martedì 18 aprile 2017

[Recensione]: Canterà il gallo di Rosanna Spinazzola

Cari amici, avete trascorso una buona pasqua e una divertente pasquetta? Spero di si. Io oggi, dopo le abbuffate dei giorni scorsi e le gite al mare, torno sul blog per parlarvi  di un romanzo distopico molto particolare, inviatomi dalla casa editrice Flower-ed. Ecco la scheda:




Titolo: Canterà il gallo
Autore: Rosanna Spinazzola
Casa editrice: flower-ed
Data di pubblicazione: 25 settembre 2016
Genere: Distopico
Pagine: 279
Prezzo: Cartaceo € 15,98; Ebook € 2,49
Citazione preferita: "... La tua mente geniale riesce a capire che non c'è un posto dove posso stare meglio? Non esiste per nessuno e non esiste da nessuna parte, e se ti sposti ti porti dietro quello che hai dentro. Lo porti altrove, perché tu sei altrove".

Trama: In un futuro distopico, a causa dell'inquinamento e di una grave crisi energetica che hanno reso necessari i razionamenti dei beni di prima necessità, alcuni eserciti nazionali hanno preso il controllo della terra, realizzando in modo disomogeneo e approssimativo un nuovo ordine mondiale. In un distretto periferico, una giovane donna incinta è ricercata dai soldati. In fuga nel bosco, con il ventre gonfio e la febbre, patisce la fame e il freddo. Alla ricerca di un rifugio, scopre che quei luoghi non sono disabitati come sembrano: alcuni incontri la porteranno ad acquisire maggiore consapevolezza e a scoprire nuove possibilità di esistenza.



Recensione



"Canterà il gallo" è un romanzo distopico ambientato in un mondo crudele al cui vertice ci sono i soldati, uomini spietati che dettano regole e leggi, come quella che vuole che ogni famiglia divida i frutti della sua terra con loro, oppure quella del figlio unico. Quest'ultima, però, a tratti sfugge dal controllo degli uomini di potere perché, come nel caso della protagonista di questo romanzo, capita che a volte nascano dei gemelli e la ragazza in questione lo è. Lei e suo fratello, sono gemelli, ma non potrebbero essere più diversi, lui vorrebbe fuggire da questa realtà assurda che non gli appartiene, mentre la ragazza vorrebbe condurre una vita normale o almeno ci prova, sposandosi e restando incinta. Ma niente va come lei stessa aveva sperato e quando viene ucciso il generale del suo distretto, i sospetti ricadono su suo fratello e  la donna è costretta a fuggire per non essere rintracciata dai soldati che hanno distrutto la sua famiglia. 


"Procedere alla cieca verso un futuro incerto forse non era la cosa giusta, ma non è forse ciò che tutti facciamo? Cercare riparo in una costruzione solida, di calce e mattoni e illudersi che possa essere qualcosa di più. Un posto dove i sensi di colpa smettono di masticare il cuore e dove,  per magia, tutti i nostri bisogni insoddisfatti possono trovare finalmente ragione".

Per salvarsi, la protagonista, si rifugia nel bosco. Il buio di cui aver paura, l'ignoto da esplorare, il niente in cui cercare se stessi. Qui incontrerà la fame, la sete e la disperazione più totale che verranno raccontati dall'autrice in maniera cruda e violenta, ma soprattutto realistica, tanto che al lettore sembrerà di star vivendo la stessa situazione della ragazza. Ma ci saranno anche pochi, ma significativi incontri con dei personaggi che le saranno di ispirazione, come il vecchio che vive isolato all'interno del bosco, intagliando pezzi di legno e raccogliendo i frutti della terra.

"Come mi chiamo? E che ne so. Gli uccelli hanno un nome per chiamarsi, forse? I nomi, i nomi? Il peggiore errore del mondo è chiamare le cose. Ogni singola, minuscola, inutile cosa. Una etichetta qua, un titolo là e il peggio è fatto, già.  Non vedi più le cose, vedi solo il nome. Vedi un guscio vuoto. I nomi sono utili come un guscio vuoto. Come una casa disabitata, un piatto senza minestra. Una chiesa senza Dio".

Avrete di certo fatto caso al fatto che non ho menzionato nessun nome, ma non l'ho fatto semplicemente perché non ce ne sono. La protagonista si chiama ragazza, il suo gemello fratello, l'anziano signore incontrato nel bosco, vecchio e così via. Insomma non ci sono nomi, né personaggi ai quali affezionarsi, ma solo la metafora dell'uomo che deve crearsi il suo posto nel mondo e deve farlo solo con le sue forze. 
Probabilmente, però, questo è uno dei pochi punti che non amo del romanzo, perché io ho bisogno di poter dare un nome ad una persona per poterla conoscere e, talvolta, immedesimarmi in lei. Anche se devo dire che l'autrice, con le sue descrizioni minuziose e la sua attenzione ai particolari, riesce a coinvolgere il lettore e a trasmettere le emozioni e le sensazioni che la sua protagonista sta provando.


"L'espressione più vera, l'unica possibile, del dolore, è il silenzio. Il resto, è cornice. Non tormentarti. Non avrai mai tutti i pezzi. Ѐ questo quello che succede, quando si perde qualcosa. Non si può comprendere tutto. Non tormentarti".

"Canterà il gallo" mi ha stupita molto per il suo finale a sorpresa quando la ragazza, dopo un lungo peregrinare, incontra finalmente una persona a lei familiare e quando crede di essere salva si rende conto che in realtà si è salvata da sola e che potrà vivere solo continuando a farlo, come il vecchio le ha insegnato. 


Voto rampante



In definitiva, attribuisco tre penne a questo romanzo che ho apprezzato molto soprattutto per lo stile rude e crudele dell'autrice, anche se avrei voluto (come ho già detto sopra) che avesse attribuito dei nomi ai suoi personaggi, in modo da poter permettere ai lettori di affezionarsi a loro e di conoscerli a pieno. 


Spero di avervi conviti a leggere questo romanzo distopico, ci vediamo presto con tante curiosità e novità.

Un abbraccio

La vostra Contessa





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