M come Mussolini. Il
suo solo nome rievoca il periodo più oscuro della nostra storia moderna.
Ho iniziato “M. Il
figlio del secolo” di Antonio Scurati a inizio aprile. Ho voluto leggerlo con
calma, alternandolo ad altre letture. Ho cercato di concentrarmi per recepire
più informazioni possibili e saldare maggiormente i miei ideali. Perché sapevo
che avrei trovato molto al suo interno.
“I fascisti sono violenti tutte le volte che è necessario esserlo.
Punto. Non c’è altro da aggiungere. Loro sfasciano, distruggono, incendiano
tutte le volte che sono costretti a farlo. Ecco tutto.”
Questo è il primo
volume di una trilogia, che presto
diventerà anche una serie tv, in cui sono narrati le vicende che vanno dal
1919 al 1924 - oltre un piccolo pezzo sul
1925 – cioè, dalla fondazione dei Fasci Italiani di Combattimento, fino
all’ascesa al potere di Mussolini e il brutale omicidio di Matteotti.
I capitoli sono molto
brevi e spesso sono accompagnati da pagine in cui vengono riportati stralci di
giornali, lettere, telegrammi e comunicati autentici dell’epoca. La brevità dei
capitoli dovrebbe facilitare la lettura, ma un lettore non amante della storia
o poco conoscitore del periodo storico, potrebbe trovare un po’ di difficoltà e
perdersi nel labirinto di nomi e fatti.
“M. Il figlio del
secolo” ci permette di conoscere a fondo la figura di Mussolini e delle persone
che gli giravano intorno, i suoi amici, anche quelli socialisti, D’Annunzio (l’impresa di Fiume), le sue donne,
Rachele la moglie e Margherita Sarfatti che si rivelerà essere tra le figure
più influenti della sua vita.
È stato molto
interessante conoscere più nei dettagli Benito Mussolini, soprattutto entrare
nel suo quotidiano e nella sua vita privata. Vita costellata da numerose donne,
figli non riconosciuti, un ego spropositato, una forte inclinazione alla
violenza.
Questo è stato
definito il primo romanzo sul fascismo ed effettivamente ha alcuni tratti
caratteristici del romanzo, anche se l’enormità dei dati storici e la poca
empatia nei confronti dei personaggi, non hanno permesso la fluidità della
narrazione, rendendolo quindi più similare a un manuale storico.
Antonio Scurati
delinea i personaggi senza indicare chi sia il buono e chi il cattivo, non
sferra attacchi diretti contro il fascismo (nonostante
lui sia fortemente antifascista), ma lascia al lettore la scelta.
Nonostante le note e
già segnalate inesattezze storiche, dietro quest’opera c’è un grandissimo
lavoro, ma soprattutto una grande necessità di raccontare il fascismo affinché
i fatti siano da monito per l’oggi e per il domani.
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