Cari amici, vi è mai capitato di acquistare un libro con tanto entusiasmo, ma di lasciarlo poi sullo scaffale per diverso tempo perché non avete il coraggio di aprirlo? A me è successo con il romanzo che vado a recensire oggi, ma niente paura prima o poi il momento giusto arriva, in un modo o nell'altro. In questo caso, il momento giusto lo ha scelto per me la mia amica Silvia, una ragazza davvero in gamba che conosce 5 lingue e sta scrivendo una tesi in russo su Lolita di Nabokov. Una mattina ci siamo viste in facoltà e lei mi ha raccontato vita, morte e miracoli di questo romanzo e mi ha detto "Anna, chiedimi tutto quello che vuoi, perché tanto io so anche quanti capelli ha in testa Lolita" e no, cari lettori, non scherzava. Silvia ha spulciato ogni edizione, ha visto qualsiasi film tratto dall'opera di Nabokov e letto qualsiasi sceneggiatura con protagonista Lolita. Insomma, mi ha fatto venire l'acquolina in bocca, mi ha incuriosita e mi ha tenuta sulle spine, così che una volta passato lo stress della tesi e della discussione, mi ci sono completamente dedicata. E di questo devo ringraziarla infinitamente perché probabilmente se non ci fosse stata lei a spingermi tra le braccia di Nabokov, questo atipico classico della letteratura sarebbe ancora sugli scaffali della mia libreria a prendere polvere. Ecco, la scheda.
Titolo: Lolita
Autore: Vladimir Nabokov
Casa editrice: Adelphi
Pagine: 383
Prezzo: 11,00 euro
Citazione preferita: "... e la guardai, la guardai, e seppi con chiarezza, come so di dover morire, che l'amavo più di qualunque cosa avessi mai visto o immaginato sulla terra, più di qualunque cosa avessi sperato in un altro mondo".
Trama: Il quarantenne professore di letteratura francese, Humbert Humbert, dopo un matrimonio fallito si trasferisce nella piccola cittadina di Ramsdale del New England per dedicarsi completamente alla scrittura della sua opera. Affitta una stanza da Charlotte Hanze, una vedova che ha una figlia dodicenne di nome Dolores. Humbert è molto attratto da questa bambina che lui definisce "ninfetta", cioè sessualmente matura per la sua età. Così quando Charlotte gli dichiara di amarlo, il professore decide di sposarla per stare il più vicino possibile alla piccola Lolita (uno dei tanti soprannomi che le sono attribuiti). Nella seconda parte del romanzo un evento tragico porterà Humbert Humbert e Lo ad intraprendere un viaggio che li renderà molto intimi e li condurrà verso un'avventura davvero particolare.
"Lolita, luce della mia vita, fuoco dei miei lombi. Mio peccato, anima mia. Lo-li-ta: la punta della lingua compie un percorso di tre passi sul palato per battere, al terzo, contro i denti. Lo. Li. Ta. Era Lo, semplicemente Lo al mattino, ritta nel suo metro e quarantasette con un calzino solo. Era Lola in pantaloni. Era Dolly a scuola. Era Dolores sulla linea tratteggiata dei documenti. Ma tra le mie braccia era sempre Lolita".
Anche chi non ha letto Lolita penso che conosca perfettamente quest'incipit, che solo a riscriverlo mi provoca dei brividi lungo la schiena. Iniziamo subito con il dire che il romanzo di Nabokov non racconta semplicemente la storia di un pedofilo, ma di un uomo fragile che sa di infliggere del male, ma non riesce a farne a meno, perché per lui la sua ossessione è ninfa vitale. Sappiamo che Humbert ha subito un trauma all'età di 13 anni, in quanto la prima ragazzina che ha amato e con cui ha condiviso le prime esperienze sessuali, si è spenta poco dopo l'estate che avevano trascorso insieme. Questo ci fa capire il motivo per cui il protagonista di quest'opera di Nabokov sia totalmente attratto da queste "ninfette", termine entrato nel gergo quotidiano subito dopo l'uscita del film di Kubrick, tratto da questo romanzo. Prima, però, dell'incontro con Dolores, Humbert provava solo desiderio sessuale per queste ragazzine, non considerandole poi un granché, ma usandole solo come oggetto, con Lolita però cambia tutto. Lo è un esserino speciale, che cerca di attirare continuamente l'attenzione di Humbert, facendo dispetti a sua madre, giocando con lui e intrufolandosi nel suo studio ogni volta che può. Il professore è completamente rapito da questa ragazza, tanto da diventarne geloso e possessivo: le vieta di uscire con i suoi coetanei, di intrattenersi con le amiche oltre l'orario di scuola ed inizialmente anche di recitare nella commedia scolastica. Nonostante ciò, la ama profondamente, certo di un amore pazzo e violento, ma sempre di amore si parla. Questo si riscontra soprattutto nella parte finale, quando in nome di Lolita, non solo Humbert si macchierà di un orrendo delitto, ma capirà che il suo cuore batte ancora per lei, anche se ormai è cresciuta, ha superato il metro e cinquanta e non è più una ninfetta.
"... anche se quei suoi occhi si fossero sbiaditi come quelli di un pesce miope, e i suoi capezzoli si fossero gonfiati e screpolati, e il suo adorabile, giovane delta vellutato e soave si fosse corrotto e lacerato... anche così sarei impazzito di tenerezza alla sola vista del tuo caro viso esangue, al solo suono della tua voce rauca, Lolita mia".
Voglio parlare, però, anche dell'altra protagonista di questo romanzo e cioè Lolita. Devo dire che personalmente non l'apprezzo molto. Si, è vero, ne ha passate tante, ha sofferto e continuerà a farlo per il resto della sua vita, ma non riesco comunque a vederla come la vittima della situazione. Lo è una ragazzina matura per la sua età e per matura intendo sessualmente. Provoca Humbert, si butterà tra le sue braccia e si rotolerà tra le lenzuola con lui, per sua scelta. E sempre per sua scelta finirà a letto con un altro uomo più grande di lei, che a sua detta sarà l'unico a farla "impazzire" davvero. So che è una ragazzina, so che Humbert avrebbe dovuto condurla sulla giusta strada, rifiutando le sue avances, ma lui è un uomo malato e lei, a parte la sua giovane età, non ha scuse. Con questo non voglio giustificare il professore, ma di certo non patteggio per la piccola Lo. Lolita non è una redenta, non si pente degli errori fatti neanche una volta cresciuta, è sempre lei, un po' cresciuta, un po' più alta e occhialuta, ma sempre la trasgressiva e controcorrente ragazzina di un tempo. Invece, in Humbert una sorta di cambiamento l'ho riscontrato nel fatto che, pur sapendo che la sua Lo non è più una seducente bambina, ma ormai è una donna, lui la vorrebbe comunque al suo fianco per tutta la vita, così come è.
Infine, vi consiglio di guardare (rigorosamente dopo la lettura del romanzo), il film del regista Adrian Lyne tratto dall'opera di Nabokov. Probabilmente vedere certe scene che avrete solo letto fino a quel momento, vi farà rabbrividire, però ne vale la pena perché riprende il romanzo in tutte le sue parti e l'ho trovato molto utile per cercare di capire un po' di più i punti più bui del libro.
Insomma ragazzi, il voto che do a Lolita è di 5 penne, perché è un romanzo violento, introspettivo e che mi ha dato l'opportunità di riflettere su un tema così ostico come la pedofilia.
Se lo possedete, leggetelo e non ve ne pentirete! Un bacione dalla vostra contessa :)
Sicuramente una lettura un pò particolare, c'è da dire Annamaria che le tue letture sono sempre un pò particolari :-)
RispondiEliminaNon l'ho letto ma conosco per sommi capi la storia e leggendo la tua attenta analisi ho capito che non fa decisamente per me. E' bello però vedere che questo libro ti abbia catturata nonostante ci siano cose che non ti siano piaciute
Ciao Susy, non è come sembra. Questo libro è scorrevole e lineare, quindi non c'è nulla di troppo complesso da capire, ma è un classico e va letto. Magari un giorno cambierai idea, un bacione :)
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