lunedì 5 novembre 2018

[Recensione]: "Figlie di una nuova era" di Carmen Korn



"Appartenevano ad una generazione dannata, che aveva sopportato ben due mondiali. Dopo la prima si erano riempiti di buoni propositi, ma non erano riusciti ad evitarne una seconda".


Titolo: Figlie di una nuova era
Autrice: Carmen Korn
Casa editrice: Fazi Editore
Data di pubblicazione: 18 Ottobre 2018
Pagine: 522
Prezzo: € 17,50



Trama

Uno strano destino, quello delle donne nate nel 1900: avrebbero attraversato due guerre mondiali, per due volte avrebbero visto il mondo crollare e rimettersi in piedi, stravolgersi per sempre sotto i loro occhi. Sono proprio loro le protagoniste di questa storia, quattro donne che incontriamo per la prima volta da ragazze, ad Amburgo, alla soglia degli anni Venti. Henny, Käthe, Lina ed Ida, insieme cresceranno e vedranno il mondo trasformarsi, mentre le loro vicende personali s'intrecciano in una rete intricata di relazioni clandestine, matrimoni di interesse, battaglie politiche, grandi lutti ed eventi, il tutto tenuto insieme dal filo dell'amicizia. 





Recensione

"Figlie di una nuova era" è il primo volume di una trilogia tutta al femminile, ambientato in Germania nell'arco temporale che si colloca tra i due grandi conflitti mondiali. 
Ho subito sottolineato la grossa componente femminile che si può trovare all'interno di questo libro perché, in effetti, le sue protagoniste sono quattro giovani donne, ognuna totalmente diversa dall'altra. Infatti, le uniche cose che hanno in comune sono costituite solo dalla loro amicizia e dal desiderio di emanciparsi. 
Henny è una ragazza di educazione borghese, molto docile e, mi permetterei di dire, quasi arrendevole. Infatti, fin da subito accetta di buon grado e con falsa rassegnazione, ciò che la vita le propone e, soprattutto, continua a sostenere la presenza ingombrante della bisbetica Else, sua madre, che non smette mai di intromettersi negli affari privati di sua figlia. Henny è un'ostetrica, esattamente come la sua amica Käthe, una donna all'apparenza battagliera che diventa una vera e propria militante politica, in quanto è una comunista convinta. Ida è, invece, la classica figlia di papà, viziata e abituata a vivere nel lusso più sfrenato. Infine c'è Lina, un'insegnante riformista che ha deciso di mettere suo fratello Lud al centro del suo mondo, dopo che i loro genitori sono morti letteralmente di fame per garantire la sopravvivenza dei propri figli. 

Queste quattro donne non sono le uniche protagoniste del romanzo scritto da Carmen Korn, infatti si tratta di un'opera corale nella quale a prendere parola sono diverse figure di età, sesso e stile di vita completamente differente. Questo rende "Figlie di una nuova era" davvero interessante, in quanto è possibile vedere come i vari personaggi affrontino in maniera diversa l'esperienza passata, futura e presente della guerra. D'altro canto, però, questo sovraffollamento di voci rende impossibile un vero e proprio approfondimento psicologico delle quattro protagoniste e delle altre figure che popolano le pagine di questo testo. E ciò, a mio avviso, è un vero peccato. 
C'è una scelta stilistica operata dall'autrice che, però, ho molto apprezzato. Carmen Korn ha deciso, infatti, di dividere il suo romanzo in grandi blocchi temporali, inserendo all'inizio di ogni capitolo il mese e l'anno in cui si svolgono quei determinati eventi che vanno a sconvolgere la vita dei suoi protagonisti. In questo modo la narrazione risulta davvero molto scorrevole e piacevole, non ci sono eventi di troppo o questioni irrisolte e la storia che, prende avvio nel gennaio 1919 e si conclude nel dicembre 1948, risulta davvero credibile. 

Come ho scritto all'inizio di questa recensione, le quattro donne protagoniste di quest'opera appaiono fin da subito alla ricerca di un riscatto e desiderose di indipendenza e libertà. In realtà, però, in questo primo libro della trilogia una vera e propria emancipazione non viene raggiunta o almeno non nel modo in cui mi aspettavo. Per spiegarvi meglio questo mio pensiero devo obbligatoriamente realizzare degli spoiler che, a mio parere, non vi "guasteranno" la lettura. Nonostante ciò, ho il dovere morale di avvertirvi. 

Henny, ad esempio, decide di prendere in mano la sua vita solo quando sceglie di usare dei metodi contraccettivi perché non vuole avere figli, ma lo fa lasciando totalmente all'oscuro di questa decisione suo marito, rendendo così subdolo e poco onorevole il suo atto di forza. Käthe appare essere una donna rivoluzionaria che sa quello che vuole anche sul fronte politico, ma poi non combatterà mai in prima linea schierandosi apertamente tra le fila dei comunisti. Piuttosto, spingerà suo marito a farlo e deciderà anche di non iscriversi al Partito Comunista, nascondendosi dietro la scusa di essere una donna pragmatica. Abbiamo poi Ida che è affetta da una grave sindrome di codardia, a testimonianza di ciò c'è la sua scelta di non voler sconvolgere la sua vita correndo dei rischi per poter essere finalmente felice, perché non riesce ad abbandonare il suo lussuoso e confortevole stile di vita. Riponevo, invece, grandi speranze su Lina, un'insegnante dalle idee riformiste che approva e si fa sostenitrice delle prime classi miste, ma che pur vivendo la sua omosessualità alla luce del sole, non diventa un monito per coloro che hanno il suo stesso orientamento sessuale e che temono di venire allo scoperto. 

Dopo aver affrontato il discorso riguardante la parte femminile di questo romanzo, vorrei spendere qualche parola su tre personaggi maschili che ho trovato di gran lunga molto più interessanti e meglio caratterizzati delle protagoniste di "Figlie di una nuova era".  A questo proposito, a conquistarsi un posto nel mio cuore di lettrice è stato fin da subito Kurt Landmann, ginecologo e primario della Finkenau, la clinica in cui Kathe ed Henny prestano servizio come ostetriche. Landmann è uno scapolo in là con gli anni, molto gentile e generoso, che è sempre pronto a dimostrare un coraggio straordinario, mettendosi spesso nei guai per salvare i suoi amici. Credo che la Korn sia riuscita perfettamente a rendere su carta le sue sfumature caratteriali ed il grande peso che quest'uomo custodisce gelosamente nel suo animo, un peso che lo porterà sempre a vivere a metà e a non pensare mai realmente al suo futuro. Collega di Landmann è Theo Unger che, a mio parere, non presenta lo stesso fascino di Kurt, ma che risulta essere uno dei personaggi davvero positivi di quest'opera. Unger è un combattente di battaglie quotidiane e silenziose, sul lavoro e all'interno della sua vita privata, ed i lettori non possono che finire per stimarlo perché nonostante le delusioni, le batoste e gli eventi drammatici che lo toccheranno, non smette mai di lottare e di aggrapparsi alla speranza di un futuro migliore. 
L'ultimo di cui voglio parlavi è Rudi che, per il suo vissuto, sarebbe potuto essere un personaggio dalla grande forza espressiva ma, che purtroppo non riesce a fare quel salto di qualità - che consisterebbe nell'affrancarsi dall'autoritaria moglie -  utile a renderlo un uomo tutto d'un pezzo. Nonostante ciò, sono convinta che Rudi potrebbe riservarci grosse sorprese nel seguito di questa storia perché già all'interno di "Figlie di una nuova era", durante brevi sprazzi di lucidità intellettuale, dà grande prova della sua autenticità d'animo, dei suoi valori e delle sue virtù.


Concludo questa recensione senza una valutazione in penne perché, essendo una trilogia che copre un periodo storico molto vasto e che è a tutti gli effetti un vero e proprio contenitore di voci variegate che hanno ancora tanto da dire, mi sento di rimandarla al momento in cui leggerò gli altri due volumi per assegnare un giudizio del tutto obiettivo. 
Una cosa però voglio dirla, se cercate una lettura piacevole e scorrevole, che sia ambientata durante un periodo così devastante e stravolgente, ossia quello a cavallo tra le due guerre mondiali che hanno sconvolto completamente l'intera umanità, "Figlie di una nuova era" è proprio quello che cercate, è proprio il romanzo che fa per voi.



A presto, 
la vostra Contessa