lunedì 29 maggio 2017

[Recensione]: Il sentiero alpino . La storia della mia carriera di Lucy Maud Montgomery

Buon lunedì readers, come è andato il vostro week end? Spero bene. Oggi sono qui per parlavi di un'autobiografia molto carina che ho letto tutta d'un fiato sabato scorso. Curiosi? Ecco la scheda.


Titolo: Il sentiero alpino. La storia della mia carriera
Autore: Lucy Maud Montgomery
Casa editrice: Flower-ed
Data di pubblicazione: 20 marzo 2017
Pagine: 134
Prezzo: Ebook € 3,99
Cartaceo € 15,00
Citazione preferita: "Non posso ricordare un tempo nel quale io non abbia scritto o nel quale io non abbia avuto la precisa intenzione di diventare una scrittrice. scrivere è sempre stato lo scopo centrale attorno al quale si sono concentrati tutti gli sforzi, la speranza e l'ambizione della vita".


Descrizione: Nel 1917 Lucy Maud Montgomery era una scrittrice di successo: aveva pubblicato Anne of Green Gables, il suo primo romanzo, da circa dieci anni e nel frattempo aveva scritto molti altri libri, tra i quali The story Girl, il suo preferito. In quell'anno l'editore della rivista Everywoman's World le chiese di scrivere la storia del suo percorso letterario e il risultato fu la pubblicazione in sei puntate di quest'autobiografia. "Il sentiero alpino. La storia della mia carriera" è la più completa fonte di informazione per quanto riguarda l'infanzia e i primi cimenti di questa grande e tanto amata scrittrice canadese. Oltre a descrivere il proprio apprendistato letterario, dalle prime storie fantasticate fino alla pubblicazione dei libri, Lucy Maud Montgomery racconta le proprie vicende personali e familiari, dall'infanzia nell'Isola del Principe Edoardo al meraviglioso viaggio di nozze in Gran Bretagna. Il sentiero alpino percorso dalla scrittrice è stato duro, faticoso  e costellato di rifiuto da parte degli editori, eppure ella non ha mai smesso di credere nel proprio talento. 





Recensione





Lucy Maud Montgomery è un nome che a molti potrà non dire niente e fino a poco fa era sconosciuto anche a me, ma se vi dicessi che è l'autrice della famosissima "Anna dai capelli rossi", sareste curiosi di conoscerla meglio? Beh, io l'ho incontrata, ascoltata e scoperta grazie alla sua autobiografia edita dalla casa editrice flower-ed e devo dire che la figura di questa grande scrittrice mi ha subito conquistata.

Lucy Maud Montgomery nasce e cresce a Cavendish, un insediamento agricolo situato sulla costa settentrionale dell'Isola del Principe Edoardo, e viene allevata dai nonni perché sua madre muore quando ella ha solo 21 mesi.

In questa autobiografia la Montogmery ricorda davvero tutto: l'infanzia, l'adolescenza e tutti gli episodi particolari che l'hanno vista protagonista. Gli anni della scuola, ad esempio, segnano molto la scrittrice, che provenendo da una famiglia agiata indossa scarponcini e grembiuli alla moda a differenza degli altri bambini scalzi e poveri, che per questi motivi la emarginano. Nonostante ciò, la sua giovinezza trascorre in modo molto felice in compagnia di due bambini della sua età, Well e Dave Wellington, tra apparizioni di fantomatici fantasmi e tanti passatempi divertenti. 

"Non ho mai confessato le mie ambizioni, i miei sforzi e i miei fallimenti a nessuno. Dentro, nel profondo di me stessa, più in profondità di tutto lo scoraggiamento e il rifiuto sarei "arrivata" un giorno o l'altro".

La parte che ho trovato davvero interessante di questa autobiografia, è quella in cui l'autrice si sofferma a parlare dei primi passi che ha compiuto per esaudire il suo sogno: diventare una scrittrice di successo. La Montgomery non sa dire da quanto tempo covasse dentro di se questo desiderio, ma racconta che un giorno, all'età di 9 anni, si rese conto di saper scrivere poesie e da allora non smise mai più. Una volta compiuti 12 anni, iniziò a inviare le sue storie a diversi editori, molto spesso le tornavano indietro, ma nonostante ciò non perse le speranze e continuò a scrivere. Questo fino a quando il Times non pubblicò il suo primo articolo e il Witness una sua poesia. La felicità è tanta, ma i rifiuti continuano e Lucy non può dire ancora di essere "arrivata".

La Montgomery diventa poi una giornalista (o meglio tuttofare) del Daily Echo, l'edizione serale del Chronicle. Per parlare di questa esperienza, riporta nella sua autobiografia alcuni brani del suo diario, come poi farà anche per descrivere i luoghi visitati durante il suo viaggio di nozze in Gran Bretagna. 

La scrittrice ha, però, un pallino quello del romanzo. Ne vorrebbe tanto scrivere uno, ma manca lo spunto per mettere su una storia interessante e che possa attirare i lettori. Ma ecco che finalmente l'ispirazione arriva. Qualche tempo prima, infatti, la Montgomery aveva appuntato sul suo taccuino una storia che vedeva protagonisti due signori anziani che avevano deciso di adottare un bambino, ma per un errore gli era stata affidata una bambina. Lucy iniziò quindi a scrivere una storia, ma mentre stendeva nero su bianco quest'ultima, si rese conto che quello era un materiale da usare per un vero e proprio romanzo. Fu così che nel 1908 fu pubblicato "Anna dai capelli rossi" o "Anna of Green Gables". 

L'autrice racconta di non aver pensato a nessuno dei suoi parenti, amici o conoscenti per dar vita ai personaggi della sua opera, ma di aver sempre "giocato" di fantasia, tranne che per qualche particolare. Infatti, l'abitudine di Anna di dare un nome alle cose era proprio un'abitudine della sua autrice. Lucy assegnava, ad esempio, dei nomi particolari agli alberi che popolavano la sua casa come: "La monarca della foresta per una vecchia betulla oppure chiamava "Gli amanti" un abete e un acero che erano intrecciati tra loro e via discorrendo. 

Questa autobiografia termina con la consapevolezza dell'autrice di essere arrivata alla fine del suo sentiero alpino, e con la sua confessione di aver scritto queste pagine per "infondere coraggio in quanti stanno faticando lungo l'estenuante sentiero sentiero che anch'io ho percorso per raggiungere il successo".



Giudizio


Attribuisco 4 penne a questa autobiografia che consiglio a tutti coloro che hanno un sogno, perché sappiano che impiegando tutte le proprie energie e non cedendo alle molte porte in faccia ricevute, prima o poi i desideri si realizzeranno e come dice Anna quando succederà sarà "un giorno epocale" della nostra vita.


Un abbraccio
La Contessa


venerdì 26 maggio 2017

[Recensione]: La forma del sole di Giulia Mastrantoni

Buon pomeriggio cari amici lettori, finalmente è arrivato il week end e con esso anche la recensione che vi avevo promesso della raccolta di racconti intitolata "La forma del sole". Ho apprezzato tantissimo lo stile ironico dell'autrice e non vedo l'ora di parlarvene, quindi ecco la scheda. 




Titolo: La forma del sole
Autore: Giulia Mastrantoni
Editore: Echos edizioni
Pagine: 98
Anno di pubblicazione: 2017
Prezzo: € 10,00 (potete acquistarlo cliccando QUI)uò Genere: racconti


Trama: Ci sono libri che aprono ferite, altri che le guariscono. E poi ci sono loro, le storie scritte per isolarsi dal mondo, per recuperare il sorriso e la voglia di vivere, imparando a convivere con le cicatrici. La forma del sole è nato come tentativo per ritrovare la luce, laddove c'erano troppe ombre, valorizzando ogni cicatrice ed intessendovi sopra delle storie che demistificassero la realtà del passato. E' la voglia di trasformare in lezioni di vita interiore le piccole paure del quotidiano, le piccole delusioni che fanno male all'anima, ma che possono tramutarsi in arcobaleni che seguono la tempesta. Questi racconti cercano un riparo dal mondo, una stanza colorata in cui esista solo lo spazio per pensare a come trasformare in luce il pensiero più svogliato.




Recensione




Con le parole si può esprimere tutto: l'amore, il dolore, la rabbia, la passione, ma soprattutto si può dire la verità. Ed è proprio quello che fa Giulia Mastrantoni con la sua raccolta di racconti "La forma del sole", realizzando un ritratto realistico della società in cui viviamo attraverso poesie-antipoesie, piccole storie e lunghi racconti. Ma l'autrice non giudica, non punta il dito verso nessuna delle problematiche e degli stereotipi di cui parla, anche se alla fine di ogni racconto ne spiega la morale e lo fa seguendo due modalità completamente diverse: con ironia o con profonda emotività. Quest'ultimo è il caso di "Vampiri, insalate e affini", di cui vi riporto le parole usate dalla Mastrantoni:

"I sogni bisogna provare a realizzarli. Con grinta, con passione, con infinita energia. Provateci. Provateci sempre, anche quando vi sono tutti e tutto contro. Anche quando è un sogno improbabile e irrealizzabile. Non si può mai dire quando sarà la volta buona, quindi permettetevi di farcela e impegnatevi. Credete in voi stessi e stringete i denti. Non sarà tutto rosa e fiori, ma se non altro non sarà tutto spine e rovi.


Protagonisti di questa storia sono due vampiri, uno studioso e un bad boy, tante ragazze (tra cui una certa Giulia) e il commissario Gianluca, che per porre fine al suo peso piuma è costretto ad ingurgitare ciambelle fritte con la crema, quando invece prova un amore sconfinato per l'insalata e il cibo sano. Questa storia un po' sopra le righe, che il lettore non sa bene dove voglia andare a parare, ha uno scopo importante: nella vita bisogna fare ciò in cui si crede davvero, portare avanti la passione che si ha nel cuore e non seguire i dettami del portafoglio o della convenienza perché portano all'infelicità. Così, alla fine della storia, il commissario dà una svolta alla sua esistenza e finalmente realizza il suo sogno, perché non si può andare avanti con una vita che ci sta stretta per poi pensare, quando sarà troppo tardi, "se solo..", bisogna agire subito e costruirselo il proprio posto nel mondo.


"Se l'amore arriva, è il benvenuto. Ma se non arriva, io ho me stessa e mi basto. Se è amore vero, fa tutto da solo, altrimenti, meglio lasciar perdere. Anche voi potete essere l'arcobaleno della vostra vita, perché disponete di tutti i colori per creare un disegno meraviglioso e indimenticabile, createlo e siate fieri di vivere al suo interno. L'eroe che vi serve è dentro di voi.

Un'altra storia che mi ha colpita davvero tanto è "La goccia che imparò a volare", nella quale l'autrice fa riferimento ad una delusione amorosa che l'ha vista protagonista e che l'ha condotta sulla strada della sofferenza. Ho apprezzato moltissimo le sue parole sull'argomento, perché è inutile proferire frasi scontate come "chiusa una porta si apre un portone", non serviranno a farci avvertire meno il dolore che sentiamo, ma anzi ci porteranno all'assurda conclusione di dover far finta che nulla sia successo. Il dolore serve, e come se serve, è un'esperienza vitale per noi, questo non perché ci permette di non sbagliare più, perché commetteremo sempre qualche errore visto che nessuno di noi è perfetto, ma per renderci più forti nell'affrontare le difficoltà della vita, per imparare a cadere, farci male e poi rialzarci, sempre da soli. 

Insomma, se non lo avete capito vale assolutamente la pena leggere questa raccolta di racconti, perché vi permetterà di vedere la luce nel buio più profondo, di credere in voi stessi e in certi casi anche di farvi una salutare risata.

Prima di "lasciarvi" ho una cosa importante da comunicarvi, purtroppo per un errore non troverete all'interno de "La forma del sole", un racconto carinissimo intitolato "Il tempo che ticchetta", ma non disperate! Infatti, a chi ordinerà il libro online verrà spedito il racconto mancante insieme ad un omaggio della casa editrice.

Allora che aspettate? Correte a leggere "La forma del sole" e poi fatemi sapere cosa ne pensate!

Un bacio a tutti
La vostra Contessa

martedì 23 maggio 2017

[Segnalazione]: La forma del sole di Giulia Mastrantoni

Buon pomeriggio cari amici, per allietarvi in questo caldo martedì di maggio, vi segnalo un interessante raccolta di racconti intitolata "La forma del sole" che recensirò presto per voi. Eccovene la scheda.






Titolo: La forma del sole
Autore: Giulia Mastrantoni
Editore: Echos edizioni
Pagine: 98
Anno di pubblicazione: 2017
Prezzo: € 10,00 (potete acquistarlo cliccando QUI)
Genere: racconti

Trama: Ci sono libri che aprono ferite, altri che le guariscono. E poi ci sono loro, le storie scritte per isolarsi dal mondo, per recuperare il sorriso e la voglia di vivere, imparando a convivere con le cicatrici. La forma del sole è nato come tentativo per ritrovare la luce, laddove c'erano troppe ombre, valorizzando ogni cicatrice ed intessendovi sopra delle storie che demistificassero la realtà del passato. E' la voglia di trasformare in lezioni di vita interiore le piccole paure del quotidiano, le piccole delusioni che fanno male all'anima, ma che possono tramutarsi in arcobaleni che seguono la tempesta. Questi racconti cercano un riparo dal mondo, una stanza colorata in cui esista solo lo spazio per pensare a come trasformare in luce il pensiero più svogliato.


Spero che questa piccola anteprima vi sia piaciuta! Restate collegati per leggerne la recensione che arriverà presto.

Un abbraccio

La Contessa

venerdì 19 maggio 2017

[5 cose che...]: 5 scrittori che mi piacerebbe intervistare



Buongiorno cari lettori, oggi è venerdì e il blog ospita la rubrica 5 cose che... (se volete scoprirne di più basta cliccare QUI) e devo dire che l'argomento di cui vi parlerò è davvero interessantissimo e cioè: quali sono i 5 scrittori che ti piacerebbe intervistare? Ecco le mie risposte:


1. Italo Calvino


Italo Calvino mi ha accompagnata in tutte le tappe più importanti della mia vita: la maturità, la tesi triennale ed anche in quella magistrale c'era un po' di lui. Insomma, è sempre stato una costante della mia vita, anche perché è proprio grazie al suo barone rampante che ho iniziato ad amare la lettura ed il nome del mio blog ne è la testimonianza. Purtroppo Calvino è morto più di 30 anni fa, ma se si potesse tornare indietro nel tempo cercherei in tutti i modi di incontrarlo e di parlargli. Le cose che vorrei chiedergli sono tantissime: perché Cosimo non ha scelto Viola? Come è nato il titolo "se una notte d'inverno un viaggiatore? E soprattutto gli farei leggere la descrizione della mia città invisibile, quella che mi hai ispirato lui, con le sue parole. Mi piace immaginarci davanti ad un tavolino, in un bar sanremese, dove io e Italo ci guardiamo, e non smettiamo mai di parlarci e di scoprirci.




2. Jane Austen



Sempre se si potesse tornare indietro nel tempo, di secoli in questo caso, desidererei con tutto il cuore prendere un tè con Miss Austen, la scrittrice che amo di più al mondo. Ho terminato tutti i suoi romanzi, so quasi tutto quello che si conosce della sua vita e l'ammiro in maniera spropositata. La prima domanda che le porrei è: ma Mr Darcy esiste davvero? Secondo me nel mondo attuale no, ma lei potrebbe almeno dirmi se nel suo è esistito e se lo ha amato con tutto il cuore e l'anima.








3. Elena Ferrante




Probabilmente questa è una scelta ancor più difficile delle precedenti, perché Elena Ferrante è uno pseudonimo e la vera identità di questa autrice non si conosce ancora. Vive nell'anonimato il suo grande successo, ma se fosse possibile vorrei tanto incontrare questo mito vivente che scrive in maniera semplice, lineare, ma divina. Quindi cara Elena, se mai un giorno in vita tua incapperai in questo blog, sappi che se ti andasse di scrivermi una lettera o una mail per me sarebbe una cosa favolosa riceverli.









4. Alberto Angela



Chi mi segue da un po' sa che ho una cotta quasi adolescenziale per Alberto Angela. Questo perché è un divulgatore che apprezzo molto per il semplice fatto che può farti capire di tutto, anche il teorema matematico più difficile del mondo, con le sue spiegazioni semplici e lineari. Per chi non lo sapesse, Alberto ha scritto diversi libri di cui l'ultimo sulla figura enigmatica e affascinante della Gioconda. Io l'ho letto e mi è piaciuto moltissimo, ero presente anche alla presentazione di questo suo lavoro, ma purtroppo non sono riuscita ad incontrarlo. Qualche mese fa, ho scoperto troppo tardi che stava girando una delle puntate di Ulisse a pochissima distanza da casa mia. Quindi, ho capito che il destino non vuole proprio farci incontrare mio caro Alberto, ma io sono certa che un giorno ci riuscirò!





5. Paullina Simons


Paullina Simons è la famosissima scrittrice di una delle saghe più amate dalle lettrici "Il cavaliere di inverno", che narra le vicende del soldato americano Alexander e della giovane russa Tatiana. Ad ispirare questa storia all'autrice sono stati i suoi nonni, che nella realtà della guerra hanno vissuto un amore molto simile a quello dei due protagonisti del romanzo. La Simons è diventata da subito una delle mie scrittrici preferite, perché riesce a trattare con spontaneità e realismo tutti gli aspetti della guerra e dell'amore, tanto che vi sembrerà davvero di essere immersi all'interno di questo emozionante romanzo. Vorrei incontrare Paullina perché mi piacerebbe che mi svelasse la vera storia che le ha ispirato la trilogia che tanti di noi abbiamo amato, in modo da soddisfare ogni mia curiosità.






E questo è tutto, spero che le mie scelte vi siano piaciute, anche se è stato difficile non parlarvi anche di altri tantissimi autori che vorrei intervistare. Vi mando un bacio e vi auguro un buon weekend.

La vostra Contessa

mercoledì 17 maggio 2017

[Recensione]: Viva la vida di Pino Cacucci

Buon pomeriggio miei cari amici, oggi vi parlo di un monologo dedicato alla vita di una delle più sorprendenti donne e artiste del mondo, che mi ha totalmente catturata e fatta interessare alla sua vita, cosa che non mi aspettavo affatto. Siete curiosi di scoprire di che libro sto parlando e qual è la sua protagonista? Ecco la scheda.





Titolo: Viva la Vida
Autore: Pino Cacucci
Editore: Feltrinelli
Pagine: 77
Prezzo: € 7,00
Citazione preferita: "E la vita scorreva, apriva sentieri, e non è mai vano percorrerli... Ma fermarsi lungo il sentiero genera smarrimento, è da lì che nasce la tristezza, la desolazione, perché tutti vorremmo essere la SOMMA e non il singolo numero sconosciuto. I cambiamenti ci sconcertano, ci terrorizzano, perché noi cerchiamo la calma, la pace, perché noi anticipiamo la morte morendo in ogni istante della nostra vita. Poi, la somma la chiamiamo DIO, oppure Libertà. Io l'ho chiamata AMORE".

Trama: Un monologo fulminante che ripercorre i patimenti della reclusione forza di Frida Kahlo, i lucidi deliri artistici di pittrice affamata di colore, la relazione con Diego Rivera. In un Messico quanto mai reale e al tempo stesso immaginifico, Pino Cacucci mette in scena la sintesi infuocata di un'esistenza la parabola di una grande pittrice la cui opera continua ad ottenere altissimi riconoscimenti. In poche pagine c'è il Messico, c'è il risveglio dell'immaginazione, c'è la storia di una donna, c'è la rincorsa di una passione mai spenta per un uomo. L'ardente esistenza di Frida Kahlo  dal vertice estremo dei suoi giorni. Un breve libro che contiene una storia immensa.


Recensione

"La pioggia...
Sono nata nella pioggia.
Sono cresciuta sotto la pioggia.
Una pioggia fitta, sottile... una pioggia di lacrime. Una pioggia continua nell'anima e nel corpo".


"Viva la vida" è un monologo struggente, pieno di vita, di morte e d'amore, nel quale l'autore ripercorre l'intera esistenza di Frida Kahlo attraverso immagini e ritagli dei momenti più importanti vissuti dalla famosa pittrice messicana. Frida e l'amore folle per Diego, Frida e il suo corpo martoriato contro cui combatte da sempre, Frida e i suoi amanti, Frida e le sue terribili delusioni, Frida e la morte. 

Ma chi è Frida Kahlo?

Frida nasce nel 1907 dal fotografo tedesco Kahlo e Matilde, una benestante messicana, ma alla piccola pittrice piace dire di essere nata nel 1910, perché si sente figlia della rivoluzione. Fin da subito la vita della Kahlo è segnata dalla tragedia, prima la scoperta di essere affetta da spina bifida e poi il terribile incidente avvenuto nel 1925. All'età di 18 anni, l'autobus su cui Frida viaggiava finisce schiacciato contro un muro dopo essersi scontrato con un tram. Le conseguenze per la giovane donna sono gravissime: la colonna vertebrale si spezza in 3 punti; si frantuma il collo del femore e le costole, la spalla sinistra lussata, la gamba riporta tantissime fratture e il corrimano dell'autobus le entra nel fianco e le esce dalla vagina. Nonostante ciò Frida non muore e il suo riposo forzato in casa per lunghi anni, la porta ad appassionarsi all'arte e a dipingere l'unica cosa che può vedere costretta a letto: lei stessa. Una volta ristabilitasi Frida porta i suoi dipinti al più grande artista messicano di quei tempi Diego Rivera, che rimane davvero colpito dai suoi lavori. I due con il tempo si innamorano e nonostante la differenza di età e di stazza, l'elefante e la colomba (così venivano chiamati) si sposano. La pittrice ama tantissimo Diego, ma il matrimonio è tutt'altro che felice. Rivera, infatti, la tradisce di continuo e addirittura un giorno con la sorella preferita di Frida, Cristina. I due divorziano, ma non si allontanano mai l'uno dell'altra, il loro amore non è tradizionale, ma passionale, tormentato e senza lieto fine. Frida e Diego si sposano due volte. Frida muore a 47 anni, nel 1954 per embolia polmonare. Le ultime parole che scrive sul suo diario sono: "Spero che la fine sia gioiosa e spero di non tornare mai più".


Frida non "voleva vivere", bensì viveva a dispetto della sorte, con la quotidiana coscienza di consumarsi in fretta come una fiammata che arde più splendente della brace lenta.

Questo libro è davvero molto breve, ma ci tenevo molto a parlarvene per un motivo ben preciso. Frida per me è un esempio da seguire, una donna che ha avuto una vita drammatica e che le ha dato tanti motivi per arrendersi, ma lei non lo ha fatto. Si è rimboccata le maniche e si è ripresa la sua vita, quella che le spettava per diritto e alla quale non voleva rinunciare. Frida non si è soltanto limitata a rialzarsi da ogni ferita che le veniva inferta dal destino, ma ha deciso di riempirla di bellezza con i suoi dipinti e la sua arte. Proprio per questo motivo sono davvero contenta che la Kahlo sia stata inserita nel libro "Storie della buonanotte per bambine ribelli", in cui sono riportate le parole: "Piedi a cosa servite se ho le ali per volare?". Tutte le bambine dovrebbero avere le ali per volare, per vivere tutte le loro esperienze e fare le cose che più amano nonostante le difficoltà, proprio come ha fatto Frida. 


Giudizio


Assegno a questo emozionante monologo ben 5 penne, perché se le merita tutte.
Spero che in tanti leggiate "Viva la vida", perché davvero ci fa comprendere quanto siamo fortunati e che se anche non lo fossimo niente è perduto, ma tutto dipende da noi e da quanto amiamo la vita. 

Un bacio, 
La vostra Contessa

lunedì 15 maggio 2017

[Evento]: Nel nome della Strega




Buon lunedì miei cari amici, oggi inizio la settimana con un post che mi sta molto a cuore. Infatti, vi presenterò un evento che ho ideato qualche tempo fa e di cui volevo parlarvi da tempo, ma aspettavo il momento giusto per farlo ed ora quel momento è arrivato. Come sapete, il mese scorso, sono stati annunciati i 12 romanzi finalisti del premio Strega, cioè il più famoso premio letterario italiano. Purtroppo si parla davvero troppo poco di questo evento e soprattutto dei libri che vi concorrono. Così, ho pensato: Perché non far conoscere ai lettori i libri che sono in gara tra loro e si battono per la vittoria? Perché non sensibilizzare le persone verso quella che è la vera letteratura?  Dopo essermi posta questo domande non ci sono stata molto a pensare ed ho iniziato a contattare 11 miei amici blogger per condividere con loro questa bella avventura che adesso vi spiegherò.

Cominciamo con il dire che questo evento ha un nome ben preciso e cioè "Nel nome della Strega", perché si chiama così? Vi chiederete voi. Beh, il motivo è molto semplice. Infatti, ho deciso di omaggiare uno dei romanzi più famosi che nel 1981 ha appunto vinto il premio Strega, ossia "Il nome della rosa" di Umberto Eco. Spero che questa scelta vi piaccia, perché io ne vado molto fiera.


Come si svolgerà "Nel nome della Strega"? Allora, a partire da mercoledì 17 Maggio fino al 3 Giugno, io ed altri 11 book blogger recensiremo i 12 romanzi finalisti del premio Strega, prima che venga annunciata la cinquina finalista e poi il vincitore assoluto del premio. Le recensioni avverranno secondo un calendario che trovate qui sotto.



Lo so, già ho parlato troppo, ma miei cari lettori adesso viene il bello. Infatti, per il lettore che ci seguirà in maniera più assidua, commentando, condividendo e tormentandoci con le sue domande ci sarà un vero e proprio  PREMIO. Vincerà, infatti, la copia di uno dei 12 libri finalisti da noi recensiti. Che ne dite, vi piace l'idea?

Prima di terminare, vorrei ringraziare tutti i miei amici blogger che hanno deciso di partecipare con tanto entusiasmo e voglia di fare, da rendermi davvero felice. Infine, spero davvero che partecipiate in molti per amore della buona lettura e della letteratura italiana, di cui si parla sempre troppo poco.

Un bacio a tutti e mi raccomando che il 17 Maggio si inizia con la recensione di Le otto montagne realizzata dalla meravigliosa Grazia del blog La spacciatrice di libri

Vi aspettiamo!

sabato 13 maggio 2017

Le 5 mamme più famose della letteratura



Buongiorno miei cari lettori, tutti sapete che domani si celebrerà la festa della mamma e per questo motivo ho deciso di creare un post su questo tema. In realtà noi dovremmo festeggiare ogni giorno queste preziose donne che ci sopportano per 9 mesi nella loro stessa pancia e poi per tutta la vita, ci lavano e stirano vestiti, maglie e camice, e ci sostengono sempre nelle scelte più difficili della nostra esistenza e non soltanto in questo giorno. Detto ciò, oggi ho deciso di parlarvi delle 5 figure femminili materne dolci, strane e a volte davvero imbarazzanti più famose della letteratura. Eccole:


1. Mrs Bennet 



Sì, lo so a volte è proprio insopportabile con i suoi attacchi di nervi e le sue uscite assolutamente imbarazzanti. Però, è pur sempre una madre che ha cresciuto 5 figlie e il suo obiettivo più grande è quello di vederle sposate con uomini ricchi o almeno benestanti. Mrs Bennet è l'unica madre al mondo ad essere felice del matrimonio di Lydia con quel personaggio poco raccomandabile di Wickham, ma come si fa? Beh, la possiamo perdonare solo perché crediamo nella sua buona fede. Però, il tuo astio contro Mr Darcy, quello proprio non possiamo accettarlo cara Mrs Bennet!


2. Isabel Allende 



Isabel Allende non è un personaggio letterario, ma una scrittrice che crea tante figure femminili meravigliose come Eva Luna e Clara del Valle, ma soprattutto è una madre che ha perso una figlia ventottenne, Paula. La Allende ha deciso di raccontare in un romanzo autobiografico tutta la malattia della figlia, da quando scopre di essere ammalata di porfiria, fino alla morte avvenuta giusto un anno dopo. Paula, è un libro d'amore che racconta due donne, una madre e una figlia, che il destino ha deciso di separare, ma il cui ricordo rimarrà per sempre vivo in tutti noi lettori.


3. Anna Karenina



Non sempre abbiamo condiviso le decisioni prese della passionale Anna Karenina nata dalla penna di Tolstoj, ma più di tutte quella di abbandonare suo figlio Aleksei, proprio non l'abbiamo mandata giù. Nonostante questa triste scelta, la Karenina è sempre stata legata al suo primogenito (molto più che alla piccola Anna avuta da Vronskij), tanto che al suo compleanno corre da lui e gli offre tutte le dolcezze che solo una madre amorevole può dare. Proprio l'incontro segreto che Anna ha con Aleksei, è uno dei momenti più belli dell'intero romanzo. 




4. Mamma Weasley



Molly Prewett in Weasley è una delle madri più spassose della letteratura, con i suoi rimproveri irriverenti e la sua voce squillante. Mamma di 7 figli, con una casa da mandare avanti e ben poche risorse, Molly Weasley riesce a star dietro a tutto, anche ad Harry, che coccola e sostiene come se fosse uno dei suoi ragazzi. Nonostante l'ansia e l'apprensione che la contraddistinguono, si schiera sempre dalla parte dei figli e partecipa con loro anche alla battaglia finale contro Voldemort. Una mamma davvero coraggiosa!


5. Margaret March


Sicuramente una delle più famose mamme della letteratura è la signora March, donna saggia e molto affettuosa che si prende cura delle sue 4 figlie femmine: Meg, Jo, Beth ed Amy. Certo non è un compito facile soprattutto tenendo conto che suo marito è partito per via della guerra, in quanto è cappellano dell'esercito degli Stati Uniti  e  proprio per questo Margaret March deve badare a tutto da sola. Nonostante ciò riesce ad assolvere tutti i suoi compiti e lo fa in maniera impeccabile. Infatti, grazie ai suoi consigli e al suo aiuto, le 4 sorelle riescono ad affrontare i momenti più difficili della loro vita. 



Con questa carrellata di figure femminili della letteratura voglio fare i miei più cari auguri a tutte le mamme del mondo, perché senza di voi noi saremmo persi.

Un abbraccio

La contessa



martedì 9 maggio 2017

[Recensione]: I Medici. Una dinastia al potere

Cari lettori buon pomeriggio, oggi vi parlo di un romanzo che volevo leggere da tempo ed ho approfittato del periodo pasquale per farmelo regalare dal mio ragazzo (si, sempre lui mi regala i libri) e finalmente farmi conquistare dalla famiglia Medici. Come è andata? Beh, in realtà non proprio come mi aspettavo, i motivi ve li racconto nella recensione. 



Titolo: I medici. Una dinastia al potere
Autore: Matteo Strukul
Casa editrice: Newton Compton Editori
Pagine: 370
Prezzo: € 9,90.
Data di pubblicazione: 11 ottobre 2016
Citazione preferita: "... credo che piacere e dolore siano l'essenza stessa della nostra vita. Sono ingredienti cui non possiamo rinunciare perché l'assenza dell'uno o dell'altro ci toglierebbe le necessarie energie per sfamare il nostro bisogno malato di autodistruzione".

Trama: Firenze, 1429. Alla morte del patriarca Giovanni de' Medici, i figli Cosimo e Lorenzo si trovano a capo di un autentico impero finanziario, ma, al tempo stesso, accerchiati da nemici giurati come Rinaldo degli Albizzi e Palla Strozzi, esponenti delle più potenti famiglie fiorentine. In modo intelligente e spregiudicato i due fratelli conquistano il potere politico, bilanciando uno spietato senso degli affari con l'amore per l'arte e la cultura. Mentre i lavori per la realizzazione della cupola di Santa Maria del Fiore procedono sotto la direzione di Filippo Brunelleschi, gli avversari di sempre continuano a tessere le loro trame. Fra loro c'è anche una donna di infinita bellezza, ma dal fascino maledetto, capace di ghermire il cuore di un uomo. Nell'arco di quattro anni, dopo essere sfuggito a una serie di cospirazioni, alla peste e alla guerra contro Lucca, Cosimo finirà in prigione, rischiando la condanna a morte. Fra omicidi, tradimenti e giochi di palazzo, questo romanzo narra la saga della famiglia più potente del rinascimento: l'inizio della sua ascesa alla Signoria fiorentina. 




Recensione

Come molti di voi che seguono da un po' il mio blog sapranno, io amo particolarmente il genere storico e proprio per questo non vedevo l'ora di leggere "I Medici. Una dinastia al potere". Purtroppo, però questo romanzo non mi ha davvero conquistata come credevo e i motivi sono diversi. 
Innanzitutto bisogna dire che questo romanzo narra la storia della famiglia più famosa di Firenze, dal 1429, anno di morte del patriarca Giovanni de' Medici fino alla battaglia di Anghiari. In questo arco di tempo accade proprio di tutto: iniziano e finiscono i lavori della cupola di Santa Maria del Fiore sotto la guida del folle ed enigmatico Filippo Brunelleschi, comincia la scalata dei Medici per la conquista della città di Firenze e si consumano gli intrighi e le cospirazioni dei nemici di Cosimo e di Lorenzo cioè Palla Strozzi, ma soprattutto Rinaldo degli Albizzi. 

In tutta questa verità storica c'è una vicenda inventata dalla penna dello scrittore e cioè quella che riguarda Laura Ricci e Reinhardt Schwartz. La prima è una donna misteriosa che incanta tutti con i suoi occhi verde smeraldo e la sua immensa bellezza, si tratta di una "cortigiana" e profumiera, che si trova al servizio di Albizzi, ma che ha alle sue spalle un passato oscuro fatto di maltrattamenti e di clienti feroci e brutali. Laura odia i Medici, perché quando era più giovane un uomo l'ha malmenata fino a farle perdere conoscenza e quell'uomo aveva indosso lo stemma dei Medici, proprio per questo la donna vuole vendicarsi ed aiutare il suo padrone ad uccidere Cosimo e Lorenzo. 
Schwartz è, invece, un mercenario dagli occhi di un azzurro intenso, muscoloso, forte e coraggioso. Anch'egli è al servizio di Albizzi e man mano si innamorerà di Laura, nei confronti della quale, però, nasconde un terribile segreto. Questa storia, è una dei pochi motivi che non mi ha fatto abbandonare la lettura di questo romanzo che ho trovato noioso e in alcuni punti assolutamente insopportabile. Ma perché direte voi? Ecco, che ve lo spiego. Prima di tutto per via del fatto che l'autore non è riuscito a rendere interessante la narrazione attraverso descrizioni più accurate del periodo storico oggetto della sua opera, o introducendo elementi più interessanti alla storia dei Medici che tutti noi conosciamo (tranne per quel che riguarda la vicenda di Laura e Schwartz come ho già detto sopra) e poi perché non ha saputo dar spazio a quei personaggi che davvero avrebbero potuto incuriosire il lettore come Contessina, una donna fiera e coraggiosa, a cui Strukul riconosce soltanto il merito di aver "messo una buona parola" per Cosimo parlando con il suo carceriere e poi la cita in alcune lettere d'amore che lei stessa invia al marito durante il suo esilio a Venezia.


Giudizio



Insomma, come avrete potuto capire questo romanzo non mi ha convinta molto, in ogni caso gli attribuisco 3 penne perché il compito di parlare di un arco di tempo così lungo e di una famiglia così celebre, non era affatto semplice. Mio caro Strukul non ti boccio del tutto, ma il mio giudizio su di te è comunque rimandato alla lettura degli altri due volumi della saga. 



E a voi questo romanzo è piaciuto? Avete intenzione di leggerlo? Fatemelo sapere!

Un abbraccio, 

La vostra Contessa

lunedì 8 maggio 2017

[Giveaway]: scarica subito l'ebook de "La piccola Parigi"




Cari amici, la settimana scorsa vi ho riportato la recensione di un racconto che mi era piaciuto davvero tantissimo e cioè "La piccola Parigi" di Alessandro Tonoli. Grazie a GWMAX editore da oggi fino al 22 maggio, tutti i lettori del mio blog potranno ricevere l'ebook gratuito di questo meraviglioso racconto. Come? Seguendo poche e semplici regole che vi elenco qui di seguito. 



Regole

1) Diventare lettori fissi del blog (e se vi va mettete anche mi piace alla pagina fb e al profilo instagram che trovate nelle colonnina di destra);

2) Condividere sulla vostra pagina fb la recensione de "La piccola Parigi" scritta da me (la trovate  QUI) . Nel post di condivisione dovrà essere riportata la seguente frase tratta dalla recensione: "Non capita spesso ai lettori di entrare talmente in intimità con il libro che stiamo leggendo da smettere di pensare ai nostri bisogno primari per continuare a "sognare", come è successo a me in questo caso. Una storia d'amore che diventa un mistero pieno di magia";

3) Mettere il like alla pagina fb del libro (QUI) e condividere sulla propria pagina Fb;

4) Inviare la foto delle condivisioni all'indirizzo: lapiccolaparigi@gwmax.it

Una volta fatto ciò riceverete un codice che vi permetterà di scaricare gratuitamente l'ebook de "La piccola Parigi".


Spero che partecipiate in tanti, perché mi farebbe davvero piacere che leggeste questo racconto che trovo ben scritto e molto interessante.

A presto

La contessa


venerdì 5 maggio 2017

5 cose che.... 5 libri che vorrei leggere quest'anno


Cari amici, era da un po' di tempo che il venerdì non mi occupavo della rubrica "5 cose che" (se volete sapere di cosa si tratta cliccate QUI), ma adesso sono tornata per parlarvi dei 5 libri che vorrei leggere quest'anno. Eccoli:



1. Storia del nuovo cognome di Elena Ferrante


L'anno scorso a luglio lessi "L'amica geniale" e rimasi completamente catturata dalla scrittura della Ferrante e dalla vicenda che aveva per protagoniste Lila e Lenù. Pensate che iniziai a leggere durante un viaggio a Berlino e più mi immergevo nella narrazione della Ferrante più capivo quanto era bella la mia terra, (si, sono campana) e quanto Napoli non abbia nulla da invidiare a molte città tra cui la stessa Berlino che non mi è per niente piaciuta. Quindi, quest'anno vorrei leggere almeno il secondo volume di questa saga e se riesco vorrei proprio terminarla. 












2. Il libro dei Baltimore di Joel Dicker




Il mio ragazzo mi ha regalato questo libro per pasqua, perché sa che ho apprezzato tantissimo "La verità sul caso Harry Quebert", tanto da leggere quelle 700 pagine in meno di 3 giorni. Ma Dicker è così, una vera calamita, una volta iniziati i suoi libri non riesci a fare altro perché vorresti solo arrivare alla fine per comprendere che piega prenderà il racconto e come andrà a finire. Per questo non vedo l'ora di leggere "Il libro dei Baltimore" e spero con tutto il cuore che non mi deluda. 










3. Il giardino d'estate di Paullina Simons



L'anno scorso, proprio in questo periodo, mi accingevo a leggere per la prima volta "Il cavaliere d'inverno" (trovate la recensione QUI), un romanzo che mi ha fatto provare delle sensazioni incredibili e che è subito entrato a far parte della mia top 3. Spinta dell'entusiasmo in estate lessi "Tatiana&Alexander", molto bello anche questo, ma non come il primo. Ora, anche se molti mi hanno detto che l'ultimo libro di questa trilogia non c'entra nulla con i primi due e, altri ancora, che addirittura rovinerebbe la storia di Alexander e Tatiana, io per curiosità voglio leggerlo e nel caso lo trovassi proprio brutto, significherà che lo eliminerò dalla mia memoria.








4. Tredici di Jay Asher 




Ho visto il telefilm prodotto da Netflix e ne sono rimasta così colpita che ho deciso di scriverne un post (lo trovate QUI). La storia di Hannah Beker riguarda ciascuno di noi, infatti tutti durante l'adolescenza abbiamo subito episodi di bullismo o li abbiamo visti accadere davanti ai nostri occhi. E allora perché non denunciare, perché non parlarne? La serie di Netflix serve soprattutto a questo. Presto voglio leggere anche il libro da cui è tratto il telefilm che spero mi piaccia anche di più.











5. Villette di Charlotte Bronte




Ovviamente tra questi 5 libri non poteva che esserci anche un classico. Ormai, avendo terminato tutti i romanzi della mia adorata Jane Austen, mi sono praticamente catapultata nella direzione di Charlotte Bronte che mi ha incanta con la sua "Jane Eyre", quindi entro quest'anno vorrei leggere qualche altro suo romanzo ed inizierò sicuramente da Villette che già ho in libreria. 












Spero che le mie scelte vi siano piaciute, vi mando un bacio grande e vi auguro un buon week end pieno di letture :)

martedì 2 maggio 2017

[Recensione]: La piccola Parigi di Alessandro Tonoli

Cari amici, oggi vi propongo un raccontino davvero ben scritto e molto interessante che mi è stato inviato da GWMAX editore. Ecco la scheda:


Titolo: La piccola Parigi
Autore: Alessandro Tonoli
Casa editrice: GWMAX editore
Pagine: 58
Genere: racconto
Prezzo: Cartaceo € 9,00 (acquista QUI)
Ebook € 2,99.

Trama: Una città, un racconto misterioso e una bambina di cui nessuno ha mai saputo il nome. Ecco cosa si cela dietro Cabiate e il suo essere chiamata dai suoi abitanti "La piccola Parigi", per un motivo che però nessuno sembra ricordare. Forse solo il nonno di Chiara ha, nascosta nel suo passato, la chiave per svelare la natura di questo incantesimo che ora, forse, sta per essere finalmente svelato. 




Recensione



Di solito non sono una grande amante dei racconti, perlopiù li trovo inconsistenti, incompleti e non riescono mai a lasciarmi nulla di concreto, fino a quando non ho letto "La piccola Parigi" di Alessandro Tonoli. All'inizio sembrava un racconto abbastanza banale con protagonista un nonno che narra una storia, sulla città in cui vive, alla sua nipotina Chiara, ma poi dopo qualche pagina si è trasformata in ben altro: il mistero e la magia hanno preso le redini della narrazione e l'hanno resa intrigante e coinvolgente. Così tanto che, mentre mia madre mi chiamava per sedermi a tavola e cenare, io le ho detto di attendere perché mi trovavo a Cabiate e volevo rimanerci ancora per un bel po'. Sì, sicuramente ha pensato che fossi diventata matta, ma non capita spesso a noi lettori di entrare talmente tanto in intimità con il libro che stiamo leggendo da smettere di pensare ai nostri bisogni primari per continuare a "sognare", come è accaduto a me in questo caso.

Ma entriamo nel vivo della storia. Chiara è una bambina come tante, appena uscita da scuola aspetta di vedere il viso familiare di suo nonno e la sua allegria, ma quel giorno no. Lui è come assente perché sente sempre di più la mancanza della nonna che è volata in cielo poco tempo prima. La bambina cerca di tirarlo su, ma lui sembra essere già in un altro mondo  e lo si comprende anche nel modo in cui racconta a sua nipote una storia che ha incantato anni prima Cabiate, il paese in cui i due vivono.

"Tutti vorremmo essere chiamati per i nostri sogni . Ci gireremmo per strada molto più velocemente, fidati. Sono i nostri sogni che ci identificano, non i nostri nomi".

Può una piccola città diventare come Parigi? Si, le cose se davvero le si desidera ardentemente accadono, anche se non proprio come ci aspettavamo. Una bambina senza nome e una piccola torre Eifell annaffiata dalle sue lacrime, sono alla base della storia che il nonno racconta a Chiara. Una storia che quest'ultima non riesce a comprendere e quindi, per farlo, decide di scavare più a fondo tra i vecchi ricordi e la camera da letto dei suoi nonni. E finalmente arriva alla soluzione di un mistero che il lettore trova contenuto in un messaggio:

"Il tempo distrugge l'uomo, l'uomo distrugge il resto. L'amore li distrugge entrambi".


Giudizio



Attribuisco ben 4 penne a questo breve racconto di Alessandro Tonoli, in cui si parla della forza dei sogni che con la tenacia e la perseveranza si realizzano, anche se li si ritiene impossibili. 
Una storia d'amore che diventa un mistero pieno di magia. 


A presto. 
La contessa