giovedì 6 luglio 2017

[Recensione]: "Non parlare con la bocca piena" di Chiara Francini

Buon giovedì cari lettori, il sole è alto nel cielo ed anche dentro di me, questo perché ho letto un romanzo, che mi ha portato una ventata di serenità e di buon umore, di cui non vedo l'ora di parlarvi. Così lo faccio e senza tanti preamboli vi mostro la sua scheda. 




Titolo: Non parlare con la bocca piena
Autore: Chiara Francini
Editore: Rizzoli
Data di pubblicazione: 27 aprile 2017
Pagine: 276
Costo: € 18,00


Trama

Bello sapere che si può tornare. Che ad ogni passo falso, nella vita, i genitori sono pronti a riabbracciarti con un calore che gli anni non hanno mai attutito né tanto meno spento. Per Chiara, questo calore profuma di caffè e canta sulle note della Vedova Allegra. Perché i suoi genitori sono così e l'hanno tirata su in amorosa allegria ed è proprio da loro che Chiara torna dopo aver lasciato Federico, il suo nido e i suoi gatti. Il suo essere una donna fallica le ha impedito di portare avanti anche questa storia e dire che stavolta si era anche impegnata. Così eccola suonare il citofono a papà, a trascinarsi su per le scale i due trolley, ad addolcire la vita masticando Galatine per consolarsi un po', come le hanno insegnato fin da bambina. Ecco che nella sua casa e nella sua cameretta da principessa, Chiara cerca di affrontare la sua crisi amoroso-esistenziale, attorniata dalla sua famiglia, dalle Supreme e dalla sua migliore amica Mara Elena.



Recensione




Sono sempre stata convinta del fatto che i migliori libri siano quelli che si contraddistinguono per la loro semplicità. Nessun parolone, nessuna storia rocambolesca a cui non si riesce a star dietro perché troppo complessa, nessun eccesso. Solo l'essenziale, che tanto "solo" di per sé non è. 
"Non parlare con la bocca piena" di Chiara Francini entra di diritto nella categoria di libri di cui difficilmente puoi dimenticarti, proprio perché semplici ed anche ben scritti. La sua protagonista è Chiara (sì, proprio come l'autrice), una donna di 35 anni in piena crisi amoroso-esistenziale che con le sue onnipresenti Galatine e le sue mille stranezze mi ha fatto amare la vita ancora più di prima. 
Chiara è figlia di due uomini: papà Angelo, un oculista napoletano totalmente votato al culto del caffè e Giancarlo, professore di anglistica che offre consigli amorosi a sua figlia citando Madame Bovary, l'Amleto e qualsiasi altro classico della letteratura possa passargli per la mente. Una famiglia "diversa", ma non per questo piena d'amore che non vede Chiara, Angelo e Giancarlo come unici membri. C'è zia Gertrude che è brilla fin dalle primi luci del mattino, l'esilarante migliore amica Mara Elena che dietro le sue fantasmagoriche battute cela un passato doloroso, ma soprattutto ci sono loro le Supreme, compagnE di vita dei papà di Chiara, ognuna con un suo soprannome: il Barone Rampante, Diogene di Santo Stefano di Sessanio, Ernest il Parsi, Celeste nell'altro dei cieli e via discorrendo. 

Ma veniamo al tasto dolente di Chiara: gli uomini. In questo romanzo ne troviamo ben tre, appartenenti a categorie completamente diverse: l'uomo per la vita, l'uomo per una notte, l'uomo che "poteva essere ma non è stato". Il primo che incontriamo è Federico, il fidanzato storico della protagonista con il quale convive insieme ai suoi 3 gatti, Hermes, Cocò e Lorelei, fino a quando una vocina nel suo cuore e nella sua mente si fa sentire e le sussurra dolcemente "sicura che sia quello giusto?" E Chiara, sicura, non lo è per niente. Ha una bella casa, una relazione stabile, ma forse è tutto troppo perfetto, tutto troppo da fiaba e da classico lieto fine che sa di finto.


"Amicah. Io te l'ho sempre detto: Federico è il principe azzurro, ma nella tua favola lei non vuole essere salvata, perché si salva benissimo da sola. Non tormentarti. Non sentirti in colpa! Tu sei maschia. Tu sei la principessa azzurra. E sai il principe azzurro e la principessa azzurra cosa fanno assieme?"
"Pendant?"
"No! Schifo! Fanno schifo, perché stanno di merda!"



Così spinta anche dalle perle di saggezza di Mara Elena, Chiara decide di dare una chance a Luigi, la seconda tipologia di uomo, quello che incontri per caso e con il quale finisci a fare sesso per una notte intera. Luigi è quello di cui una donna ha bisogno dopo aver messo in stand by una relazione impegnativa. Dice ovvietà, ti porta a mangiare una piadina super unta e ti conquista con i suoi apprezzamenti alla "uomo che non deve chiedere mai". Ma Luigi è uno che ha i secondi contati, un maschio solo di passaggio, una pausa sigaretta e via. 

Dopo di lui è la volta di Emanuele, giornalista sposato e con tre figli a carico. Chiara è attratta mentalmente da quest'uomo che sa di poter amare, se solo potesse non avere una moglie e dei marmocchi a cui dare a campare. Emanuele è ciò che Chiara vorrebbe per sé, ma il destino ha detto loro NO e forse tanto basta per lasciar perdere. 

Nella vita di una donna c'è posto per tanti uomini, ma poi ne resta sempre uno, quello da cui tornare quando con gli altri andrà male, quello che sceglierai di avere accanto per sempre. Chiara lo capirà? Probabilmente sì, ma vi tocca leggere il libro, io non vi svelerò nulla.

Dopo avervi presentato tutti i personaggi di questa storia, voglio parlarvi dei due capitoli che ho amato di più in assoluto dell'intero romanzo e lo faccio attraverso dei brani tratti da essi. 


"L'albero di Natale rappresentava l'esatta idea che Chiara aveva della bellezza, e lei la vita l'amava bella. Perché mai solo durante la sua festa si doveva rimanere incantati? 
[... ] Il Natale era Chiara. Perché il Natale era l'albero. Perché tutto in lei era il Natale Albero".


Ecco una delle stranezze di Chiara: lei ha l'albero di Natale in casa, con le sue lucine e tutti i suoi addobbi, fisso, tutto l'anno. 
Mentre leggevo queste righe ho pensato a quando ero bambina. Il Natale è sempre stata la mia festività preferita, amavo comprare i regali, appendere con delicatezza le palline di vetro sull'alberello spennacchiato (non so perché, ma è sempre stato così) che sorgeva imponente nel salotto di casa e scrivere le letterine, che puntualmente il vecchio Babbo non leggeva mai, perché ogni anno mi arrivava la casa delle bambole al posto del mio amato piccolo chimico. Questo era un periodo così felice, che mi ritrovavo sempre a desiderare che non finisse mai la sua magia e così chiedevo a mia madre "Perché il Natale non dura tutto l'anno?", ma il Natale è nel nostro cuore e se tu non vuoi che se ne vada, lui non se ne andrà. Chiara lo ha capito e me lo ha spiegato così bene che non lo dimenticherò mai.


«L'amore è inaspettato, disgraziato, altra roba rispetto a quello che ci hanno insegnato. Guarda noi. Noi siamo una tesi confutata. Eppure... Là dove il terreno è fertile l'amore si aggiusta, continuamente. Il che non vuol dire rinuncia o castrazione. "Amiamo la perfezione, perché non la possiamo avere; la rifiuteremmo, se ce l'avessimo. Il perfetto è il disumano, perché l'umano è imperfetto". Fernando Pessoa. Un genio».


Nel capitolo "Dopo teatro #2", Giancarlo ed Angelo conducono Federico in una balera e gli danno una grande lezione d'amore. Quest'ultima viene offerta dall'esempio dei coniugi Raucci, insieme da più di 40 anni, i quali hanno un'abitudine: ballano solo rumba. Danzano con eleganza, seguendo lo stesso ritmo, quello che ormai condividono da anni, quello che li ha resi così uniti da non spezzarsi mai. Giancarlo spiega a Federico che non esiste l'amore perfetto, ma solo quello perfettibile, che ha bisogno di cure e di attenzioni ogni giorno, per far sì che non muoia mai. Chiara è la sua principessa, il suo lieto fine, e non quello raccontato dalle fiabe, ma uno unico, originale, il loro. 


Giudizio


Ho deciso di assegnare ben 5 penne a "Non parlare con la bocca piena", un romanzo genuino, pieno zeppo di ironia, sentimenti sinceri e soprattutto privo di tutte quelle banalità nelle quali sarebbe stato facile inciampare. Prima di lasciarvi, però, voglio sottolineare il fatto che la grande bellezza dell'opera prima della Francini si trova in particolar modo nel suo titolo, sul quale non posso dir niente per non rovinarvi la sorpresa. Ma un consiglio voglio darvelo: armatevi di una gran quantità di Galatine (attenzione non posso assolutamente mancare!) e cominciatene la lettura, ne scoprirete voi la magia, pagina dopo pagina. E mi raccomando, ricordatevi di "Non parlare con la bocca piena!"
Ora, vi lascio davvero e lo faccio postandovi una foto scattata proprio con la simpaticissima Chiara Francini durante la presentazione del suo romanzo presso la libreria Spartaco di Santa Maria Capua Vetere (CE). La ringrazio per la sua disponibilità e soprattutto per aver aperto la sua opera con una citazione di una delle virago più amate della storia e da me, Cristina di Svezia.


"Sono nata libera, vissi libera e morirò libera".


A presto,
La contessa.



8 commenti:

  1. Sembra un libro bellissimo, una storia che potrebbero piacermi sul serio **

    Grazie per ampliare la mia WL!

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    1. Oggi ce la siamo ampliate a vicenda questa WL! Comunque sono certa che ti piacerà, è una storia che noi donne non possiamo non apprezzare!

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  2. Aggiunto in wishlist! Bellissima recensione, come sempre!
    Un abbraccio

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  3. Bellissima recensione Annamaria!

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  4. E' da quando hanno annunciato la pubblicazione che non vedo l'ora di accaparrarmi questo libro!
    Ti farò sapere <3

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