lunedì 2 gennaio 2017

Recensione: Gli occhi della Gioconda di Alberto Angela

Cari amici, chi mi conosce sa benissimo che ho una passione spropositata per Alberto Angela. Lo so, di non essere unica, ma ciò si spiega facilmente considerando il suo fascino, la sua conoscenza delle lingue e la sua immensa cultura che diffonde a noi "comuni mortali" attraverso un linguaggio semplice ed efficace. Devo ammettere, però, che non avevo mai letto nessuna opera del figlio di Piero Angela, fino a quando non mi si è presentata l'occasione di conoscerlo il 5 dicembre presso la Feltrinelli di via Chiaia a Napoli, dove Alberto avrebbe firmato le copie del suo nuovo libro. Purtroppo, essendoci tantissimi suoi fans non sono riuscita ad incontrarlo, ma ho acquistato una copia cartacea del suo lavoro, l'ho divorato e adesso ve ne parlo.





Titolo: Gli occhi della Gioconda
Autore: Alberto Angela
Editore: Rizzoli
Prezzo: 22,00 euro
Pagine: 319

Nella sua opera Alberto Angela ci racconta il genio di Leonardo attraverso il suo dipinto più famoso ed enigmatico: la Gioconda. Il libro è diviso in 10 capitoli e l'autore non lascia niente al caso, infatti, inserisce anche la cronologia della vita di Leonardo da Vinci, in modo che gli spostamenti del personaggio che sta per andare a raccontare siano chiari ai suoi lettori, fino in fondo. 


Non solo un pittore

Ciò che sottolinea Angela è che il da Vinci non fu solo un importante pittore, ma un grande innovatore in tanti settori. Prima di tutto conosceva perfettamente l'anatomia umana, in quanto dissezionava i corpi umani per studiare la natura stessa come si presentava ai suoi occhi e poi riportarla nelle sue opere d'arte. Egli fu anche molto interessato al concepimento umano, l'apparato riproduttivo femminile e lo sviluppo del feto nel grembo materno, come testimoniano i disegni del grande genio che Alberto riporta nel suo libro. Leonardo va ricordato anche per le macchine e i robot che ideò, come il leone realizzato nel 1515 per essere spedito a Lione in occasione dell'ingresso trionfale in città del re di Francia Francesco I, e per la sua ossessione per il volo. Infatti, il da Vinci voleva trovare a tutti i costi un modo per volare e dopo aver dato vita ad alcuni schizzi in cui rappresentava ali artificiali simili a quelle di pipistrelli, passò a lavorare su vere e proprie macchine per volare, come dimostrano le immagini che vi riporto qui sotto. 




Leonardo allievo

Prima di diventare un grande artista Leonardo fu allievo di Andrea del Verrocchio, una figura centrale del Rinascimento che svolgeva contemporaneamente l'attività di pittore, scultore, orefice, intagliatore e via discorrendo. La sua bottega era il posto migliore per un giovane artista ed è proprio lì che Leonardo iniziò a realizzare le sue prime opere. Alberto Angela ci riporta a questo proposito un episodio molto interessante raccontato dal Vasari nelle sue Vite, infatti ci dice che il Verrocchio mentre stava dipingendo il Battesimo di Cristo, chiese a Leonardo di raffigurare l'angelo più a sinistra e questo uscì talmente bene al giovane da Vinci che il maestro si rese conto di essere stato superato dal suo allievo e si offese. Potete ammirare l'angelo in questione nell'immagine sottostante.









La Gioconda

Non perdiamo. però, di vista la vera protagonista dell'opera di Angela e cioè la Gioconda. Alberto affronta tutti i misteri che ruotano attorno a questa figura. Prima di tutto si chiede chi sia realmente la donna che si nasconde dietro al sorriso enigmatico di Monna Lisa, probabilmente si tratta della moglie del mercante fiorentino Francesco del Giocondo, Lisa Gherardini, ma l'autore de Gli occhi della Gioconda avanza un'altra ipotesi. Infatti, potrebbe essere anche Pacifica Brandani, amante di Giuliano de' Medici e madre di Ippolito, che Leonardo avrebbe potuto ritrarre nel suo dipinto su ordine dello stesso Giuliano. Ancora Angela si sofferma ad analizzare l'abito verde scuro della Gioconda con le maniche di un colore definito all'epoca "lionato"e il paesaggio del quadro che si trova al Louvre e che potrebbe raffigurare il punto in cui l'Arno oltrepassata la campagna nei dintorni di Arezzo e riceve le acque delle Valdichiana, una valle alluvionale che si trova attualmente tra a Toscana e Umbria.


Insomma, nonostante non sia una grande amate della storia dell'arte il mio giudizio su questo ultimo lavoro di Alberto Angela è più che positivo, infatti ho deciso di assegnargli 4 penne. Vi consiglio davvero di leggerlo, perché al suo interno troverete tante immagini e curiosità interessanti che vi faranno conoscere meglio il genio di Leonardo da Vinci. Un bacione e alla prossima!










3 commenti:

  1. Bellissmo post e blog molto interessante, lo sto sfogliando tutto! Ti seguo!
    http://marycosmesi.blogspot.it

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  2. Come lo specchio magico di Biancaneve ci indica il più bello del reame, così il volto della Gioconda ci rimanda a quello di Leonardo da Vinci. Il volto femminile del dipinto conservato al Louvre è sovrapponibile all’Autoritratto di Leonardo conservato a Torino. Ma ancora più inconsciamente per il professore Mario Alinei, richiama l’immagine del lutto, tramite la rappresentazione di una giovane donna morta con gli occhi aperti come se fosse viva, nascosta dalla bellezza ancora presente della persona raffigurata. Per ultimo, un rimando subliminale al volto sindonico, come apparve nel negativo fotografato nel 1898 per la prima volta. Anch’esso somigliante con quello dell’Autoritratto di Leonardo da Vinci conservato a Torino. Dove la Sindone di Torino è l’Autoritratto o il ritratto di un Uomo vivo ritratto come morto. Questa sarebbero le ragioni profonde del fascino del dipinto e dell’iconoclastia a cui è stato sottoposto nello scorso secolo. L’immagine della Gioconda è diventata un’icona, quasi un volto archetipo. Ma di volto archetipo ne esiste solo Uno. Cfr. Ebook/Kindle La Gioconda: uno specchio magico.

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