lunedì 27 maggio 2019

[Nel nome della Strega]: mr tannus recensice "M. Il figlio del secolo" di Antonio Scurati






M come Mussolini. Il suo solo nome rievoca il periodo più oscuro della nostra storia moderna. 

Ho iniziato “M. Il figlio del secolo” di Antonio Scurati a inizio aprile. Ho voluto leggerlo con calma, alternandolo ad altre letture. Ho cercato di concentrarmi per recepire più informazioni possibili e saldare maggiormente i miei ideali. Perché sapevo che avrei trovato molto al suo interno.
I fascisti sono violenti tutte le volte che è necessario esserlo. Punto. Non c’è altro da aggiungere. Loro sfasciano, distruggono, incendiano tutte le volte che sono costretti a farlo. Ecco tutto.”

Questo è il primo volume di una trilogia, che presto diventerà anche una serie tv, in cui sono narrati le vicende che vanno dal 1919 al 1924 - oltre un piccolo pezzo sul 1925 – cioè, dalla fondazione dei Fasci Italiani di Combattimento, fino all’ascesa al potere di Mussolini e il brutale omicidio di Matteotti.

I capitoli sono molto brevi e spesso sono accompagnati da pagine in cui vengono riportati stralci di giornali, lettere, telegrammi e comunicati autentici dell’epoca. La brevità dei capitoli dovrebbe facilitare la lettura, ma un lettore non amante della storia o poco conoscitore del periodo storico, potrebbe trovare un po’ di difficoltà e perdersi nel labirinto di nomi e fatti.

“M. Il figlio del secolo” ci permette di conoscere a fondo la figura di Mussolini e delle persone che gli giravano intorno, i suoi amici, anche quelli socialisti, D’Annunzio (l’impresa di Fiume), le sue donne, Rachele la moglie e Margherita Sarfatti che si rivelerà essere tra le figure più influenti della sua vita.

È stato molto interessante conoscere più nei dettagli Benito Mussolini, soprattutto entrare nel suo quotidiano e nella sua vita privata. Vita costellata da numerose donne, figli non riconosciuti, un ego spropositato, una forte inclinazione alla violenza.



Questo è stato definito il primo romanzo sul fascismo ed effettivamente ha alcuni tratti caratteristici del romanzo, anche se l’enormità dei dati storici e la poca empatia nei confronti dei personaggi, non hanno permesso la fluidità della narrazione, rendendolo quindi più similare a un manuale storico.


Antonio Scurati delinea i personaggi senza indicare chi sia il buono e chi il cattivo, non sferra attacchi diretti contro il fascismo (nonostante lui sia fortemente antifascista), ma lascia al lettore la scelta.

Nonostante le note e già segnalate inesattezze storiche, dietro quest’opera c’è un grandissimo lavoro, ma soprattutto una grande necessità di raccontare il fascismo affinché i fatti siano da monito per l’oggi e per il domani.

Gaetano Lamberti


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