Credo
sia la prima recensione ufficiale che faccio di un libro. Sul profilo instagram
mi diverto a parlare di libri, ma definirle recensioni è effettivamente
pretenzioso. Ebbene, questa sarà una non-recensione
ufficiale. Nel rispetto di questo pensiero, decido di partire da quello che
avrei voluto – e che userò – come finale: ossia una citazione. Se dovessi
riassumere in una sola frase quello che per me è stato “Dal tuo terrazzo si vede casa mia”, di Elvis Malaj, uscito nell’ottobre 2017 per Racconti Edizioni, e tra i 12 finalisti del Premio Strega, userei sicuramente questa: “Anche l’asfalto fiorirebbe se qualcuno lo innaffiasse”.
Elvis Malaj è un autore di
origine albanese che a 15 anni si trasferisce ad Alessandria con la famiglia.
Oggi vive a Padova. E non ci sarebbe stata necessità di specificare le sue
origini se non fosse che quel terrazzo di cui racconta si affaccia su e dal
suo paese d’origine: l’Albania. Nei
suoi 12 racconti l’autore infatti
porta le sue origini, in una commistione difficoltosa con l’Italia. Eppure,
sarà proprio la sua scrittura a tentare di colmare la distanza tra questi due
terrazzi.
La
raccolta si struttura di 11 racconti di lunghezza media che culminano in un
dodicesimo, “Morte di un personaggio”,
che ha un numero di pagine doppio e in certi casi triplo rispetto agli altri e che,
riprese le fila del discorso, mostra l’arazzo concluso, la figura che risulta
dalla narrazione precedente. Malaj è in grado di variare dall’ironia più arguta, all’introspezione più spietata. I racconti
affrontano il tema del razzismo,
dell’amore, della solitudine, della diversità, della bellezza,
dell’arte. Il percorso si srotola
davanti agli occhi del lettore tra dediche all’Albania (“Le Scarpe”) e riferimenti ad Alda Merini e Dostoevskij (“A pritni mia?” e “Morte di un personaggio”), passando per la citazione diretta dello
scrittore premio Nobel Herman Hesse:
“Il lupo della steppa”.
I
personaggi che Malaj crea hanno nomi che riportano alle loro origini e sono
messi in situazioni di crisi tra le più disparate: un episodio di razzismo, una prima volta che non è una prima volta, un televisore recuperato dalla spazzatura, un incidente che distrae l’attenzione da un appuntamento fallito, un primo giorno di scuola, una carriola,
una storia d’amore e di fuga, un discorso in treno e una ragazza sola e triste sebbene sia in vacanza con gli amici.
Ma
è nel racconto finale che la narrazione di Malaj, avendo acquisito potenza
lungo le pagine precedenti, esonda nel racconto più completo e meglio riuscito
di tutta la raccolta. Se si sono amati i personaggi fin qui letti, non si potrà
far a meno di rimanere pienamente soddisfatti da questo finale che riprende,
riaffronta e conclude tutti i temi percorsi. Kastriot è un ragazzo albanese, alle prese con un romanzo in cui
non sa come far morire uno dei personaggi. Veronica
è una ragazza volitiva, che è appena stata lasciata dal ragazzo e che incontra
Kastriot quando il ragazzo entra in casa sua di nascosto, obbligato dalla madre
a bagnare i fiori trascurati della vicina. Da quel momento tra i due comincia
una storia che li porterà a convergere al centro di quella distanza tra
terrazzi che sembra dividerli. Tra una battuta sui pregiudizi razzisti e una riflessione sul bello e la bellezza, dopo una cena finita non nel migliore dei modi
nella quale hanno parlato di diversità
in riflessioni mai banali, ai due ragazzi, così come ai personaggi del libro che
Kastriot sta scrivendo – un riuscito e intelligente gioco di “meta scrittura”-, viene concessa una possibilità.
Auguro
tutta la fortuna possibile a questa bella raccolta di racconti e al suo autore,
nonchè alla coraggiosa casa editrice che lo rappresenta – e che ho svaligiato
al SalTo18. Se Malaj non dovesse
vincere la sfida con lo Strega, sono sicuro che vincerà quella con i lettori, Perché, proprio come Kastriot,
“Innaffiò tutte le piante, anche quelle morte. L’asfalto fiorirebbe se qualcuno
lo annaffiasse”: e Malaj lo ha
fatto.
Mattia
Tortelli.
Vi ricordo tutte le tappe de' "Nel nome della strega II":
16 MAGGIO: GIULSJUPS con “La ragazza con la
leica” di Helena Janeczek.
18 MAGGIO: LA BIBLIOTECA DI STEFANIA con “Sangue
giusto” di Francesca Melandri.
21 MAGGIO: MATTIA TORTELLI con “Da tuo terrazzo
si vede casa mia” di Elvis Malaj.
23 MAGGIO: RECENSIONI LAMPO con “La corsara.
Ritratto di Natalia Ginzburg” di Sandra Petrignani.
25 MAGGIO: RESPIRO DI LIBRI con “Anni luce” di
Andrea Pomella.
28 MAGGIO: THE BOOK LAWYER con “Come un giovane
uomo” di Carlo Carabba.
30 MAGGIO: ATTORCIGLIATA con “La madre di Eva”
di Silvia Ferreri.
1 GIUGNO: GENTE DI TACCUINO con “Il figlio
prediletto” di Angela Nanetti.
4 GIUGNO: L COME LIBRO con “Questa sera è già
domani” di Lia Levi.
6 GIUGNO: LEGGO LIBRI con “Il gioco” di Carlo
D’Amicis.
8 GIUGNO: LA CONTESSA RAMPANTE con “Resto qui”
di Marco Balzano
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