venerdì 28 luglio 2017

[Recensione]: "Non avevo capito niente" di Diego De Silva

Cari amici, oggi sono davvero entusiasta e non solo perché vi parlerò di un libro bello, bello, bello, ma anche perché questa è la prima recensione che scrivo direttamente dal mio nuovo e meraviglioso pc! Ringraziate i miei amichetti fantastici per avermelo donato, così posso rompervi ancor di più le scatole, visto e considerato che avendo un computer tutto per me potrò scrivere recensioni ad ogni ora del giorno e della notte! Ma adesso bando alle ciance e parliamo del romanzo protagonista di questo post che mi ha portato a conoscere e confrontarmi con un autore che non avevo mai letto prima d'ora. Ecco la scheda!




Titolo: Non avevo capito niente
Autore: Diego De Silva
Editore: Einaudi
Anno di pubblicazione: 2007
Pagine: 310
Prezzo: € 12,00
Citazione preferita: "Mi sa che è questo il mio limite: mi mancano le conclusioni, nel senso che ho l'impressione che niente finisca mai veramente".

Trama:

Prendete la persona più simpatica che conoscete. Poi quella più intelligente. Adesso quella più stupida e infantile. Più generosa. Più matta- Mescolate bene. Ecco, grosso modo, il protagonista di questo libro. Un po' Mr Bean, un po' Holden, un po' semplicemente se stesso, Vincenzo Malinconico è un avvocato semi-disoccupato, un marito semi-divorziato, e soprattutto un grandioso, irresistibile filosofo naturale. Capace di dire cose grosse con l'aria di sparare fesserie, di parlarci di camorra come d'amore con la stessa piroettante, alogica, stralunatissima forza, Malinconico ci conquista nel più complesso dei modi: facendoci ridere.


Recensione


Volevo leggere un romanzo di De Silva da un po' di tempo, i motivi che mi spingevano tra le sue pagine erano due: la curiosità per un autore che tanti amano e il fatto che fosse napoletano. Quest'ultimo punto per alcuni potrà sembrare scontato, ma non è così. Negli ultimi anni ho letto opere di due autori provenienti dal capoluogo campano e il loro stile di scrittura mi ha totalmente catturata, e tra le righe di questa recensione capirete il perché. 

"Non avevo capito niente" è il primo capitolo di tre che racconta le vicende dell'avvocato napoletano Vincenzo Malinconico, un uomo a tratti patetico, simpatico ma senza eccessi e, soprattutto, incredibilmente vero. Vincenzo o Viciè per gli amici napoletani, è un avvocato delle cause non perse, ma mai avute, che vive di quel poco che gli capita tra le mani: incidenti stradali e incidenti e basta. Ad un tratto, però, le cose cambiano quando gli attribuiscono la nomina di avvocato d'ufficio di un camorrista, si tratta di Mimmo 'o Burzone, nel cui giardino è stato trovata seppellita la mano di un cadavere. Vincenzo non sa se accettare o meno questa causa, e così decide di comportarsi come ha sempre fatto per tutte le decisioni da prendere nella sua vita: temporeggia e poi prima dice di no ed infine di sì. Così, l'avvocato Malinconico si trova finalmente a farà l'avvocato e con battute furbe ed un pizzico di fortuna, se la cava o così almeno sembra. In ogni caso questo basta a far toccare picchi altissimi all'autostima di Vincenzo che riesce finalmente a dire all'ex moglie tutto quello che covava dentro da quando lo ha lasciato e a conquistare l'avvocatessa più bella del tribunale: Alessandra Persiano. 

La storia di Vincenzo prosegue tra un incontro e l'altro con i suoi figli, i suoi clienti e le donne che presiedono la sua vita, ma non solo. Ogni tanto, infatti, l'avvocato Malinconico si lascia andare anche a pensieri e riflessioni piuttosto profonde sugli argomenti più disparati: la camorra, i testi delle canzoni di Eugenio Finardi ed anche l'amore. 


"È tipico dell'amore rendere inesistenti le persone amate, e obbligare le persone che le amano a dimostrare continuamente che esistono. Perché quando uno si innamora non è mica tanto convinto che quello che gli sta succedendo sia vero. Gli innamorati sospettano della realtà, tengono gli occhi sempre aperti: è per questo che dormono pochissimo".


De Silva non annoia, anzi meraviglia, perché scrive esattamente ciò che anche noi pensiamo e ce lo comunica proprio nel modo in cui noi ci aspetteremmo. Niente di astratto, niente di poetico o aulico, ma solo l'ovvietà che si trasforma in un pensiero comune che tutti hanno in testa, ma che nessuno esterna. 

Devo poi aggiungere che in De Silva e nel protagonista di questo romanzo, ho trovato quella schiettezza propria di tutte le opere degli autori napoletani che ho letto: Ferrante, De Luca e adesso lui. In "Non avevo capito niente" troverete battute esilaranti, vicende pittoresche, e Napoli, ma non parlo della città che fa da sfondo, piuttosto di quella presente nelle parole. L'autore usa il dialetto della sua terra, ma fa in modo che tutti lo capiscano rendendolo chiaro all'interno dei suoi dialoghi. Così accade che quando l'avvocato Malinconico è davvero convinto di qualcosa che sta pensando o facendo, lo esterna concludendo ogni frase con "la verità", oppure nel momento in cui è davvero stufo di una conversazione o del comportamento del suo interlocutore, lo afferma dicendo "ma vedi un po' la Madonna". Magari per alcuni lettori questo stile profondamente colloquiale e  il suo linguaggio derivante dalla quotidianità potrà infastidire o lasciarli completamente indifferenti, invece, io leggendoli mi sono sentita a casa. 


Giudizio


In sintesi attribuisco ben 4 penne a "Non avevo capito niente" e di certo leggerò presto, non solo gli altri due romanzi che hanno per protagonista l'avvocato Vincenzo Malinconico, ma anche tutti gli altri scritti di Diego De Silva.


Vi saluto con la speranza di avervi un minimo incuriosito con questo romanzo che vi ho raccontato e vi abbraccio tutti.

La Contessa. 



4 commenti:

  1. Ciao Annina, ero proprio curiosa di leggere questa tua recensione, perché De Silva mi incuriosisce un sacco! Poi in questo periodo adoro il dialetto Napoletano, sarà l'influenza della Ferrante? Ahah
    Un bacione

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    1. Silvietta, ciao! Io ti consiglio di leggere De Silva quando sei un pom giù, è un toccasana! Poi se hai compreso le parole in dialetto della Ferrante, quelle di De Silva sono una passeggiata! Leggilo, leggilo e ancora leggilo! Un bacione :*

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  2. Ciao, ti seguo da un po' di tempo e anch'io sono appassionata di letteratura. Ho conosciuto, come te, questo scrittore da poco alla Feltrinelli per lo sconto ET tascabili e l'ho acquistato insieme a Dostoevskij. Mi è piaciuta molto la tua recensione, anche se non ho ancora letto questo libro di De Silva trovo che sia molto bravo. Complimenti per il blog :)

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    1. Ciao Alessandra, grazie mille per i complimenti al blog che mi fanno davvero piacere. Per quanto riguarda De Silva, devo dire che è stato una piacevole scoperta. Leggerò sicuramente altri suoi romanzi, anche perché mi trasmette molta simpatia :)

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