armi: invece che finire in
carcere gli viene data la possibilità di patteggiare e di prestare servizio
nelle forze dell'ordine per 25 anni. “Lo Stato arruola chi è contro di esso in
modo da servirsene tenendolo a ricatto.”<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Lui ci sta.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Prima però gli vengono fatti una serie di test psicologici
(che sfiorano il disumano) per vedere se è all’altezza del ruolo.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
E tu assisti a tutto questo col fiato sospeso chiedendoti se
fosse veramente possibile tutto quello.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
I test li supera alla grande.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Nessuno si aspettava certi risultati: lui non è una persona
comune, lui sarà il "risolutore", colui che le faccende complicate le
risolve.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
E inizierà così il suo percorso verso la redenzione: andrà
in altri paesi a combattere, fredderà persone, farà l'agente segreto, metterà
la sua vita in pericolo.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Tornerà a casa, partirà, ritornerà e ripartirà ancora.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Pace, guerra, sangue, arte, morte, letteratura, donne, fede.
<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Una vita molto affascinante, indubbiamente, ma:<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
-con il personaggio mi è venuto difficile empatizzare.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
-con l'autore tanto meno: una biografia irritante, con
millemila digressioni inutili, una serie di dialoghi che fanno perdere
credibilità al concetto di biografia stessa, un lessico che forse vuole emulare
quello del pasticciaccio di Gadda ma che risulta essere un gran pasticcio e
basta.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
Insomma.<o:p></o:p></div>
<br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
</div>
<div class="MsoNormal">
Merita per me il Premio Strega? Mhh, no.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEirMq7vRQoec6v6VtwIgiUb8-byFPJL7_SJLAycns_9zL143-ttY8DQO7dZhHwXFi101dbfFKd7ARvAeC6E5n4On4fdT2Iw1LqZ8PAzySHuqUQPK9GC8597A-EADf0aMYYXXNJsrVdp/s1600/il+risolutore.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="960" data-original-width="960" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEirMq7vRQoec6v6VtwIgiUb8-byFPJL7_SJLAycns_9zL143-ttY8DQO7dZhHwXFi101dbfFKd7ARvAeC6E5n4On4fdT2Iw1LqZ8PAzySHuqUQPK9GC8597A-EADf0aMYYXXNJsrVdp/s320/il+risolutore.jpg" width="320" /></a></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
Annamaria Petriccionehttp://www.blogger.com/profile/16615046913851957129noreply@blogger.com7tag:blogger.com,1999:blog-8456438787333485075.post-72084311934636074272019-05-20T12:11:00.000+02:002019-05-22T14:11:50.003+02:00[Nel nome della Strega]: Samlibrary94 recensisce "La Straniera" di Claudia Durastanti<br />
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="font-size: 12.0pt; line-height: 107%;">«In</span></i><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="font-size: 12.0pt; line-height: 107%; mso-bidi-font-family: Calibri; mso-bidi-theme-font: minor-latin;"> italiano, il verbo “sentire” coincide con la
capacità di provare un sentimento e un senso preciso, l’udito. In inglese non è
così, “to hear” e “to feel” sono due azioni ben distinte. Non so come funzioni
nelle altre lingue. E non so come potrò tradurre le volte che mia madre resta
distesa sul letto con gli occhi chiusi e bisbiglia “Non sento niente”, senza
perdere tutto quello che vuole </span></i><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="font-size: 12.0pt; line-height: 107%;">dirmi».</span></i><b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="font-size: 12.0pt; line-height: 107%; mso-bidi-font-family: Calibri; mso-bidi-theme-font: minor-latin;"><o:p></o:p></span></i></b></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="font-size: 12.0pt; line-height: 107%;"><br /></span></i></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgrmnp_i2MZGW94Mx2racHHhZX-wliNHKI41z2QAsdY-U3hGnZFYztkS7Om8WbN9E3fM6UTBNSx-zk6z9SDu7E_1XEESaEvywOHLIqNDO1pCJmMooO7Ww6NY-G1VlpxbX9_UYzw9Fld/s1600/la+straniera.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="960" data-original-width="636" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgrmnp_i2MZGW94Mx2racHHhZX-wliNHKI41z2QAsdY-U3hGnZFYztkS7Om8WbN9E3fM6UTBNSx-zk6z9SDu7E_1XEESaEvywOHLIqNDO1pCJmMooO7Ww6NY-G1VlpxbX9_UYzw9Fld/s320/la+straniera.jpg" width="212" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<i style="mso-bidi-font-style: normal;"><o:p><br /></o:p></i></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<i style="mso-bidi-font-style: normal;">La straniera</i> di Claudia Durastanti è
un’opera di <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">autofiction</b>, in cui la
realtà viene manipolata dall’autrice e in cui le vicende personali e famigliari
incontrano la saggistica.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
La storia
che racconta Claudia è insieme la sua storia e quella dei genitori, entrambi
sordi per ragioni differenti sin dall’infanzia e che a questa disabilità
decidono di rispondere in maniera del tutto anticonvenzionale, rifiutando il
proprio limite fisico e rispondendo con incoscienza, anarchia e violenza.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
La biografia
che Claudia decide di creare non segue una linea temporale, ma le vicende
raccontate vengono raggruppate per <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">macro-argomenti</b>
e in questo senso la particolare struttura del libro risulta molto innovativa
dal momento che i capitoli sono divisi e denominati come le sezioni di un
oroscopo: <i style="mso-bidi-font-style: normal;">famiglia, viaggi, salute,
lavoro & denaro, amore, di che segno sei?<o:p></o:p></i></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Il tema centrale del romanzo risulta chiaro sin dal titolo
dell’opera: l’<b style="mso-bidi-font-weight: normal;">essere straniera</b>.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Questa estraneità viene rappresentata dalla stessa Claudia,
nata a Brooklyn e trasferitasi poi, all’età di sei anni in un paesino della Val
d’Agri, in Basilicata, e poi di nuovo a Roma per gli studi in antropologia e
ancora a Londra, dove tutt’ora risiede e lavora. Il suo essere straniera è
quindi in questo caso un eccesso di radici, una possibilità di scelta tra tante
patrie, che però porta inevitabilmente a non sentirsi mai del tutto a casa. L’inadeguatezza
in questo caso risulta, quindi, nell’essere troppo Americana per essere Italiana
e troppo Italiana per essere Americana, un sentimento che, personalmente, posso
affermare di conoscere bene.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
Ma stranieri
sono anche i suoi genitori, che risultano estranei alla società, dal momento
che il loro difetto fisico, a cui si aggiunge anche una malattia di tipo
psichiatrico, risulta inevitabilmente in un handicap, uno svantaggio di tipo
sociale, a cui essi decidono di rispondere con eccesso e violenza, vivendo una
vita spericolata, senza regole, rifiutando ogni convenzione, tra cui anche il
linguaggio dei segni.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
La Durastanti affronta in questo libro tanti temi importanti:
la <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">disabilità</b> dei suoi genitori e lo
svantaggio che da ciò deriva; la povertà vista quasi come una malattia; le <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">migrazioni</b>, prima quelle dei suoi nonni
verso l’America negli anni Sessanta e poi, in un percorso inverso, la sua
migrazione verso l’Italia e poi ancora verso l’Inghilterra; la forza della
letteratura, perché per Claudia esiste sempre un <i style="mso-bidi-font-style: normal;">prima</i> e un <i style="mso-bidi-font-style: normal;">dopo</i> un
determinato romanzo e perché nel libro non mancano certo i riferimenti
letterari, ma non solo, alle opere che più hanno avuto impatto nella sua vita;
l’amore e i <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">legami famigliari</b>,
perché il rapporto con la madre e la sua figura risultano centrali in tutto il
romanzo.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
Ma
nonostante ciò il suo romanzo rimane senza moralismi, nessuna catarsi finale, nessuna
pretesa di dare insegnamenti.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Le basi per un buon romanzo ci sono tutte, eppure, Claudia
Durastanti non è riuscita a conquistarmi.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Il suo libro risulta confuso, disordinato, spesso <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">sconclusionato</b>.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
Tra continui
citazionismi e frasi che cercano di risultare memorabili è difficile arrivare
ad essere coinvolti appieno dalla storia che viene raccontata, non si prova
empatia con i personaggi/persone e la continua <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">artificiosità</b> delle immagini che crea o delle parole che accosta
rende il romanzo forzato, poco scorrevole e piacevole.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Chiuso il libro, inoltre, mi sono chiesta che cosa mi avesse
lasciato e a giorni di distanza la risposta sembra essere sempre la stessa:
niente.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Ed è un peccato, perché Claudia Durastanti è un’autrice che
potrebbe avere tanto da raccontare, ma in questo caso non è riuscita,
purtroppo, almeno per me, a farlo bene.<o:p></o:p></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Samanta Zhang</div>
Annamaria Petriccionehttp://www.blogger.com/profile/16615046913851957129noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8456438787333485075.post-25577946335579287582019-03-04T15:08:00.000+01:002019-03-04T15:09:54.828+01:00[Recensione]: "La profezia dei Gonzaga" di Tiziana Silvestrin<br />
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #660000;"><b><i>"Il soffitto ribassato, l'oscurità, i muri massicci e le spesse grate di ferro alle finestre davano un senso di oppressione che schiacciava il petto e prendeva la gola, l'aria stagnante odorava di polvere e di muffa.</i></b></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #660000;"><b><i>Il rumore del cancello che si chiudeva alle sue spalle provocò al capitano un dolore sordo.</i></b></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #660000;"><b><i>Sarebbe uscito vivo da lì?"</i></b></span></div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #660000;"><b><i><br /></i></b></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #660000;"><b><i><br /></i></b></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #660000; font-size: large;"><b>Titolo: </b><i>La profezia dei Gonzaga</i></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #660000; font-size: large;"><b>Autore: </b><i>Tiziana Silvestrin</i></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #660000; font-size: large;"><b>Casa editrice:</b><i> Scrittura&Scritture</i></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #660000; font-size: large;"><b>Data di pubblicazione: </b><i>29 Novembre 2018</i></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #660000; font-size: large;"><b>Pagine: </b><i>358</i></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #660000; font-size: large;"><b>Prezzo: </b><i>€ 14,50</i></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #660000; font-size: large;"><i><br /></i></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #660000; font-size: large;"><b>Trama</b></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #660000; font-size: large;"><b><br /></b></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #660000; font-size: large;">Mantova, 1596. È sparita la mummia del Passerino. Un astrologo aveva predetto che la stella dei Gonzaga avrebbe brillato nel cielo finché avessero custodito a Palazzo Ducale il corpo del Passerino.</span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #660000; font-size: large;">Il duca Vincenzo, preoccupato per le sorti della dinastia, convoca Biagio dell'Orso, affascinante e introverso capitano di giustizia, l'unico in grado di risolvere i casi più spinosi. Il destino dei Gonzaga è ora nelle sue mani.</span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #660000; font-size: large;">Tra agguati, nemici e oscuri presagi, ce la farà il duca a fare luce su questo mistero?</span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #660000; font-size: large;">Lo scoprirete leggendo "La profezia dei Gonzaga".</span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #660000; font-size: large;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgCDij-O7hzKFLlCJQyYUq4OKs7j4xkkfYFxDc2-J1pg1sDz23lfzEoSgU0tV8Wj2VXk76PCfGt_2LA4LIGsYBzcUzIAAupyJclStyqBAHIEOQqoUazTsQ_QL3cTu-DA7aT70XX07xe/s1600/la+profezia.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="683" data-original-width="960" height="283" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgCDij-O7hzKFLlCJQyYUq4OKs7j4xkkfYFxDc2-J1pg1sDz23lfzEoSgU0tV8Wj2VXk76PCfGt_2LA4LIGsYBzcUzIAAupyJclStyqBAHIEOQqoUazTsQ_QL3cTu-DA7aT70XX07xe/s400/la+profezia.jpg" width="400" /></a></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #660000; font-size: large;"><br /></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #660000; font-size: large;"><br /></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #660000; font-size: large;"><b>Recensione</b></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #660000; font-size: large;"><b><br /></b></span></div>
<div style="text-align: justify;">
Lo scorso anno ho vissuto a Mantova per nove mesi. È stata la mia città, il mio rifugio. Non ci siamo piaciute fin da subito, ma con il tempo ho imparato ad apprezzarla. Le mille visite a Palazzo Ducale, tutte le volte che ho attraversato il giardino di Palazzo Te al ritorno da scuola, il Mincio e le passeggiate al lago sono cose che ricorderò per sempre. Ecco perché, quando la casa editrice Scrittura e Scritture mi ha proposto di leggere e recensire "La profezia dei Gonzaga" ho subito deciso di accettare, sperando di ritrovare tra quelle pagine il luogo in cui avevo vissuto. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
"La profezia dei Gonzaga" ha per protagonista il capitano di giustizia Biagio dell'Orso, chiamato a corte per risolvere un caso pericoloso e complesso: la scomparsa del Passerino.</div>
<div style="text-align: justify;">
Ma cos'è, o meglio, chi è il Passerino? </div>
<div style="text-align: justify;">
Il Passerino è Rinaldo Bonacolsi, uno dei membri più importanti della famiglia che governò Mantova per mezzo secolo, fino a quando i Gonzaga non ne contestarono l'autorità. Infatti, il 13 agosto 1328 Luigi Gonzaga entrò nella città di Mantova seguito dai suoi figli e da una grande armata, e il Passerino credendo che sarebbe bastata la sua presenza per mettere a tacere i tumulti, affrontò i suoi nemici senza scorta e morì dopo essere stato gravemente ferito. </div>
<div style="text-align: justify;">
A questo punto diventa tutto molto interessante. Sembra, infatti, che Luigi avesse ricevuto una profezia da una strega, secondo la quale i Gonzaga avrebbero continuato a governare indisturbati Mantova fino a quando avessero custodito la mummia del Passerino nel Palazzo Ducale. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
È proprio da qui che prende le mosse il thriller storico di Tiziana Silvestrin, autrice di una vera e propria saga dedicata alla famiglia Gonzaga. La mummia del Passerino scompare e la colpa viene fatta ricadere sull'architetto Antonio Viani, che sconvolto prega il capitano di risolvere il mistero per poter evitare la pena che lo terrorizza: il carcere. Infatti, secondo il duca Vincenzo, Viani incaricato a presiedere ai lavori edili del Palazzo, non ha ben vigilato su quel prezioso amuleto, simbolo della potenza della famiglia Gonzaga.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Con un ragionamento logico, tanta scaltrezza e idee geniali pian piano Biagio dell'Orso inizia a sbrogliare la matassa che c'è dietro questa sparizione, che non è frutto di una semplice disattenzione del suo amico architetto, ma di un piano ben definito e organizzato per attaccare la famiglia regnante mantovana. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
All'interno di questo romanzo troviamo poi tante figure che accrescono la narrazione e la rendono più incalzante: la veneziana Rosa, compagna di Biagio, preoccupata e pazza di gelosia per la vicinanza del suo uomo a un'altra donna; il consigliere ducale Marcello Donati e sua moglie Cecilia che cercano di comprendere chi e in che modo abbia tramato contro i Gonzaga; e poi ancora il mago e illusionista Colorni e sua figlia Estrella che fungono da simpatici aiutanti; il braccio destro di Biagio, Giò Morisco e via discorrendo.</div>
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<br /></div>
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Infine, bisogna dire che la cosa ancor più interessante di tutta la narrazione è data dal fatto che Tiziana Silvestrin riesce a tracciare un ritratto veritiero dell'incantevole città di Mantova, riportando tra le sue pagine i luoghi nevralgici della città, ricostruendo gli avvenimenti storici con minuzia e precisione e, descrivendo cibi, ambienti e usanze dell'epoca in un modo che non potrà che affascinare i suoi lettori.</div>
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<br /></div>
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<br /></div>
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<span style="color: #660000; font-size: large;"><b>Giudizio</b></span></div>
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<span style="color: #660000; font-size: large;"><b><br /></b></span></div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgsoWDLz1I-YrX9WOkcjIdCP-H5Tprf3UvBsnaLG5gjUOt81Rs1SWUNni3qC6s4AtxvYVQNXV5uIucVTuRTYt8O2jdczdH_f3e621qgmFLHlKKV8IDJOaOUbVNrZdjJe5t64Z5NpGbQ/s1600/4+su+5.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="200" data-original-width="400" height="160" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgsoWDLz1I-YrX9WOkcjIdCP-H5Tprf3UvBsnaLG5gjUOt81Rs1SWUNni3qC6s4AtxvYVQNXV5uIucVTuRTYt8O2jdczdH_f3e621qgmFLHlKKV8IDJOaOUbVNrZdjJe5t64Z5NpGbQ/s320/4+su+5.png" width="320" /></a></div>
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<br /></div>
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<br /></div>
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Assegno 4 stelle a "La profezia dei Gonzaga" che ho apprezzato tantissimo per la sua verità storica e che ho trovato molto scorrevole e coinvolgente tanto da terminarne la lettura in pochi giorni.</div>
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<br /></div>
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Qui trovate il link dove acquistare questo e gli altri volumi della saga dei Gonzaga: https://www.scritturascritture.it/prodotto/la-profezia-dei-gonzaga-tiziana-silvestrin-copia/</div>
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Spero accetterete il mio consiglio e vi tufferete tra le pagine di questo meraviglioso thriller storico.</div>
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A presto</div>
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La vostra Contessa</div>
Annamaria Petriccionehttp://www.blogger.com/profile/16615046913851957129noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8456438787333485075.post-81745022453145056892019-02-28T15:27:00.001+01:002019-02-28T15:40:14.708+01:00[Recensione]: "L'annusatrice di libri"di Desy Icardi<div style="text-align: center;">
<br /></div>
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<i><br /></i></div>
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<span style="color: #660000; font-size: large;"><b><i>"Adelina promise e si diresse verso casa, domandandosi se una vita senza libri avesse davvero motivo di essere vissuta".</i></b></span></div>
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<span style="color: #660000; font-size: large;"><b><br /></b></span></div>
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<span style="color: #660000; font-size: large;"><b><br /></b></span></div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEioBeXXFIdP-q-YvwNSOlAXzUyq5b2EK3qzweuumMHmfRtxGuZIzx8VZ_V7y4lt3-NjpFxzYS9xliChRSJEAbKZggFAYdNnSeZd9H5B52ANx-VJDpN6ipil_y6MtmCbxCkZ9D25xB7F/s1600/foto+annusatrice.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="640" data-original-width="960" height="266" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEioBeXXFIdP-q-YvwNSOlAXzUyq5b2EK3qzweuumMHmfRtxGuZIzx8VZ_V7y4lt3-NjpFxzYS9xliChRSJEAbKZggFAYdNnSeZd9H5B52ANx-VJDpN6ipil_y6MtmCbxCkZ9D25xB7F/s400/foto+annusatrice.jpg" width="400" /></a></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #660000; font-size: large;"><b><br /></b></span></div>
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<span style="color: #660000; font-size: large;"><b><br /></b></span></div>
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<span style="color: #660000; font-size: large;"><b><br /></b></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #660000; font-size: large;"><b>Titolo: </b><i>"L'annusatrice di libri"</i></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #660000; font-size: large;"><b>Autore: </b><i>Desy Icardi</i></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #660000; font-size: large;"><b>Casa editrice: </b><i>Fazi editore</i></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #660000; font-size: large;"><b>Data di pubblicazione: </b><i>28 Febbraio 2019</i></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #660000; font-size: large;"><b>Pagine: </b><i>407</i></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #660000; font-size: large;"><b>Prezzo: </b><i>16,00 €</i></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #660000; font-size: large;"><i><br /></i></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #660000; font-size: large;"><b>Trama</b></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #660000; font-size: large;"><b><br /></b></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #660000; font-size: large;">Torino, 1957. Adelina ha 14 anni e vive con la zia Amalia, una ricca vedova, molto parsimoniosa che non le dedica grandi attenzioni. La ragazza ha grossi problemi a scuola perché, alla sua età, non riesce a ricordare le lezioni e ha difficoltà a leggere.</span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #660000; font-size: large;">Il reverende Kelley, suo severo professore, gli affianca allora la sua brillante compagna di scuola Luisella. </span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #660000; font-size: large;">È</span><span style="color: #660000; font-size: large;"> proprio durante queste lezioni che Adelina si renderà conto di avere un grande dono: può leggere con l'olfatto.</span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #660000; font-size: large;">Questo suo talento rappresenta, però, anche una minaccia. Infatti, il padre di Luisella vuole servirsi di lei per decifrare il codice antico più misterioso al mondo. </span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #660000; font-size: large;">Cosa succederà? Adelina riuscirà a cavarsela?</span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #660000; font-size: large;">Lo scoprirete solo leggendo questo romanzo che diffonde il vero amore per i libri.</span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #660000; font-size: large;"><br /></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #660000; font-size: large;"><br /></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #660000; font-size: large;"><br /></span></div>
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<span style="color: #660000; font-size: large;"><br /></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #660000; font-size: large;"><b>Recensione</b></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #660000; font-size: large;"><b><br /></b></span></div>
<div style="text-align: justify;">
Leggere è una passione che racchiude in sé dei rituali. Collocarsi davanti alla libreria, passare in rassegna gli scaffali colmi di libri con lo sguardo, scegliere un titolo e, prima di aprire la prima pagina, annusarlo. Sì, avete letto bene. Annusarlo. Per far sì che le narici si impregnino di quell'odore di carta appena stampata che manda noi lettori in visibilio. </div>
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<br /></div>
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Perché questa premessa? Beh, sappiate che "L'annusatrice di libri" è un romanzo che ha per protagonista gli stessi libri, ma ne parla in modo non convenzionale. Non troverete citazioni letterarie messe lì a caso in modo da far sì che le ragazze di oggi possano utilizzarle come didascalia per le loro foto social, e non potrete neanche incappare in riferimenti letterari arditi inseriti dall'autore solo per darsi un tono. No, in queste pagine c'è solamente Adelina, una ragazza di quattordici anni che ha un dono speciale: riesce a leggere i libri annusandoli. </div>
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<br /></div>
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Adelina si trasferisce dal suo paese piemontese a Torino, città dove vive sua zia Amalia che la ospiterà. Zia Amalia, donna un po' stramba con un passato da soubrette, non ha per niente un ruolo secondario all'interno della narrazione, proprio perché il romanzo si svolge su due piani temporali diversi.</div>
<div style="text-align: justify;">
Il presente in cui si svolgono i fatti che hanno per protagonista Adelina e la scoperta del suo dono, e il passato che si focalizza sulle peripezie e le avventure affrontate da Amalia prima di "sistemarsi" e diventare una signora. </div>
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<br /></div>
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Queste due sezioni non si sovrappongono l'una all'altra, anzi si integrano perfettamente tra loro senza creare confusione, ma dando un valore aggiunto al romanzo che così, capitolo dopo capitolo, finisce per appassionare sempre di più il lettore che si divide tra l'apprensione e la curiosità provata per Adelina e la simpatia per quella strana donna di Amalia. </div>
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<br /></div>
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<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Adelina vive il suo dono, in un primo momento con vero timore, ma poi pian piano si abitua e inizia a incantare il lettore con le descrizioni degli odori che i libri le suggeriscono: profumo di rosa, di gelsomino, d'amore, di tortura, di pedanteria ecc.</div>
<div style="text-align: justify;">
Così davanti ai nostri occhi sfilano alcuni dei romanzi che tutti abbiamo letto - o abbiamo voglia di leggere - almeno una volta nella vita: Jane Eyre, la Gerusalemme liberata, Orgoglio e pregiudizio, i Promessi sposi e tanti altri. </div>
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Adelina li avvicina al naso e ne acquisisce le storie. E noi siamo combattuti tra due sentimenti: un po' la invidiamo e un po' la compatiamo, perché si sa che a noi lettori piace stare dietro le righe per scoprire le parole in superficie e in profondità, ma soprattutto ci appelliamo alla facoltà di far durare il libro che abbiamo in lettura il tempo che desideriamo. </div>
<div style="text-align: justify;">
Adelina invece no. Infatti, con il suo dono riesce a "ingurgitare" anche tre libri a notte, tanto da farsi venire un forte mal di testa per lo sforzo. </div>
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<br /></div>
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Questo meraviglioso dono, però, ha dei risvolti negati dei quali è a conoscenza solo il severo reverendo e professore Kelley. Di cosa si tratta? Non posso anticiparvi nulla, ma sappiate che il giallo è contenuto tutto all'interno di un codice antico che il notaio Vergnano - padre dell'amica di Adelina - farà di tutto per decifrare. </div>
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<br /></div>
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<br /></div>
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<span style="color: #660000; font-size: large;"><b>Giudizio</b></span></div>
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<span style="color: #660000; font-size: large;"><b><br /></b></span></div>
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<span style="color: #660000; font-size: large;"><b><br /></b></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgsoWDLz1I-YrX9WOkcjIdCP-H5Tprf3UvBsnaLG5gjUOt81Rs1SWUNni3qC6s4AtxvYVQNXV5uIucVTuRTYt8O2jdczdH_f3e621qgmFLHlKKV8IDJOaOUbVNrZdjJe5t64Z5NpGbQ/s1600/4+su+5.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="200" data-original-width="400" height="160" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgsoWDLz1I-YrX9WOkcjIdCP-H5Tprf3UvBsnaLG5gjUOt81Rs1SWUNni3qC6s4AtxvYVQNXV5uIucVTuRTYt8O2jdczdH_f3e621qgmFLHlKKV8IDJOaOUbVNrZdjJe5t64Z5NpGbQ/s320/4+su+5.png" width="320" /></a></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #660000; font-size: large;"><b><br /></b></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #660000; font-size: large;"><b><br /></b></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #660000; font-size: large;"><b><br /></b></span></div>
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Insomma, assegno 4 stelle a questo romanzo che con la sua buona dose di magia, mistero, antagonisti e aiutanti, assume le vesti di una vera a propria fiaba che ha una sola morale: l'amore per i libri non ci tradirà mai, perché essi ci faranno da "insegnanti" per tutta la durata della nostra esistenza.</div>
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<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhSJwCAjRbRxnVET3eaek_aMyy6Seat0bkZUWO6eFuw_CWtuYl89HwH0y0liGigSAhNhefHCqsfVEpyRRnxBZUNXQj13j3gg_INQtlrJNNojiFjLW1PM6MtR_z63ia33O1ETGhifxA7/s1600/sconto+annusatrice.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="625" data-original-width="1250" height="160" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhSJwCAjRbRxnVET3eaek_aMyy6Seat0bkZUWO6eFuw_CWtuYl89HwH0y0liGigSAhNhefHCqsfVEpyRRnxBZUNXQj13j3gg_INQtlrJNNojiFjLW1PM6MtR_z63ia33O1ETGhifxA7/s320/sconto+annusatrice.jpg" width="320" /></a></div>
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<br /></div>
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<br /></div>
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<br /></div>
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Vi ricordo inoltre che da oggi fino al 31 marzo, "L'annusatrice di libri" è in sconto a soli 10 euro. Approfittatene!</div>
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<br /></div>
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<br /></div>
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<br /></div>
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A presto </div>
<div style="text-align: justify;">
la vostra Contessa.</div>
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<br /></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #660000; font-size: large;"><b><br /></b></span></div>
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<br /></div>
Annamaria Petriccionehttp://www.blogger.com/profile/16615046913851957129noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-8456438787333485075.post-14419085057739127062019-02-14T02:03:00.000+01:002019-02-14T02:04:36.555+01:00[Recensione]: "Fedeltà" di Marco Missiroli<br />
<br />
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<div style="text-align: center;">
<i><br /></i></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #660000;"><b><i>"Con lui aveva intuito che l'infedeltà poteva essere verso se stessa [...] e aveva saputo che il senso di colpa era un processo banale. La realtà dei fatti, era che era stato naturale. Aveva scopato un ragazzo che le piaceva e che l'aveva fatta godere. Cosa aveva tolto al suo matrimonio?"</i></b></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #660000;"><b><br /></b></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #660000;"><b><br /></b></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #660000;"><b><br /></b></span></div>
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<span style="color: #660000; font-size: large;"><b>Titolo: </b><i>Fedeltà</i></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #660000; font-size: large;"><b>Autore: </b><i>Marco Missiroli</i></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #660000; font-size: large;"><b>Casa editrice: </b><i>Einaudi</i></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #660000; font-size: large;"><b>Data di pubblicazione: </b><i>12 Febbraio 2019</i></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #660000; font-size: large;"><b>Pagine: </b><i>224</i></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #660000; font-size: large;"><b>Prezzo: </b><i>€ 19,00</i></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #660000; font-size: large;"><i><br /></i></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #660000; font-size: large;"><b>Trama</b></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #660000; font-size: large;"><b><br /></b></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #660000; font-size: large;">Margherita e Carlo non sono una coppia in crisi, hanno un'intesa tenace e si definirebbero felici. Ma un presunto tradimento di lui si trasforma in ossessione per entrambi e diventa un alibi potente per le fantasie di sua moglie.</span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #660000; font-size: large;">Nella vita dei due coniugi si inseriscono pian piano Sofia e Andrea. </span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #660000; font-size: large;">Sofia è una giovane studentessa di Carlo, Andrea è il fisioterapista di Margherita. </span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #660000; font-size: large;">L'interrogativo di questa storia è: se siamo fedeli a noi stessi quanto siamo fedeli agli altri?</span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #660000; font-size: large;">La risposta si insinua nella forza quieta dei legami, tenuti insieme in queste pagine da Anna, madre di Margherita, il faro illuminante del romanzo, uno di quei personaggi capaci di trasmettere il senso dell'esistenza.</span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #660000; font-size: large;"><br /></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #660000; font-size: large;"><br /></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #660000; font-size: large;"><b>Recensione</b></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #660000; font-size: large;"><b><br /></b></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhYRbZ9HnPbPs5g98eBLcUZ1BfVH4gjYZXTfCAXJvbgb8jYGjlwTH1IWZdjT8cvA31AcO51v11YIZ3_Z04dLJv81FaA4kRVskyTSDXMRmsNlIod6ld-Mrv2gHNSAMHhDpXtmnJ_Q7oI/s1600/fedelt%25C3%25A0.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="947" data-original-width="1600" height="236" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhYRbZ9HnPbPs5g98eBLcUZ1BfVH4gjYZXTfCAXJvbgb8jYGjlwTH1IWZdjT8cvA31AcO51v11YIZ3_Z04dLJv81FaA4kRVskyTSDXMRmsNlIod6ld-Mrv2gHNSAMHhDpXtmnJ_Q7oI/s400/fedelt%25C3%25A0.jpg" width="400" /></a></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #660000; font-size: large;"><b><br /></b></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #660000; font-size: large;"><b><br /></b></span></div>
<div style="text-align: justify;">
Oscar Wilde afferma: "L'unico modo per liberarsi da una tentazione è cedervi". Ma è davvero così? </div>
<div style="text-align: justify;">
Basta lasciarsi andare, sentirsi liberi di tuffarsi nel proibito per archiviare uno sbandamento che può trasformarsi in ossessione?</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
È proprio questo il quesito attorno a cui ruota la storia di Carlo e Margherita. Lei è un'agente immobiliare, lui un professore che sogna di diventare scrittore, ma in realtà non ci ha neanche mai provato a scrivere qualcosa che sia degno della parola "romanzo". I due sono una coppia felice, fino a quando nella loro vita non si inserisce il dubbio: Carlo è stato visto nel bagno dell'università in compagnia di una studentessa.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Da quel momento lui è ossessionato dal tradimento e lei inizia a utilizzare il presunto adulterio del marito come pretesto per svagare la sua mente e lasciarsi andare a fantasie momentanee che le permettono di sentirsi viva.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #660000;"><b><i>"Che parola sbagliata, amante. Che parola sbagliata, tradimento. Rispetto a cosa avrebbe tradito? Cosa toglieva consumandosi con un'altra ragazza, accaparrandosi una gioia momentanea. Alzarsi, rivestirsi, senza instaurare rituali romantici o affettuosi, preservando la liturgia che con sua moglie aveva consolidato negli anni e non avrebbe mai messo in discussione. Cura del patto, costruzione del rapporto, devozione: un lessico che in letteratura era un sinonimo di ingenuità ma che lo inchiodava alla prova dei fatti".</i></b></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #660000;"><b><br /></b></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #660000;"><b><br /></b></span></div>
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Il tradimento è uno temi più trattati in letteratura, ma Missiroli nel suo nuovo romanzo ne parla in una maniera che potrei definire rivoluzionaria per ben tre motivi.</div>
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Il primo è quello della "coppia felice". Di solito quando si tradisce la prima giustificazione a cui ci si appiglia è: eravamo in crisi, c'erano dei problemi. Ma qui non è così. Carlo e Margherita vivono la loro vita matrimoniale in maniera serena, hanno ancora una grande intesa sia fuori che sotto le lenzuola e non pensano neanche una volta di porre fine alla loro esistenza insieme. Però tradiscono o almeno hanno delle tentazioni e provano attrazione sessuale verso altri. Chi non ne prova? Amare una persona significa perdere la facoltà di desiderarne un'altra? Assolutamente no, perché gli impulsi e gli istinti degli esseri umani non sono razionali e soffocarli non si rivela sempre la soluzione giusta.</div>
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<br /></div>
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<br /></div>
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Così arriviamo al secondo motivo "l'altro/l'altra". L'autore non si limita ad indagare solo lo stato d'animo dei coniugi infedeli, ma anche di coloro che innescano il tradimento: gli amanti. </div>
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L'altra è Sofia, una giovane studentessa di Rimini. Lei non è una vittima, ma neanche una carnefice. </div>
<div style="text-align: justify;">
Carlo la guarda dalla sua cattedra, mentre la ragazza è intenta a svolgere un esercizio di scrittura, e desidera ardentemente possederla. L'atteggiamento di Sofia si rivela molto interessante, vorrebbe ma sa di non potere. Quindi, messa alla prova dalla rivelazione di intenti di Carlo nel bagno dell'università, allunga le distanze. Ma poi si pente di quel non svelato, di quel lasciato a metà e un po' vorrebbe tornare indietro e un po' no. Esattamente come Carlo. </div>
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<br /></div>
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Ma se non cedere significa ossessione, cedere vuol dire liberazione?</div>
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Margherita crede di saperlo, ma non lo sa. Andrea - l'altro - è il suo fisioterapista ventiseienne. Durante le sedute lui è costretto a sfiorarle il pube, quella zona erogena che fa sì che si risveglino i suoi appetiti sessuali, le sue fantasie più nascoste che per lei diventano una necessità da soddisfare. </div>
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<br /></div>
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L'adulterio in questo romanzo si appropria di un nuovo significato, opposto a quello che vorrebbe la sua definizione, ma che invece ha un senso più profondo e reale: la fedeltà.</div>
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Si può essere fedeli a se stessi pur tradendo gli altri, perché spesso per andare avanti bisogna sentirsi vivi e sapere che lo si può fare rischiando è anche meglio. Come Carlo, che si chiede sempre se ce la farà ad andare a letto con un'altra e a far sì che la moglie non lo scopra continuando la vita di tutti i giorni come se niente fosse accaduto. Come se non fosse andato a letto con un'altra prima di cena, dopo aver accompagnato il figlio a scuola o durante la pausa pranzo. Ma ce la fa, ci riesce. Perché è naturale, è umano. Non è riuscito a trovare un lavoro all'altezza delle aspettative di suo padre, non riesce a scrivere un romanzo, ma riesce a tradire e a soddisfare i suoi istinti sessuali.</div>
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<br /></div>
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<br /></div>
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Ma andiamo al terzo motivo: il "futuro".</div>
<div style="text-align: justify;">
"Fedeltà" è diviso in due parti. La prima è ambientata nel 2009, mentre la seconda nel 2018.</div>
<div style="text-align: justify;">
Missiroli si è chiesto cosa potesse succedere dopo un tradimento, riferendosi non a un futuro immediato, ma a un futuro prossimo. Così, ritroviamo i quattro protagonisti delle infedeltà 9 anni dopo le vicende che li hanno uniti e allontanati. Alcuni hanno dimenticato, mentre altri continuano a pensarci ossessivamente. Ed ecco che il lettore si ritrova a cambiare mille volte idea e diventa tutta un'alternanza di "soffoca e cedi" che si dissolvono nella parte finale del romanzo, la quale lascia spazio alle emozioni più forti che non lasciano scampo alla commozione.</div>
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<br /></div>
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<br /></div>
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<span style="color: #660000;"><b><i>" - Voi del dopoguerra vi allarmate solo per i soldi.</i></b></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #660000;"><b><i>- Perché sui matrimoni ci adattavamo.</i></b></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #660000;"><b><i>Margherita la fissò.</i></b></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #660000;"><b><i>Sua madre era seria. </i></b></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #660000;"><b><i>- Adattarsi era una libertà, tesoro. </i></b></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #660000;"><b><i>- Io non ce la faccio ad adattarmi.</i></b></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #660000;"><b><i>- A te le libertà faticose non ti sono mai piaciute."</i></b></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #660000;"><b><i><br /></i></b></span></div>
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<span style="color: #660000;"><b><i><br /></i></b></span></div>
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<span style="color: #660000;"><b><i><br /></i></b></span></div>
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<span style="color: #660000;"><b><i><br /></i></b></span></div>
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Il personaggio più interessante di "Fedeltà" è sicuramente Anna, la madre di Margherita. </div>
<div style="text-align: justify;">
Anna è una brava sarta e ormai vedova del suo Fausto, un uomo che molto probabilmente custodiva nel suo cuore anche un'altra donna. </div>
<div style="text-align: justify;">
Anna è un po' il fil rouge di tutta la vicenda, in lei si raccolgono i segreti più intimi dei due coniugi, i loro dubbi e le loro incertezze. È una suocera attenta, nutre una grande devozione per suo genero e amore per sua figlia. Sa consigliare senza giudicare e placare le ansie e i malumori. </div>
<div style="text-align: justify;">
Insomma, Anna è la luce che illumina le vite dei protagonisti di questo romanzo, lo spiraglio di speranza per il futuro. Quando il ritmo della storia diventa incalzante la figura di questa donna placida e sorridente dà vita a una boccata d'aria fresca, che il lettore si concede volentieri prima di ritornare all'intreccio e alle infedeltà delle fedeltà. </div>
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<br /></div>
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<br /></div>
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<span style="color: #660000; font-size: large;"><b>Giudizio</b></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #660000; font-size: large;"><b><br /></b></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgsoWDLz1I-YrX9WOkcjIdCP-H5Tprf3UvBsnaLG5gjUOt81Rs1SWUNni3qC6s4AtxvYVQNXV5uIucVTuRTYt8O2jdczdH_f3e621qgmFLHlKKV8IDJOaOUbVNrZdjJe5t64Z5NpGbQ/s1600/4+su+5.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="200" data-original-width="400" height="160" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgsoWDLz1I-YrX9WOkcjIdCP-H5Tprf3UvBsnaLG5gjUOt81Rs1SWUNni3qC6s4AtxvYVQNXV5uIucVTuRTYt8O2jdczdH_f3e621qgmFLHlKKV8IDJOaOUbVNrZdjJe5t64Z5NpGbQ/s320/4+su+5.png" width="320" /></a></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #660000; font-size: large;"><b><br /></b></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #660000; font-size: large;"><b><br /></b></span></div>
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Ci sarebbe ancora tanto altro da aggiungere, come le descrizioni di Milano che si fa teatro della storia di Carlo e Margherita e che l'autore ci fa scoprire a pieno portandoci a passeggiare tra Parco Sempione, via delle Leghe, via Concordia ecc. O ancora potrei parlarvi del narratore che quasi spia i personaggi rivelandoci le fedeltà e le infedeltà di ognuno di essi. Ma basta così. "Fedeltà" è un romanzo che va scoperto pagina dopo pagina. Per me è stato per certi versi illuminante e spero che lo sia anche per voi. Voglio fare un solo appunto, trovo che all'interno della narrazione ci sia un non so che di non detto e di sospeso che mi ha lasciato un po' di insoddisfazione in alcuni punti della storia, avrei preferito più dettagli e particolari per soddisfare la mia sete di lettrice, ma questa "sottrazione" dell'autore è una scelta che rispetto e che non mi ha fatto apprezzare di meno la sua opera. Detto questo, concludo assegnando 4 penne a "Fedeltà" e con l'augurio di sentirne parlare presto accostato al Premio Strega.</div>
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<br /></div>
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<br /></div>
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<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Un abbraccio e a presto,</div>
<div style="text-align: justify;">
la vostra Contessa. </div>
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<br /></div>
Annamaria Petriccionehttp://www.blogger.com/profile/16615046913851957129noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8456438787333485075.post-17206517296311030142019-01-28T15:40:00.000+01:002019-01-28T15:41:43.569+01:00[Recensione]: "Madonna col cappotto di pelliccia" di Sabahattin Ali<div style="text-align: center;">
<br /></div>
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<br /></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #660000;"><b><i>"Sin dall'infanzia temevo di sciupare la felicità. Desideravo sempre conservarne un po' per il giorno dopo... Questo timore mi spingeva a rinunciare a molte opportunità... Ero sempre riluttante a desiderare di più perché non volevo perdere la serenità".</i></b></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #660000;"><b><i><br /></i></b></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #660000;"><b><i><br /></i></b></span></div>
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<span style="color: #660000;"><b><i><br /></i></b></span></div>
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<span style="color: #660000;"><b><i><br /></i></b></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #660000; font-size: large;"><b>Titolo: </b><i>Madonna col cappotto di pelliccia</i></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #660000; font-size: large;"><b>Autore: </b><i>Sabahattin Ali</i></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #660000; font-size: large;"><b>Casa editrice: </b><i>Fazi Editore</i></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #660000; font-size: large;"><b>Data di pubblicazione: </b><i>10 Gennaio 2019</i></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #660000; font-size: large;"><b>Prezzo: </b><i>€ 16,00</i></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #660000; font-size: large;"><b>Pagine:</b><i> 209</i></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #660000; font-size: large;"><i><br /></i></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #660000; font-size: large;"><b>Trama</b></span></div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #660000; font-size: large;"><i>Quando ad Ankara, negli anni '30, un giovane conosce il suo collega di lavoro Raif Effendi, viso onesto e sguardo assente, è subito colpito dalla sua mediocrità. Quale può essere la ragione di vita di una persona simile? Qual è il segreto che si cela dietro una vita inutile? Il taccuino di Effendi consegnato in punto di morte al collega, contiene le risposte, raccontando una storia tutta nuova: dieci anni prima, un giovane e timido Raif lascia la provincia turca per imparare un mestiere a Berlino. Visitando un museo rimane affascinato dal dipinto di una donna che indossa un cappotto di pelliccia, che lo colpisce talmente tanto da tornare ad ammirarlo ogni giorno. Finché una notte incrocia una donna per strada : la stessa donna del dipinto. Maria. Un incontro che gli sconvolgerà la vita. </i></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #660000; font-size: large;"><i><br /></i></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjY4RgfHqfo4uxqNqR8jMn8LaIm4JlBOhktHtbr4Wp0_DCUJHuCd6WUmx_tvOjtSWExINaaoMT6ZkjKD1vFC-UwQPAznEG9bR54YLGiBirWit34PoiOlh2WNloJ_5G5aEbxDpOlP9m6/s1600/madonna.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="705" data-original-width="960" height="293" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjY4RgfHqfo4uxqNqR8jMn8LaIm4JlBOhktHtbr4Wp0_DCUJHuCd6WUmx_tvOjtSWExINaaoMT6ZkjKD1vFC-UwQPAznEG9bR54YLGiBirWit34PoiOlh2WNloJ_5G5aEbxDpOlP9m6/s400/madonna.jpg" width="400" /></a></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #660000; font-size: large;"><i><br /></i></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #660000; font-size: large;"><i><br /></i></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #660000; font-size: large;"><b>Recensione</b></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #660000; font-size: large;"><b><br /></b></span></div>
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<span style="color: #660000; font-size: large;"><b><br /></b></span></div>
<div style="text-align: justify;">
Penso sia la prima volta che mi avvicino all'opera di un autore turco ed è stata un'esperienza molto toccante, quasi mistica. Parliamo di Sabahattin Ali, classe 1907, uno dei più grandi esponenti della letteratura turca del '900. Scrittore, poeta e giornalista, fu un comunista convinto e nei primi anni della Repubblica di Turchia finì in carcere diverse volte per via dei suoi articoli e delle sue storie. Morì a soli 41 anni, mentre cercava di attraversare il confine bulgaro per scappare in Europa, recando con sé la copia tedesca dell'<i>Evgenij Onegin </i>di Alexander Puskin.</div>
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<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Ma di cosa parla il romanzo <i>Madonna col cappotto di pelliccia</i> che in Turchia ha venduto più di un milione di copie in Turchia?</div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #660000; font-size: large;"><i><br /></i></span></div>
<div style="text-align: justify;">
L'opera si divide in due parti che potremmo indicare con i titoli di 10 anni prima e 10 anni dopo.</div>
<div style="text-align: justify;">
La prima parte vede come protagonista un venticinquenne disoccupato che decide di non accettare la carità degli amici e vessa in condizioni di vita miserabili. Questo fino a quando non incontra un suo caro compagno di scuola Hamdi, che gli offre un posto presso l'azienda in cui lavora. Sarà proprio lì che il giovane uomo si imbatterà in Raif Effendi, collega di lavoro taciturno e solitario, che conduce uno stile di vita mediocre. Viene sbeffeggiato da tutti, nessuno gli riconosce i suoi meriti lavorativi e lui tanto meno cerca di mutare la sua condizione. </div>
<div style="text-align: justify;">
Raif ha una salute cagionevole e spesso di assenta da lavoro, ma continua a svolgere le sue mansioni da casa. Accade, però, che le sue condizioni di salute si aggravano e così in punto di morte Effendi chiede al suo collega di buttar via un taccuino che conserva gelosamente nella scrivania del suo studio. Il giovane ragazzo si rende conto che in quel taccuino è contenuto il segreto della mediocre esistenza di Effendi e così decide di non disfarsene, ma inizia a leggerlo e a conoscere la vera storia di quell'uomo così enigmatico e miserabile. </div>
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<br /></div>
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<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
È proprio da qui che prende le mosse la seconda parte del romanzo. Siamo negli anni '20, Effendi Raif lascia Ankara per andare a lavorare in un saponificio a Berlino. Qui il ragazzo conduce una vita solitaria in compagnia dei suoi romanzi russi e alla scoperta della città in cui si trova a vivere.</div>
<div style="text-align: justify;">
Effendi porta in errore il lettore, in quanto inizialmente incarna perfettamente la figura dell'inetto, inabile a vivere, incapace di provare sentimenti autentici, e di trovare un interesse che lo faccia uscire dal suo stato di apatia. Questo fino a quando non si imbatte in un dipinto, "Madonna col cappotto di pelliccia", autoritratto di Maria Puder. Raif rimane talmente folgorato da quella figura femminile che torna ogni giorno per poterlo ammirare in completa solitudine.</div>
<div style="text-align: justify;">
Quando meno se lo aspetta, però, Raif incontra la vera Madonna dal cappotto di pelliccia e da quel momento inizia finalmente a vivere. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #660000;"><b><i>"Maria Puder mi aveva insegnato che avevo un'anima. E pure io per la prima volta scoprivo che anche lei, tra le tante persone che avevo incontrato, ne aveva una. Ovviamente ogni essere umano ne è dotato, ma non tutti ne sono consapevoli. La maggior parte delle persone passano per questo mondo del tutto ignare di ciò. Un'anima si manifesta solo quando trova la sua gemella e non ha più bisogno di confrontarsi con gli altri, con l'altrui raziocinio e gli altrui calcoli... Solo allora cominciamo a vivere veramente - a vivere con la nostra anima".</i></b></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #660000;"><b><i><br /></i></b></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #660000;"><b><i><br /></i></b></span></div>
<div style="text-align: justify;">
Ma, l'amore non è sempre felicità e gioia. Esso può essere dilaniante, può spazzare via tutti i nostri sogni e i nostri desideri futuri. Ed è proprio questo che accade a Raif. Nel momento in cui l'uomo inizia a vivere lo fa a 360 gradi, sperimentando tutti quei sentimenti che fino ad allora non credeva potessero appartenergli e che poi non proverà più per nessun'altra persona al mondo.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
La seconda parte di questo romanzo costituisce un diario intimo e toccante, che difficilmente non porterà il lettore a commuoversi per quest'uomo così pieno di qualità e di amore che ha dovuto condurre, invece, un'esistenza vuota e triste per via di un crudele destino. </div>
<div style="text-align: justify;">
All'inizio mi veniva da pensare: "ma Raif non conosce rabbia, non è dotato di amor proprio?", mi arrabbiavo io per lui e desideravo che ponesse fine a questa cupa esistenza che non aveva niente a che fare con la vita vera. Poi, alla fine del romanzo, ho capito tutto e lo capirete anche voi.</div>
<div style="text-align: justify;">
Una volta trovata la felicità assoluta, quella che ti fa battere il cuore e ti fa sentire vivo, se la si perde con essa sparisce tutto: sentimenti, passioni, virtù, ed anche la vita stessa.</div>
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<br /></div>
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<br /></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #660000; font-size: large;"><b>Giudizio</b></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #660000; font-size: large;"><b><br /></b></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEifw0b7TkXKXxERmi8zQNdQSRzBA8MQHDiNKLn0mZEQS-Ofs0KqTgmCPnT2g0RWt-Fakn6s9qhQoYvSDilAFKgNqg35aqbRbXyurM9g-ViqujmXoUnH4tlYjQHd_r1zy1iWT5mr6x9R/s1600/3+penne.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="200" data-original-width="400" height="160" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEifw0b7TkXKXxERmi8zQNdQSRzBA8MQHDiNKLn0mZEQS-Ofs0KqTgmCPnT2g0RWt-Fakn6s9qhQoYvSDilAFKgNqg35aqbRbXyurM9g-ViqujmXoUnH4tlYjQHd_r1zy1iWT5mr6x9R/s320/3+penne.png" width="320" /></a> </div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
Assegno 3 penne e mezzo a questo romanzo, il primo scritto da un autore turco in cui mi imbatto.</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
Spero che tutti voi decidiate di leggerlo e non tanto per la trama che ho molto apprezzato, ma per gli spunti di riflessione che esso reca con sé. Perché <i>Madonna col cappotto di pelliccia </i>è un romanzo che, anche dopo averlo terminato, continua a parlarti e a palesarsi continuamente nella tua mente, conducendoti a porti una domanda: la mia è una vita felice?</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
A presto,</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
la vostra Contessa</div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #660000; font-size: large;"><b><br /></b></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #660000; font-size: large;"><i><br /></i></span></div>
Annamaria Petriccionehttp://www.blogger.com/profile/16615046913851957129noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8456438787333485075.post-57475007994776188612019-01-23T15:30:00.000+01:002019-01-24T14:23:21.302+01:00Cosa penso de' "Gli indifferenti" di Moravia<div style="text-align: center;">
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhu6sk-fqGlT6zoVe6fqwLILEQ7TfA4JiYACB2Q86PgsPm7Ly0FHXaNyFqmKyVwQGQdYkKW5lek8GdWBSjGpMIgPq0q6vtnDaWsOmNOJysvJFohWxucDrfLIUe20iPHUqird4XXwY4S/s1600/moravia.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="756" data-original-width="1600" height="188" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhu6sk-fqGlT6zoVe6fqwLILEQ7TfA4JiYACB2Q86PgsPm7Ly0FHXaNyFqmKyVwQGQdYkKW5lek8GdWBSjGpMIgPq0q6vtnDaWsOmNOJysvJFohWxucDrfLIUe20iPHUqird4XXwY4S/s400/moravia.jpg" width="400" /></a></div>
<br /></div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #660000;"><b>"Così mi ero messo in testa di scrivere un romanzo che avesse al tempo stesso le qualità di un'opera narrativa e quelle di un dramma. Un romanzo con pochi personaggi, con pochissimi luoghi, con un'azione svolta in poco tempo. Un romanzo in cui non ci fossero che il dialogo e gli sfondi e nel quale tutti i commenti, le analisi e gli interventi dell'autore fossero accuratamente aboliti i una perfetta oggettività. [...] Basti dire che io ancora prima di scriverne, desideravo vivere la tragedia. Tutto ciò che era delitto, contrasto sanguinoso e insanabile, passione spinta al grado estremo, mi attraeva infinitamente. Ciò che si chiama vita normale non mi piaceva, mi annoiava e mi pareva privo di sapore. Con ogni probabilità in quel tempo scrivere per me fu un surrogato delle esperienze che non avevo fatto e che non riuscivo a fare".</b></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #660000;"><b><br /></b></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #660000;"><b><br /></b></span></div>
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Le parole che avete appena letto rispondono ad una domanda che la rivista <i>La nuova Europa </i>pose ad Alberto Moravia: in che modo e per quale motivo hai deciso di scrivere "Gli indifferenti"?</div>
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Ma fermiamoci un attimo e torniamo indietro. </div>
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È il 1925 quando Alberto Moravia non ha ancora diciottenne si trova in convalescenza a Bressanone, dopo lungo periodo trascorso in completa immobilità per curare una brutta malattia: la tubercolosi ossea. In questa circostanza, il giovane ragazzo si fa regalare una macchina da scrivere e si impegna nella stesura di quel romanzo che da tempo gli occupa la mente. Nella sua vita non c'è più spazio per la malattia, il dolore e la solitudine, Alberto è determinato a realizzare il suo sogno più grande: diventare un affermato scrittore. </div>
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"Gli indifferenti" viene pubblicato nel 1929 e ottiene i pareri entusiastici di molti uomini di lettere dell'epoca come Borgese e Bontempelli. Tuttavia, nel clima del Ventennio fascista, questo romanzo rappresenta una voce fuori dal coro. La critica letteraria gli è infatti ostile, perché ne condanna l'aperta polemica sociale e il suo forte carattere antiborghese. In seguito, però, Moravia chiarirà che il suo esordio letterario non aveva alcun tipo di intento politico o sociale, ma solo letterario. Questo perché Alberto è nato e cresciuto nell'ambiente borghese, lo è egli stesso vivendo come tale e dopo aver scritto questo romanzo prende finalmente coscienza della sua condizione. Su questo punto sarà sempre chiaro come apprendiamo dalle sue stesse parole:</div>
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<span style="color: #660000;"><b><i>"Che poi Gli indifferenti sia risultato un libro antiborghese questa è tutta un'altra faccenda. La colpa o il merito è soprattutto della borghesia, specie quella italiana in cui ben poco o nulla è suscettibile di ispirare non dico ammirazione ma neppure la più lontana simpatia".</i></b></span></div>
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Ma di cosa parla "Gli indifferenti"?</div>
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Nel suo romanzo d'esordio Moravia racconta lo sfacelo di una famiglia borghese che vive d'apparenza, di valori precari e di grottesche pantomime. Quattro sono i suoi protagonisti: la madre Mariagrazia ridicola e assolutamente detestabile per le lagne e le isteriche scene di gelosia delle quali rende partecipe tutta la famiglia; il figlio Michele, ragazzo la cui vita è imperniata dal male di vivere e da una profonda indifferenza nei confronti di tutto ciò che lo circonda; la figlia Carla che, presa da un'insopportabile noia, decide di provare a cambiare la sua vita compromettendosi per sempre; ed infine c'è Leo, uomo d'affari e amante che guarda tutti dall'alto al basso del suo potere e sfrutta la ricchezza che possiede e il suo buon nome per il proprio tornaconto personale. In realtà, oltre a questi tre personaggi principali ce n'è anche un altro, il quale pian piano si immette nella vicenda e finisce per assumere un ruolo davvero importante ai fini dell'intreccio. Il suo nome è Lisa, coetanea di Mariagrazia e sua presunta amica. Anche lei è stata amante di Leo, ma adesso le sue attenzioni si sono spostate verso una nuova preda, per conquistare la quale è pronta a sfoderare tutte le sue armi di seduzione. </div>
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Fin dalla prima pagina, il libro è imperniato da una forte tensione sessuale che viene evocata già nella prima scena in cui Leo cerca di sedurre la giovane Carla. Questa tensione si esaurirà quasi alla fine del romanzo e sarà uno dei motivi principali per cui il lettore non riuscirà a staccarsi dalle pagine de' "Gli indifferenti", fino a quando non lo avrà terminato. Solo una persona che non aveva rapporti con il gentil sesso (e forse non li aveva ancora mai avuti) e quindi insoddisfatta sessualmente, poteva rendere sulla pagina un tale eccitamento ancora inespresso. E Moravia, che in quel periodo era in piena convalescenza e attorniato solo dai suoi familiari, di certo non si intratteneva con giovani donne o riusciva a intrecciare relazioni amorose. </div>
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Attenzione, però, sappiate che questo è il romanzo della non realizzazione. Nulla esplode sulla pagina, nulla avviene davvero o per lo meno non come penseremmo noi. Non dobbiamo dimenticarci, infatti, che i protagonisti di questa storia sono dei borghesi che provano noia ed indifferenza nei confronti della vita ed è proprio per questo che non trovano il coraggio di affrontarla di petto. I problemi si trascurano come se non esistessero davvero, si cerca di cambiare la propria esistenza non in positivo ma in negativo e, per di più, non si giunge mai alla resa dei conti. </div>
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L'unico che sembra rendersi conto di ciò che sta davvero accadendo è Michele.</div>
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<span style="color: #660000;"><b><i>"Non esistevano per lui fede, sincerità, tragicità; tutto gli appariva pietoso, ridicolo, falso, dalla sua noia; ma capiva la difficoltà e i pericoli della sua situazione: bisognava appassionarsi, agire, soffrire, vincere quella debolezza, quella pietà, quella falsità, quel senso del ridicolo; bisogna essere tragici e sinceri".</i></b></span></div>
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<span style="color: #660000;"><b><i><br /></i></b></span></div>
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<span style="color: #660000;"><b><i><br /></i></b></span></div>
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Michele è quel che si dice un vero e proprio inetto, ma con una particolarità da non trascurare: è assolutamente consapevole della sua inabilità alla vita. Non trova un posto nel mondo, non sa qual è la strada giusta da percorrere, si sforza di provare sentimenti verso cui è totalmente indifferente, ma resta comunque l'unico personaggio che non riesce a fingere fino in fondo. Michele è annoiato e non si cura di tutto ciò che sta succedendo alla sua famiglia: il fallimento economico, la virtù perduta di sua sorella e la spregiudicatezza della madre. Sono tutte cose che avverte con chiarezza, e che per tutto il romanzo prova a gestire prima con la finzione e poi con la verità, fallendo miseramente. </div>
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Nonostante ciò, il lettore non può non affezionarsi a questo ragazzo, perché almeno una volta nella vita tutti ci siamo sentiti Michele, ci siamo resi conto di esserci smarriti e di non trovare più la motivazione per mandare avanti la nostra vita. Il male di vivere affligge tutti prima o poi, ma per il protagonista de' "Gli indifferenti" costituisce uno status quo permanente.</div>
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Mi sono già dilungata abbastanza su questo romanzo che ormai tutti conosco e che la maggior parte dei miei lettori avrà già letto. Sono certa, però, che tra voi c'è ancora chi, per via un timore reverenziale nei confronti di Moravia, non ha ancora affrontato quest'opera. Ecco, proprio a voi dico: non abbiate paura, aprite Gli indifferenti e leggetelo, perché vi renderete conto fin dalle prime pagine che è un romanzo attualissimo, pieno di spunti di riflessione che scorre via troppo in fretta. </div>
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Spero di avervi convinti, ma se siete arrivati a leggermi fino a qui forse ho qualche speranza di essere riuscita nel mio intento.</div>
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Un abbraccio e a presto</div>
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La vostra Contessa</div>
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Annamaria Petriccionehttp://www.blogger.com/profile/16615046913851957129noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-8456438787333485075.post-69782224809949919732019-01-22T20:26:00.002+01:002019-01-22T20:27:41.845+01:00[Recensione]: "L'atlante dei luoghi misteriosi d'Italia" di Bongiorni e Polidoro<div style="text-align: justify;">
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<span style="color: #660000; font-size: large;">L'Atlante dei luoghi misteriosi d'Italia a cura di Francesco Bongiorni e Massimo Polidoro</span></div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjPx1B3pH1LRRiCjd6AQ4wb377kGiD86gGS_7GREbQ4pjGerKQF3DDcSPr0O81WulCR6eIvvOSlBWwiSBaeW3wzSuFD3ocNjN2iCx4WNd8jgvJXJ8kI-SyTCG-6BVMcjyvDJiZvkn0m/s1600/l%2527atlante.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="657" data-original-width="960" height="273" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjPx1B3pH1LRRiCjd6AQ4wb377kGiD86gGS_7GREbQ4pjGerKQF3DDcSPr0O81WulCR6eIvvOSlBWwiSBaeW3wzSuFD3ocNjN2iCx4WNd8jgvJXJ8kI-SyTCG-6BVMcjyvDJiZvkn0m/s400/l%2527atlante.jpg" width="400" /></a></div>
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Ormai al giorno d'oggi è difficile che qualcosa riesca a sorprenderci, per via del fatto che con l'impiego delle nuove tecnologie riusciamo a conoscere tutto delle persone, delle cose e dei paesi lontani o vicini a noi. Ma è proprio per "colpa" di questa facilità di ricezione delle notizie se spesso ignoriamo fatti, storie e leggende che hanno popolato e popolano ancora la nostra penisola. </div>
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"L'atlante dei luoghi misteriosi in Italia" nasce proprio con l'intento di far compiere a noi lettori un viaggio che ci porterà a scoprire luoghi, enigmi e misteri di cui la cara Italia è ricca. </div>
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L'opera è corredata da una cartina geografica sulla quale sono segnalati i luoghi di cui si parlerà, ed è poi divisa in tre sezioni: nord, centro e sud. Si parte dalla Valle d'Aosta e si termina questo lungo viaggio nella splendida Sardegna. Inoltre, in appendice, si trovano note di approfondimento e un indice dei nomi, i quali rendono la consultazione del testo molto più semplice e scorrevole. </div>
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All'interno di quest'opera sono riportati misteri noti a tutti come quello legato al sangue di San Gennaro, che per tre volte l'anno si liquefa: il sabato che precede la prima domenica di maggio, il 19 settembre e il 16 dicembre. Oltre a descrivere l'atto miracoloso in sé, gli autori cercano anche di fornire una spiegazione logica per questa e molte altre storie narrate all'interno dell'Atlante. Ad esempio, sapevate che la liquefazione del sangue del santo potrebbe essere spiegata attraverso il fenomeno della tissotropia? (è la proprietà che alcuni materiali hanno di cambiare stato da solido a liquido, ad esempio in seguito a piccole scosse, come quelle che compie il sacerdote mentre regge il reliquario). Una spiegazione viene trovata anche per ciò che riguarda il miracolo dell'ostia insanguinata di Bolsena, che fu smascherato dal farmacista Bartolomeo Brizio. Egli, infatti, scoprì che non si trattava di sangue, ma del batterio "Serratia marcescens".</div>
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Troviamo poi luoghi densi di mistero come la Sacra di San Michele di Torino, di cui Umberto Eco si servì per descrivere l'abbazia benedettina in cui è ambientato "Il nome della rosa".</div>
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Ancora case e castelli infestati da fantasmi come il castello di Azzurrina, la bambina albina a cui la madre tingeva i capelli con le erbe e così finivano per ricoprirsi di chiazze blu, o il fantasma della volpe del Castello di Strozzavolpe. </div>
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Inoltre, sono raccontati episodi di presunta possessione demoniaca come nel caso di Verzegnis, dove le indemoniate vennero "curate" con l'isolamento forzato e l'asporto delle ovaie. </div>
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Ed ancora il volto santo di Manoppello, il coccodrillo imbalsamato del Santuario della Beata Vergine delle Grazie di Curtatone, le catacombe del convento dei cappuccini a Palermo e via discorrendo.</div>
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Ci sarebbe davvero tanto di cui discutere, ma vi svelerei tutte le affascinanti storie raccolte in questo atlante e non voglio assolutamente rovinarvi il momento in cui lo aprirete, lo sfoglierete e godrete della bellezza e del fascino di luoghi meravigliosi, reali o leggendari che siano. </div>
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Per questo vi invito assolutamente ad acquistare quest'opera che non è solo impeccabile nelle sue descrizioni, ma riporta al suo interno anche delle illustrazioni davvero ben fatte e molto evocative.</div>
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A presto con la prossima recensione.</div>
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Un abbraccio, </div>
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la vostra Contessa.</div>
Annamaria Petriccionehttp://www.blogger.com/profile/16615046913851957129noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8456438787333485075.post-20458714911895539472018-12-17T13:31:00.000+01:002018-12-17T13:40:33.632+01:00Intervista a Laura Fusconi<div style="text-align: center;">
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<span style="color: #660000; font-size: large;"><b><br /></b></span></div>
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Avrete già sentito parlare sul mio blog di Laura Fusconi, una giovane esordiente che ha pubblicato il suo primo romanzo, "Volo di Paglia" con la Fazi Editore. Chi mi segue sa che ho davvero molto apprezzato l'opera prima di quest'autrice, per il suo ritorno alle origini, lo sguardo rivolto verso una delle pagine storiche più dolorose del nostro paese e l'attenzione mostrata nei confronti di quelle fragili e innocenti creature che sono i bambini.</div>
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Ho davvero già molto parlato di questo libro e non voglio ripetermi nuovamente, quindi se siete interessati a leggere le mie impressioni su "Volo di paglia", trovate <span style="color: #660000; font-weight: bold;"><a href="https://lacontessarampante.blogspot.com/2018/10/recensione-volo-di-paglia-di-laura.html">QUI</a> </span>la recensione.</div>
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Dovete sapere, invece, che l'8 Dicembre presso la fiera della piccola e media editoria "Più libri e più liberi", Laura Fusconi ha presentato il suo libro e subito dopo, grazie alla disponibilità dell'Ufficio stampa di Fazi editore - un ringraziamento particolare va a quella santa donna di Cristina - io, Federica Sherwood e Carmen (la trovate su ig come lilyj2202), abbiamo avuto l'opportunità di scambiare due chiacchiere con l'autrice e di rivolgerle alcune domande sulla sua vita e il suo romanzo.</div>
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Così ora sedetevi, rilassatevi e godetevi questa breve e interessante intervista, frutto della disponibilità e gentilezza di Laura. </div>
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<span style="color: #660000;"><b>Laura, sappiamo che ti sei diplomata alla scuola Holden. Come valuti quest'esperienza da te vissuta, in modo positivo o negativo? Ne consiglieresti la frequenza ad aspiranti scrittori?</b></span></div>
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<span style="color: #660000;"><b><br /></b></span></div>
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<span style="color: #660000;"><b><br /></b></span></div>
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<span style="color: #660000;"><i>Come tutte le esperienze racchiude in sé dei pro e dei contro, ma posso dire con certezza che tornando indietro la rifarei. In quei due anni che ho frequentato alla Holden, posso dire di aver vissuto una vita parallela. Questo perché si tratta di un contesto un po' estraniante, ma è molto utile perché sei concentrato su quello che vuoi fare ed hai modo di chiederti e di capire se scrivere farà davvero parte del tuo futuro. Ci sono lezioni, corsi e tutto corre veloce così tanto che, paradossalmente, durante i due anni in cui ho frequentato la Holden non ho scritto niente, se non alcuni racconti in cui non mi rivedo. Perché tutto ciò che impari lì ti è utile dopo, quando torni alla vita "reale" ed in qualche modo ti rendi conto che quegli insegnamenti si sono sedimentati e adesso sta a te utilizzarli. Inoltre, ci tengo a dire che lì ho incontrato delle persone splendide che sono diventate dei punti fermi nella mia vita. Anche perché per due anni conduci la vita da fuori sede, catapultato in una città bellissima come Torino ed i tuoi compagni di scuola non possono che diventare la tua seconda famiglia con la quale parlare di libri, di aspirazioni e progetti. Di contro c'è che comunque non è facilissimo cercare di trovare il proprio posto in quel contesto, si tratta anche di una questione di carattere. Io, ad esempio, mi sedevo sempre nelle ultime file, vestita di nero ed in compagnia dei miei amici, cercando di attirare meno possibile l'attenzione su di me. Ma ogni persona è un mondo a sé ed ha un modo di affrontare questa ed altre esperienze in modo diverso. In conclusione mi sento di consigliare la scuola Holden, perché sei catapultato a 360 gradi nel mondo dei libri e dell'editoria, leggi, parli e vivi di libri. Insomma, sei felice. </i></span></div>
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<span style="color: #660000;"><i><br /></i></span></div>
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<span style="color: #660000;"><i><br /></i></span></div>
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<span style="color: #660000;"><b>La parte del tuo romanzo che più mi ha commossa e che ho ritenuto essere la più poetica, è quella del triste epilogo del piccolo Franco, che tu hai deciso di raccontare attraverso un vero e proprio monologo interiore. Come mai hai utilizzato proprio questa tecnica narrativa?</b></span></div>
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<span style="color: #660000;"><i>Trovo molto buffo che tu mi faccia questa domanda, perché in effetti questa è una delle poche parti che è nata così e così è rimasta. Diciamo che c'ero completamente dentro, stavo raccontando una storia e ad un certo sono totalmente entrata nella mente del personaggio e ho cercato di rendere quella cosa orrenda che gli stava capitando attraverso i suoi occhi di bambino. Una cosa che lui stesso non comprende e che cerca di spiegarsi dando la colpa a fate e streghe. Così mi è venuto naturale utilizzare la prima persona, cosa che solitamente non si fa quando tutto il resto del romanzo è raccontato in terza.</i></span></div>
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<span style="color: #660000;"><i><br /></i></span></div>
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<span style="color: #660000;"><i><br /></i></span></div>
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<span style="color: #660000;"><b>Quali sono i tuoi libri preferiti?</b></span></div>
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<span style="color: #660000;"><b><br /></b></span></div>
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<span style="color: #660000;"><i>Ho una passione sviscerata per Cesare Pavese. "La luna e il falò" è sempre sul mio comodino e lo leggo almeno una volta l'anno insieme a "La bella estate" e "Il diavolo sulle colline". Pavese rimane il mio scrittore del cuore ed è grazie a lui che è scoppiato il mio amore per la lettura. Un'altra cosa bellissima che rileggo spesso è il teatro di Sarah Kane che trovo pazzesco. Poi la trilogia della pianura di Kent Haruf, "Lila" di Marylinne Robinson, "Abbiamo sempre vissuto nel castello" di Shirley Jackson e gli ultimi che cito sono due libricini che appartengono alla piccola biblioteca Adelphi, cioè "Il fucile da caccia" di Inoue Yasushi e "L'anulare" di Yoko Ogawa.</i></span></div>
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<span style="color: #660000;"><i><br /></i></span></div>
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<span style="color: #660000;"><i><br /></i></span></div>
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<span style="color: #660000;"><i><br /></i></span></div>
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Ringrazio ancora tantissimo la Fazi editore e Laura Fusconi che si è prestata a rispondere alle domande di tre pazze bookblogger come noi. </div>
<div style="text-align: justify;">
Vi lascio i link dei blog di Federica (<a href="https://nellaforestadisherwood.wordpress.com/">https://nellaforestadisherwood.wordpress.com/</a>) e Carmen (<a href="https://nessuncancellonessunaserratura.wordpress.com/">https://nessuncancellonessunaserratura.wordpress.com/</a>) dove potrete leggere il resto dell'intervista.<br />
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgApWgXRcewqfaXteS2wKxqWM2if8lMZypgDYZKEfCmyTU9f_rTpACMcLrERXicp1EiDrkQKMoFh1UMKOtWIU5OGLWbcvqQO3dPwCBKZ-FwPkQwTaNoNFcexiS1clxHz064oMc9on4_/s1600/laura.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="575" data-original-width="1024" height="223" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgApWgXRcewqfaXteS2wKxqWM2if8lMZypgDYZKEfCmyTU9f_rTpACMcLrERXicp1EiDrkQKMoFh1UMKOtWIU5OGLWbcvqQO3dPwCBKZ-FwPkQwTaNoNFcexiS1clxHz064oMc9on4_/s400/laura.jpg" width="400" /></a></div>
<br /></div>
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<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
A presto</div>
<div style="text-align: justify;">
la vostra Contessa</div>
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<span style="color: #660000;"><i><br /></i></span></div>
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Annamaria Petriccionehttp://www.blogger.com/profile/16615046913851957129noreply@blogger.com16