mercoledì 29 marzo 2017

[Recensione]: La magnifica di Arnaldo Colasanti

Buon pomeriggio cari amici, lo so sono un po' sparita, ma solo perché ero nel bel mezzo di una lettura molto lenta ed anche abbastanza impegnativa. Infatti, qualche giorno fa, la Fazi editore mi ha invitato in anteprima l'ebook de "La magnifica" di Arnaldo Colasanti ed oggi voglio proprio parlarvi di questo libro. 





Titolo: La magnifica
Autore: Arnaldo Colasanti
Casa Editrice: Fazi Editore
Pagine: 134
Prezzo: Cartaceo € 14,88
Ebook: € 9,99
Data di pubblicazione: 16 marzo 2017
Citazione preferita: "ho trascorso tutta la vita in mezzo ai libri, ma non l'ho mai letta per davvero".





Trama: La Magnifica è la storia di Piero Aprile, scrittore e critico, convocato per un viaggio premio a New York insieme ad altri autori italiani, I migliori scrittori italiani, scelti dalla Vecchia, l’operatrice culturale che ha trovato i soldi al ministero per finanziare il viaggio in business class. Siamo dentro l’aeroporto di Fiumicino, e Piero, nell’attesa dell’imbarco, si guarda dentro, riattraversa tutta la sua esistenza passata a studiare in solitudine, osserva i suoi compagni di viaggio e si domanda chi siano per davvero gli scrittori italiani. 
Eppure, mentre osserva e si osserva, Piero non smette di confessarsi. Cos’è realmente un romanzo? La risposta: «Una disputa sulla verità». Ma alla verità sono ancora votati gli scrittori e i lettori? Cosa è successo di strano agli italiani? La Magnifica racconta anche come il costruirsi di un romanzo sia un conflitto con se stessi, tra quello che si è e quello che avevamo sognato d’essere, tra le proprie viltà e la consapevolezza delle nostre più profonde ferite – che sono ciò che svela la realtà nuda della nostra esistenza.



Recensione


Appena la Fazi editore mi ha inviato questo romanzo ero davvero molto felice, in quanto aveva già attirato la mia attenzione perché leggendone la trama avevo capito che aveva per protagonisti un gruppo di lettori. Beh, niente di più sbagliato. "La Magnifica", a mio parere, avrebbe dovuto chiamarsi "Storia triste di un critico- scrittore". All'interno del romanzo non ci sono personaggi ben definiti, non c'è una trama vera e propria e Piero Aprile è un non scrittore. Lo so, tutto questo sembra difficile da capire, ma vi spiego meglio. Piero, dopo aver pubblicato il suo romanzo parte insieme ad altri scrittori, o meglio, stereotipi di scrittori (come L'Esordiente, la Puerpera e il malato) per ricevere un premio letterario a New York, ma questo evento fa solo da sfondo al romanzo, anzi a dire il vero, la reale scenografia del romanzo è costituita dall'aeroporto "Leonardo da vinci" di Roma. Detto ciò, Piero si isola completamente e la scrittura si concentra solo sui suoi ricordi sbiaditi: compagni di scuola, ragazze per cui aveva perso la testa da giovane e la sua gavetta per diventare insegnante. 


"Obbedienza, disciplina, arroganza: era questo il patto bugiardo per una cultura svenduta già il giorno dell'iscrizione. Gli alunni giocavano a provocare noi insegnanti. <<Mio padre paga, che cazzo vuoi? E se dovevo studiare mica venivo qui. Guadagni un cazzo e sei uno sfigato sennò non insegnavi in questo cesso, lasciami stare>>. Se poi qualcuno di noi docenti si arrabbiava e non riusciva a tenere ferma questa banda di scimuniti con lo sputo in bocca, arrivava il bidello asmatico, Caronte vestito con la divisa e i galloni, il quale segnalava quell'insegnante al vicepreside: <<È un incapace, non si fa rispettare e tratta male i ragazzi>>. Allora il padrone ti chiamava a rapporto, ti cacciava via, ti toglieva le poche ore di parificato (il miraggio di fare punti utili per le supplenze nella statale), così che t'avevano fottuto, senza troppe spiegazioni".



Tra le tante memorie confuse di Piero, però, qualche contenuto interessante e concreto c'è. Ad esempio la frase che ho postato qui sopra interessa il mondo della scuola. Una realtà ormai chiusa e che promette tanto, ma concede davvero poco. Mi hanno colpito molto le parole dello scrittore sulla sua esperienza all'interno delle scuole paritarie, dove i ragazzi pagano e pretendono di avere il tanto amato pezzo di carta tra le mani. Questo è un mondo che conosco, perché ho studiato per cercare di farne parte, ma ahimè, la strada è tutta in salita e le esperienze che bisogna fare per arrivare alla meta non sono molto semplici.


"Ecco, in Italia esistono due tipi di scrittori: quelli fichi che vendono si e no cinquemila  copie e non contano niente, fanno ogni tanto, su un giornale, l'inutile querelle a proposito della fantomatica "nuova letteratura": poi, gli altri, quelli che vendono a man bassa i loro panini ammuffiti, le lacrime o i baci su polpastrelli della televisione, le belle storie da classifica, i gialli interessanti di scrittori ripieni come tacchini e che, in fondo poi, contano ancora meno. << E' questo il tuo mondo di niente>>, mi dice la dea del cesso, comunque vada: << non te lo dimenticare mai >>.



Come dicevo nella presentazione del libro, Piero Aprile è un vero e proprio critico dell'editoria e degli scrittori italiani ed io mi trovo d'accordo su tutto ciò che dice. Purtroppo oggi viviamo in un mondo in cui più una cosa è superficiale e priva di contenuti, più ha successo e questo vale anche per i libri. Tra presunte storie d'amore da quattro soldi, Fabio Volo e storie di vampiri, l'editoria italiana pur di vendere sta abbassando il livello dei propri prodotti e gli autori, quelli veri con la A maiuscola, non esistono più. Molte volte mi viene detto che ho gusti molto difficili e particolari per quel che riguarda i romanzi, ma io non credo sia così. A me piace la qualità, perché se devo leggere baggianate preferisco utilizzare il mio tempo per altro. 




"Come è possibile che abbiamo solo il pianto per guardare in faccia la realtà quando la realtà fa male ed entra nella vita con tutta la sua amarezza? Possibile che non ci resti mai nulla di più alto per vedere in faccia le cose? E seppure il pianto fosse la cosa più decente, cosa significa piangere rispetto al capire, al pensare, al comprendere?".


Ad un certo punto, però, Piero non ce la fa più a guardare in faccia una realtà che non gli appartiene, che non lo riconosce uno scrittore, perché lui non è fatto come l'editoria italiana vorrebbe, come il mondo vorrebbe. E allora prende l'ultima decisione della sua vita, ma la cosa che ci tiene a ricordare è che i romanzi sono una disputa sulla verità e sta allo scrittore scegliere la verità da raccontare che non è sempre una verità universale!


Il mio giudizio su questo romanzo è di due penne e mezzo, ma ci tengo a spiegare il perché. 





Non amo i romanzi astratti, quelli che mettono troppi argomenti a cuocere, ma non ne affrontano nessuno e soprattutto credo che lo stile dell'autore sia troppo crudo e violento, mentre io preferisco una scrittura più fine ed elegante. Nonostante ciò, rileggerei la "Magnifica" perché i pochi contenuti concreti su cui l'autore si concentra sono ben trattati e soprattutto mi trovo quasi sempre d'accordo con la sua opinione.




Detto questo ringrazio la Fazi editore per avermi permesso di leggere questo romanzo in anteprima e vado subito a dedicarmi alla mia prossima lettura che ha come protagoniste le sorelle Bolena!

Un bacio e a presto!



8 commenti:

  1. Un libro che mi ispirava, ma non tantissimo e adesso sono sicura che non prenderò ;)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazia, posso solo dirti che fai bene a dedicarti ad altre letture. Sono stata più di una settimana dietro a questo romanzo e mi sono fatta forza per terminarlo. Non è per tutti, ma non è spazzatura. Solo che è completamente diverso da ciò che mi aspettavo!

      Elimina
  2. Ciao sono Mrssandrabooks su Instagram :D Ho visto il tuo post e ho deciso di leggere la tua recensione. Mi complimento perchè hai spiegato benissimo la trama del libro e sei stata sincera sulle tue impressioni. Grazie per il consiglio!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao Cara, hai davvero ragione sulla questione della mia sincerità. "La Magnifica" non è un brutto libro e Colasanti non è un cattivo scrittore, ma semplicemente io mi aspettavo altro e i miei gusti sono differenti :)

      Elimina
    2. E questo ti fa onore, leggerò più che volentieri i tuoi consigli dopo questa dimostrazione di sincerità disinteressata, non è da tutti!

      Elimina
    3. Grazie davvero, per aver compreso quanto è importante in questo mondo la sincerità. Un abbraccio e a presto :)

      Elimina
  3. Ciao! Avevo adocchiato questo romanzo sul profilo instagram della casa editrice e, banalmente, mi aveva incuriosito la copertina. Credo che i temi toccati siano interessanti, però non so, leggendo la tua recensione mi sembra di capire che sia tutto un po' troppo astratto, mi da la sensazione di un lungo flusso di coscienza in cui il protagonista riflette su questioni personali.
    Intanto me lo sono segnato, magari ci faccio un pensierino :)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Si, Viola. È esattamente così: un lungo flusso di coscienza di cui capirai ben poco. Ci tengo a dire che, però, molte persone amano questi tipi di romanzi, quindi magari a me non è piaciuto mentre altri lo adorerebbero. Si tratta sempre di gusti :)

      Elimina